Fight Club, l’autore sul nuovo finale del film cult: “Un lieto fine per tutti in Cina”

Lo scrittore Chuck Palahniuk commenta in maniera sarcastica il controverso finale imposto in Cina al celeberrimo film di David Fincher.

Lo scrittore Chuck Palahniuk commenta in maniera sarcastica il controverso finale imposto in Cina a Fight Club

Chuck Palahniuk, autore del romanzo Fight Club (1996), ispirandosi al quale David Fincher avrebbe realizzato tre anni più tardi una delle pietre miliari del cinema contemporaneo, ha visto il nuovo finale, che ha fatto inevitabilmente insorgere polemiche a non finire, imposto dalla Cina all’adattamento dell’opera che l’ha reso celebre a livello internazionale. La pellicola, disponibile sulla piattaforma streaming cinese Tencent Video, non presenta, infatti, l’iconico finale famoso ai più, bensì una didascalia, in cui si informano gli spettatori che a trionfare sarebbero stati i poteri istituzionali e la polizia, che arresterà sia gli stessi protagonisti che gli altri membri dell’incorreggibile Fight Club. Giusto un paio di giorni fa ne parlavamo qui.

Chuck Palahniuk, contraddistinto da sempre per il suo stile sardonico, ha commentato – e non poteva essere altrimenti, ci permettiamo di dire -, alla sua maniera sarcastica il nuovo epilogo, dandogli, in pochissime battute, la sua benedizione. Possiamo leggere dalle pagine della sua newsletter, reperibile sulla piattaforma Substack: “La polizia sgomina la gang. Tyler viene arrestato, processato e spedito in un manicomio. Che meraviglia! Come ho fatto a non pensarci prima? La giustizia prevale sempre. Niente esplode. Fine della storia.”

Nel caso non abbiate familiarità con Substack, Chuck Palahniuk ha condiviso, tramite il proprio profilo Twitter, il link che rimanda all’articolo sopra citato, aggiungendoci una caption che parla da sé: “Avete visto questa m***a? Tutti hanno un lieto fine in Cina.” Come dicevamo nei giorni scorsi, tale snaturamento, naturalmente troppo condiscendente verso le dottrine e le politiche promulgate del Governo cinese per essere percepito, anche dallo spettatore completamente ignaro dell’influenza esercitata dal film di David Fincher su generazioni e generazioni di appassionati, come un finale in coerenza con il tono della pellicola, ha suscitato sgomento, inquietudine e indignazione.

Eravamo in attesa di sviluppi. Qualcosa si muove, ma non è dato sapere ancora precisamente chi abbia avallato tale decisione, da una parte confacente al mercato cinematografico cinese, dall’altra inammissibile per il resto del mondo.