RomaFF10 – Incontri Ravvicinati: Jude Law

Classe 1972, uno dei più talentuosi attori britannici, Jude Law, è a Roma per la serie di Paolo Sorrentino The Young Pope che vedremo sulla Hbo a breve. Lo abbiamo incontrato nell’ambito della rassegna di Incontri Ravvicinati della Festa del Cinema di Roma. Antonio Monda – Direttore Artistico di questa decima edizione della Festa del Cinema – ha intervistato per il pubblico in sala l’affascinante attore attraverso 7 clip dei suoi film più famosi.

A.I. – Intelligenza Artificiale

Inizialmente doveva essere diretto da Steven Spielberg e prodotto da Stanley Kubrik, poi Kubrik è morto e la pellicola è diventata una sorta di omaggio al genio cinematografico del grande regista.
Lavorare con Spielberg è stata per Jude Law un’esperienza entusiasmante:
Inizialmente avevo il timore di essere un minuscolo ingranaggio di un macchinario (quello della grande produzione Hollywodiana) ma la grande capacità di Steven di creare rapporti di collaborazione con tutti ha subito spazzato via ogni timore. La grande professionalità di Spielberg lo ha portato subito a chiedere il mio aiuto alla creazione del personaggio di Gigolò Joe, ad esempio l’idea che il personaggio ballasse è stata mia e lo stesso look è stato deciso insieme..

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Jude Law al RomaFF10. Foto di Mirko Casadio

Il Talento di Mr. Ripley /Ritorno a Could Mountain

Fa strano rivedersi sullo schermo, di solito una volta concluso il film difficilmente mi guardo sul grande schermo, indubbiamente ci sono delle cose che farei diversamente. Ho sempre lavorato d’istinto, anche nella preparazione dei personaggi mi affidavo di più a me stesso che alle indicazioni del regista. Sono arrivato a comprendere che la parte più bella di questo mestiere è l’opportunità di imparare qualcosa di un mondo sconosciuto, di un contesto completamente diverso, una sorta di processo di istruzione.
Alla domanda sullo studio del personaggio e quale approccio lui preferisca, Jude Law, risponde:
non importa in che modo entri nel ruolo, se studiando sui libri o cercando di capire cosa vuole il regista, dipende da quello che si trova più idoneo. L’importante è avere una preparazione solida e una chiara idea dell’obiettivo da raggiungere interpretando quel personaggio.

Sherlock Holmes / Wilde

Nelle due clip vediamo Jude Law interpretare due personaggi molto differenti, uno è sostanzialmente un buono, mentre l’altro è un ruolo più antipatico:
Quando si affronta un personaggio non si può giudicare, nessun cattivo si ritiene tale. In realtà è un equilibrio quello che si deve trovare, a volte anche indagando nei lati più oscuri dei personaggi positivi e viceversa… forse è proprio questa la sfida di un attore.
Quando gli si chiede quale film sia stato più divertente interpretare Law risponde:
Credo di essere stato molto fortunato perché mi sono divertito a lavorare in quasi tutti i film che ho interpretato, merito va anche ai colleghi con cui ho lavorato.

Sleuth – Gli Intoccabili

Remake del film Gli Insospettabili del 1972 dove Michael Caine faceva la parte dell’amante:
Avevo incontrato Michael Caine un po’ di tempo prima –  racconta Jude Law – e parlando gli avevo proposto il progetto chiedendogli di interpretare il ruolo dello scrittore, mentre io avrei dovuto interpretare il personaggio che nel 1972 era appartenuto a lui, una cosa che lo ha molto intrigato. La fortuna ha voluto che ad occuparsi del progetto sia arrivato Harold Pinter (Premio Nobel per la letteratura). Un vero e proprio successo.

Era Mio Padre

Pensavo, vista l’esperienza teatrale precedente di Sam Mendez, di dover lavorare in maniera analitica sul personaggio, uno studio attento di quello che dovevo interpretare, invece Sam è un regista già contaminato dal cinema che ama divertirsi con gli attori ma che ha una straordinaria attenzione a tutti i dettagli. Prendiamo il mio personaggio, Maguire, pur non avendo una descrizione e una presenza ampia abbiamo lavorato insieme per renderlo il più particolare possibile. Dovendo lavorare a fianco di attori incredibili ho deciso di giocare sul lato opposto, mi sono fatto piccolo e sgradevole una sorta di lucertola.

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Jude Law risponde alle domande di Antonio Monda. Foto di Marco Paiano

Gattaca / Anna Karenina

Della sceneggiatura sono rimasto affascinato dall’attenzione alla sfera più intimistica del personaggio di Karenin. Non si è operato nel trasformare il mio personaggio nel cattivo che porterà al tragico finale. L’intera pellicola era molto più concentrata sulla fase dell’innamoramento, una visione diversa che è piaciuta molto al pubblico che ha visto un riscatto di Karenin.

Closer / Gran Budapest Hotel

Nell’ultima clip Jude Law si è concentrato sulla differenza tra il cinema americano e quello inglese:
Conta molto il denaro e la capacità di spenderlo. Questo si nota principalmente non nel risultato finale ma piuttosto nello spirito di affrontare il progetto. La consapevolezza dei mezzi limitati a disposizione si fa per amore del proprio lavoro, un approccio completamente diverso rispetto ad una produzione più ricca. Nel primo caso si deve trovare l’energia giusta, ed è verissimo quello che si dice che conta lo spirito con cui il regista affronta il progetto, noi attori offriamo un qualcosa che va ad aggiungersi ad un più ampio lavoro che è quello di colui che sta dietro la macchina da presa.

A concludere l’incontro la clip scelta dallo stesso Jude Law: La Morte Corre sul Fiume (film del 1955 di Charles Laughton) che l’attore ama particolarmente:
Mia madre me lo fece vedere quando avevo 16 anni, avevo appena iniziato ad innamorarmi del cinema e questa pellicola mi ha fatto capire quello che potevo raggiungere. Ero molto legato principalmente al teatro, alla magia che si crea tra il cast e il regista e la sensazione di poter essere trasportati ovunque pur rimanendo sul palco. Questo film è l’esempio lampante di come si possa raggiungere un perfetto equilibrio tra la storia vera, cupa ed inquietante all’interno di un quadro infantile quasi fiabesco.