Ca’ Foscari Short Film Festival 2021: tutti i vincitori della 11a edizione

Con l'Auditorium Santa Margherita come cornice, il Ca' Foscari Short Film Festival 2021 ha svelato i vincitori, provenienti da tutto il mondo.

Si è concluso il Ca’ Foscari Short Film Festival 2021 e i tanti vincitori sono stati annunciati sul palco dell’Auditorium Santa Margherita, in una cerimonia conclusa dalla splendida performance di Igor Imhoff

Anche quest’anno, il “cinema breve” ha invaso Venezia grazie al Ca’ Foscari Short Film Festival 2021 e, dopo quattro intense giornate, la manifestazione si è infine conclusa in una splendida cerimonia che ha visto l’annuncio di tutti i vincitori di questa 11a edizione. Quest’anno, il festival ha riproposto la sua “forma diffusa” già collaudata nel 2020 per far fronte alle restrizioni causate della pandemia; 11 sedi sono state scelte per trasformare l’intera Venezia in baluardo della settima arte.

Tantissimi i corti presentati quest’anno, così come innumerevoli e sempre affascinanti sono stati i programmi collaterali, con una grande attenzione per la parità di genere. Lo spirito internazionale dell’evento è stato comprovato dai tanti Paesi che hanno ricevuto riconoscimenti e menzioni speciali nel corso della cerimonia finale del 9 ottobre, tenutasi nello storico Auditorium Santa Margherita. Quest’anno, la collaborazione con la PROMOVETRO – Vetro Artistico di Murano ha permesso ad alcuni dei premiati di stringere fra le mani delle sculture realizzate dagli artisti del vetro che ha reso l’isola nota in tutto il mondo. Ma senza ulteriori indugi, scopriamo insieme quali sono tutti i vincitori del Ca’ Foscari Short Film Festival 2021.

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Un’immagine di “Digari – The Other”, vincitore del Concorso Internazionale

A ricevere il premio per il Concorso Internazionale, che ha visto in gara 30 corti selezionati fra oltre 2.500, è stato l’iraniano Digari – The other, diretto da Ako Zandkarimi e Saman Hosseinpour. Il riconoscimento è stato assegnato dalla giuria composta dal regista e romanziere francese Philippe Claudel, l’animatore statunitense Tony Grillo e la consulente di festival nonché regista italiana Laura Aimone. I giurati hanno citato la capacità di rappresentare “la fragilità della miseria umana con dignità e grazia” e “la potente performance del protagonista (Majid Potki)” tra i motivi che li hanno guidati verso questa scelta.

Leggi l’intervista a Philippe Claudel, regista di Ti amerò sempre e membro della giuria del CSFF11

La giuria ha poi conferito la Menzione speciale Museo Nazionale del Cinema per l’opera che offre il miglior contributo artistico al cinema a Where the leaves fall di Xin Alessandro Zheng, regista italiano di origine cinese, studente presso la NABA – Nuova Accademia di Belle Arti. A garantirgli il riconoscimento l’uso delle “ombre, luci e colori per rinforzare strati di tensione emotiva”, grazie al quale ogni inquadratura appare “coreografata in maniera minuziosa e delicata“, capace di colmare “le distanze tra i due protagonisti principali, un gap culturale e generazionale gremito di un imbarazzante anelito a ritrovarsi”.

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Una delle splendide inquadrature di “Where The Leaves Fall”, premiato per il suo contributo artistico

Sempre fra i lavori del Concorso Internazionale, ad aggiudicarsi la Menzione speciale “Le Giornate della Luce” per la miglior fotografia è Yard Kings. A premiare il corto del portoghese Vasco Alexandre è stata una giuria di professionisti del settore formata da Donato Guerra, Luca Pacilio e Gabriella Gallozzi. Al lavoro è stato riconosciuto il grande equilibrio con cui ha saputo portare sullo schermo “la freschezza e l’ingenuità dello sguardo della bambina protagonista” dando insieme uno “spessore naturalista agli aspetti più urgenti e problematici della narrazione.”

