Ema Stokholma e le rivelazioni shock sull’infanzia difficile: “Quando si vedevano i lividi mamma non mi mandava a scuola”

A cuore aperto, la conduttrice radiofonica Ema Stokholma ha svelato nuovi dettagli sulla difficile infanzia vissuta a causa delle violenze di sua madre.

Ema Stokholma non ha mai nascosto di aver trascorso un’infanzia e un’adolescenza piuttosto difficili, a causa delle continue violenze, sia fisiche sia psicologiche, subite da sua madre. Dopo averne parlato lo scorso marzo nel salottino di Verissimo, la conduttrice radiofonica apparsa recentemente nella terza stagione della serie Vita da Carlo è tornata a parlare della questione in una lunga intervista rilasciata ai microfoni de Il Corriere della Sera, nel corso della quale ha svelato nuovi dettagli.

Ema Stokholma e le rivelazioni shock sull’infanzia difficile

A cuore aperto, Ema Stokholma ha ripercorso il rapporto conflittuale vissuto con la madre, rivelando “Mi capita di rado di sognarla. Le poche volte che succede, è sempre la mamma giudicante che mi disprezza“. La conduttrice radiofonica ha poi spiegato il motivo per cui non l’ha mai denunciata. “Mi prendo le mie responsabilità, ma io avevo troppa paura di ritornare a casa dopo una eventuale denuncia. Lei, poi, non mi mandava a scuola quando i lividi si vedevano. E comunque non è che avessi dei modelli di riferimento positivi, tra gli adulti: persino mio padre mi diceva “ci vediamo lunedì”, e poi ricompariva dopo quattro anni“.

Nel suo memoir, Ema Stokholma ha raccontato un paio di aneddoti sulla sua difficile infanzia. A quattro anni, sua madre la picchiò in auto mentre a nove la incitò a buttarsi in un fiume ma fortunatamente venne salvata inconsapevolmente da un libraio di nome Stéphane. “Non l’ho più rivisto. Quando sono tornata a Romans-sur-Isère, due anni fa, lui non c’era: il negozio sì, con lo stesso poster appeso in vetrina“. L’incubo vissuto tra le mura di casa ha causato alla conduttrice problemi di alimentazione. “Rifiutavo tutto quello che arrivava da lei, sto ancora cercando di capirlo. Anche adesso mi capita di lasciarmi andare a questa forma di inappetenza“.