Fall: il film di Scott Mann è ispirato a una storia vera?
Da una delle paure più antiche può nascere un film intero.
Soffri di vergini? Meglio che getti la spugna fin da ora. Accolto calorosamente su Netflix, scalando i primi posti delle classifiche mondiali, Fall è un film da guardare tutto d’un fiato, se hai il fegato. Nella sua semplicità, la trama ti catalizza davanti allo schermo fino ai titoli di coda.
La storia dietro Fall

Le due amiche protagoniste, Becky (Grace Caroline Currey) e Hunter (Virginia Gardner), decidono di arrampicarsi su una torre radio abbandonata alta oltre 600 metri in mezzo al nulla. Quella che all’inizio si preannuncia come avventura estrema diventa un incubo a occhi aperti perché una serie di imprevisti le intrappola lassù, togliendo ogni via di fuga, senza attrezzatura e cibo.
Lo spettatore viene risucchiato nella paura ancestrale di cadere nel vuoto, sprovvisto della rete di salvataggio minima, e più la trama prosegue, più le ragazze sembrano spacciate. Ogni tentativo va a vuoto, e la tensione sale a velocità siderale, da qui la domanda: la storia affonda le radici in fatti di cronaca? La risposta è no, Fall nasce dalla creatività del regista Scott Mann e dello sceneggiatore Jonathan Frank, ma già il fatto che ci interroghiamo dice abbastanza sulla credibilità del racconto.

Il guizzo è venuto mentre, durante le riprese di un altro lungometraggio, discutevano sulla pausa delle altezze, sfruttate da pretesto narrativo. Tutti noi abbiamo sperimentato almeno una volta questa fobia e, a voler essere puntigliosi, la torre del film esiste davvero. Trattasi della KXTV Tower di Walnut Grove, in California, uno dei tralicci più imponenti degli Stati Uniti. A quanto pare, durante il lockdown Mann e la sua squadra hanno passato settimane a cercare la location perfetta, setacciando nel deserto tra strutture abbandonate e antenne radio arrugginite. E hanno scelto proprio bene.
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