A far propria la Menzione speciale Guang Hua Cultures et Media, assegnata all’opera che meglio ha sperimentato con i linguaggi cinematografici, è invece Dayfly di Yi Baoxingchen. Il corto cinese ha colpito la giuria selezionata grazie ai suoi “contrasti piacevoli e illuminanti”, muovendosi agilmente fra il suo essere “meditativo e urgente, umoristico e sobrio”, ritraendo “l’ineluttabilità della vita e della morte con il fascino del disegno tradizionale”.

Spostandoci all’ambito musicale, il Premio Levi per la miglior colonna sonora, offerto dalla Fondazione Ugo e Olga Levi, è andato a The balloon catcher di Isaku Kaneko. La giuria apposita (a comporla Roberto Calabretto, Daniele Furlati e Paolo Troncon) ha ritenuto il corto animato giapponese dotato di sonorità in grado di rievocare “in maniera efficace la storia narrata con modalità funzionali alla drammaturgia del film.”

Le registe italiane Elisabetta Bosco, Margherita Giusti e Viola Mancini portano a casa il Premio “Pateh Sabally” grazie al loro En rang par deux. Offerto dalla Municipalità di Venezia, Murano, Burano, il premio è dedicato alla memoria del ragazzo gambiano scomparso nelle acque del Canal Grande nel 2017. Il corto si è distinto per la sua storia, che vede protagonisti due ragazzi africani arrivati a Roma e che utilizza la musica per abbattere le barriere culturali. Del lavoro è stata applaudita la combinazione fra disegno animato e le riprese dal vero, attraverso le quali lo spettatore è messo di fronte al “valore dell’accoglienza e dell’integrazione”.

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Con la sua toccante storia sull’integrazione, “En Rang Par Deux” ha fatto suo il Premio “Pateh Sabally”

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L’ottava edizione del Premio “Olga Brunner Levi” ha visto invece trionfare l’iraniano Taq Asman – The Dome of the Sky di Mohamad Ghaderi. Il concorso, istituito dalla Fondazione Ugo e Olga Levi in collaborazione con il Ca’ Foscari Short Film Festival, è rivolto ai corti firmati da studenti delle scuole superiori di secondo grado di tutto il mondo che abbiano come tema principale la performance musicale femminile o il rapporto tra condizione femminile e la musica nella storia. I giurati Roberto Calabretto, Marco Fedalto e Cosetta Saba hanno individuato il vincitore in Ghaderi per aver racconato “la sordità della condizione femminile” nella società iraniana, ritratta attraverso lo sguardo della giovane protagonista che “non vedono un futuro di autorealizzazione personale, ma soltanto un presente antiquato e pericoloso che relega la condizione femminile a mero souvenir.”

Tra i videoclip musicali realizzati da studenti di cinema o universitari in gara nel Music Video Competition, è Pick up your cross (and follow me) ad avere la meglio. I giurati Giovanni Bedeschi, Marco Fedalto, Daniele Furlati e Roberto Calabretto hanno apprezzato come il regista austriaco Michael J. Keplinger sia riuscito a valorizzare “le atmosfere della canzone” attraverso la sua “animazione minimalista […] ottima”.

Seppur non con il suo corto in gara, il filippino Alphie Velasco ha conquistato i cuori della Carpenè-Malvolti, la Cantina che si è unita quest’anno agli sponsor del festival. La storica azienda vinicola aveva indetto un bando rivolto ai registi partecipanti al Concorso Internazionale e al Music Video Competition, con l’intento di trovare una sceneggiatura da tramutare in un corto su Antonio Carpenè, fondatore della Cantina, e alla storia delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, patrimonio UNESCO. Lo script di Velasco, intitolato Eredità, è stato scelto per la sua “narrazione intima […] che enfatizza ed esalta i principi etici della Famiglia Carpenè ed i valori fondativi della storica Impresa Carpenè-Malvolti”.

A concludere la serata in grande stile ci ha pensato l’artista Igor Imhoff, che per il secondo anno di fila ha presentato una performance da lui concepita, intitolata Catoptrophobia. Ispirata al concetto della “fobia”, l’esibizione è stata pensata per mettere in scena un ponte fra l’individuo e il mondo digitale. Facendo uso di immagine proiettate direttamente sul proprio corpo in movimento, Imhoff ha messo in scena un viaggio alla ricerca dell’identità in una dimensione composta da pixel.