Ferzan Özpetek e il bellissimo gesto di amicizia di Giorgio Armani: “non potevo permettermi lo smoking per Cannes e lui me lo regalò”
Da quel gesto non si persero mai più di vista.
Giorgio Armani è morto a 91 anni: Ferzan Özpetek lo ricorda con una scena lontana dalle passerelle. Era il 1997, lui era un regista sconosciuto, con Il bagno turco pronto e nessun festival disposto a dargli spazio, finché, dopo mesi di silenzio, Cannes accettò il film. Un trionfo? Non del tutto. Non aveva uno smoking, né i soldi per comprarlo. L’idea di arrivare a quel debutto senza l’abito richiesto lo paralizzava più del giudizio della critica. La svolta arrivò da Armani. Una costumista raccontò la situazione e il giorno seguente il regista ricevette l’invito a presentarsi in boutique. Lo smoking c’era già, il preludio di un’amicizia destinata a durare.
Ferzan Özpetek e l’amicizia con Armani di lunga data

Armani diventò una presenza costante. Non mancava alle prime. Quando uscì Saturno contro, aveva un volo per gli Stati Uniti proprio quel giorno. Scelse di rinviare la partenza e sedersi accanto a Ferzan Özpetek in sala. La sua attenzione emergeva nei dettagli e nei pensieri, a tal punto che Özpetek dovette imparare a trattenersi dai commenti quando andava nei suoi negozi perché definire un abito o un profumo equivaleva a trovarselo recapitato a casa nel giro di poche ore.

Il rapporto si tradusse anche in momenti che restano impressi, ad esempio in una serata intera dedicata ad Armani, con attori internazionali pronti a celebrarlo, lo stilista scelse di avvicinarsi a Özpetek: “Ho visto Mine vaganti per la terza volta, è un capolavoro”, gli disse. Il regista rimase spiazzato: proprio lì, nel centro della sua festa, aveva voluto dedicare a lui un riconoscimento personale.
Anche il cinema ha trattenuto l’eredità di quell’incontro. In Diamanti, la sarta interpretata da Luisa Ranieri incarna la stessa ossessione per i dettagli applicata da Armani a ogni gesto, persino al controllo di una tavola imbandita al termine di una sfilata. La traccia concreta di una lezione ricevuta. Così l’arte di Giorgio Armani è rimasta dentro quella di Özpetek, più di quanto avrebbero potuto fare passerelle e premi.
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