Mother Fortress vince come Miglior Documentario 2020 al Festival del Cinema di Spello
Mother Fortress, di Luisa Forenza, ha vinto il premio come Miglior Documentario al Festival del Cinema Città di Spello ed i Borghi Umbri.
Mother Fortress vince il premio come Miglior Documentario 2020 al Festival del Cinema Città di Spello ed i Borghi Umbri – Le professioni del Cinema
Mother Fortress, diretto da Luisa Forenza, ha vinto il premio come Miglior Documentario alla 9ª edizione del Festival del Cinema Città di Spello ed i Borghi Umbri – Le Professioni del Cinema. Il film è il racconto delle vite dei religiosi in un monastero siriano, una quotidianità fatta di pericoli, che passa dall’interno dell’edificio ai convogli umanitari di pronto soccorso che hanno attraversato campi minati per raggiungere il fronte opposto della guerra terroristica. “Il documentario Mother Fortress ha saputo raccontare il coraggio di una fede che è riposta più nell’uomo che nel divino, per aver puntato un faro su una zona d’ombra del mondo e della nostra storia, per aver delineato i contorni del coraggio di una donna che combatte una guerra silenziosa con l’arma della bontà”, ha dichiarato la giuria del Festival.
Luisa Forenza sarà ospite martedì 25 agosto 2020 al TG di Rai News dove racconterà l’esperienza diretta che ha poi portato alla realizzazione del documentario. Un lavoro che è durato 3 anni dal 2014 al 2017, vincitore anche di una menzione speciale del Tertio Millennio Film Fest e presente a numerose rassegne, come il Meeting di Rimini, il Milano Movie Week e il Festival Human Rights Nights di BolognaImage. Mother Fortress, scritto e diretto da Maria Luisa Forenza, che ha curato anche la direzione della fotografia insieme a Giulio Pietromarchi, prodotto dalla Damascena Film in collaborazione con Rai Cinema e con la Roma Lazio Film Commission, è stato definito “un miracolo di sapienza narrativa, raggiunta attraverso semplicità, sincerità e sottrazione”. Il film esplora la condizione umana durante la guerra, senza soffermarsi eccessivamente sul conflitto armato, raccontando un viaggio fisico e spirituale.
Sinossi: Madre Agnes, assieme a monaci, monache provenienti da Francia, Belgio, Portogallo, Libano, Cile, Venezuela, Colorado-USA, di cui alcuni ex-giornalisti, affronta gli effetti della guerra in Siria sul suo monastero, situato ai piedi delle montagne al confine con il Libano dove ISIS insidiosamente si nasconde. Nonostante sia esso stesso obiettivo di attacchi, il monastero accoglie orfani, vedove, rifugiati cristiani e sunniti, vittime di una guerra fratricida che dal 2011 ha prodotto caos e devastazione. Organizzando un convoglio di ambulanze e camion, che percorrono strade controllate da cecchini, Madre Agnes persegue la rocambolesca missione di fornire aiuti umanitari come cibo, vestiti e medicine ai siriani rimasti intrappolati nel paese.