Bif&st 2017 – El Otro Hermano: recensione del film di Israel Adrián Caetano
Presentato in anteprima al Bif&st 2017, l'ultimo film del regista Israel Adrián Caetano è una grande occasione persa.
Diretto dal regista uruguaiano Israel Adrián Caetano, El Otro Hermano – The Lost Brother è un film presentato in anteprima al Bari International Film Festival 2017. Racconta la storia di Cetarti che, appena licenziato dal suo lavoro come impiegato pubblico, lascia Buenos Aires e si reca a Lapachito dove ha il triste compito di identificare i cadaveri brutalmente uccisi di sua madre e suo fratello. L’uomo arriva nella cittadina situata nella provincia del Chaco non per piangere la sua famiglia, ma per incassare una piccola quantità di denaro che gli permetterebbe si trasferirsi finalmente in Brasile.
El Otro Hermano – The Lost Brother pecca di una sceneggiatura povera, ma pretenziosa.
Il grande difetto di questo film è l’apparato narrativo. Quella che dovrebbe essere la base fondamentale del racconto si presenta scarna e, al tempo stesso, presuntuosa. All’inizio del lungometraggio di produzione internazionale – Argentina/Francia/Spagna/Uruguay – conosciamo il personaggio di Duarte, amico dell’assassino della madre e fratello di Cetarti e, rivelato successivamente, boss malavitoso della zona. Duarte, interpretato da Leonardo Sbaraglia, è un uomo senza scrupoli e dedito solo alle sue malefatte. Tuttavia, lo spirito del film, non riesce mai a mostrare quel sentimento di repulsione verso il personaggio negativo della storia.
Volgendo lo sguardo verso gli altri personaggi, ci troviamo di fronte ad un insieme indefinito di maschere senza identità
Cetarti, interpretato da Daniel Hendler, è un uomo indifferente e senza spirito di iniziativa. Un uomo guidato dal vento e, al tatto, privo di carattere. Così come il personaggio di Danielito, interpretato da Alian Devetac. Danielito è anch’egli soggiogato e oscurato dal personaggio di Duarte che, però, pare sempre macchiettistico e insensatamente, a tratti, comico.
Una comicità non voluta appare velata all’inizio del film, facendo presupporre un tono diverso da quello che poi ne fuoriesce. Ma non c’è spessore nei momenti in cui la tensione e il senso di smarrimento dovrebbero vertere verso la criticità. Inoltre, espedienti narrativi di dubbia spiegazione si pongono all’interno della storia rimanendo senza una vera contestualizzazione.
Manca una storia di fondo ben definita, manca una caratterizzazione maggiore dei personaggi che si muovono sullo schermo lasciando, sul finale, uno spettatore carente di qualsivoglia motivazione alle azioni dei protagonisti. Ma ciò che è maggiormente sfornita è la correlazione specifica tra la vicenda presente – quella che viene raccontata nei novanta minuti di El Otro Hermano – con l’assassinio che ha portato Cetarti a recarsi a Lapachito. Certamente, tutto può esser lasciato all’interpretazione dello spettatore. Tuttavia appare difficile catalogare un film sprovvisto di una scrittura ponderata nel suo racconto.
Il finale, totalmente anticipato anche da chi non è propriamente ferrato sul genere cinematografico a cui fa riferimento questo film, si presenta scialbo e privo di alcuna empatia. Al contrario, pone fine coerentemente al tono di El Otro Hermano iniziato con un velo di sarcastico umorismo.
E che ne è del fratello perduto declamato nel sottotitolo? Anche qui non abbiamo una spiegazione reale. Tutto viene lasciato abbozzato e mai veramente approfondito in una storia che avrebbe potuto raccontare una cronaca di abusi ed indifferenza in una maniera certamente più consona.