Dune 3 arruola due giovani protagonisti (e si prepara un grande balzo temporale)
Con Dune: Messiah, Denis Villeneuve punta a concludere la sua esplorazione dell’universo di Paul Atreides.
L’universo cinematografico di Dune firmato Denis Villeneuve continua a espandersi, e lo fa con due new entry fondamentali per il terzo capitolo in arrivo. Secondo Deadline, Nakoa-Wolf Momoa interpreterà Leto II Atreides, mentre Ida Brooke sarà sua sorella gemella Ghanima Atreides, i figli di Paul Atreides (Timothée Chalamet) e Chani (Zendaya). Un dettaglio non da poco: la loro presenza suggerisce un significativo salto in avanti nella linea temporale. Per chi conosce i romanzi di Frank Herbert, l’introduzione dei gemelli in età più matura è un chiaro indizio: Dune 3 si addentrerà non solo nei territori già raccontati in Dune Messiah, ma potrebbe spingersi fino ai primi capitoli di Children of Dune, superando le immediate conseguenze dell’ascesa imperiale di Paul.
Attenzione: spoiler dal romanzo di seguito!

Nella complessa mitologia di Herbert, Leto II e Ghanima rappresentano un punto di svolta per l’Imperium e per la dinastia degli Atreides. La loro nascita avviene verso la fine di Dune Messiah, ambientato circa dodici anni dopo che Paul Muad’Dib è salito al trono, portando con sé una jihad galattica che ha cambiato il volto dell’universo. I due gemelli nascono “pre-nati”, condizione causata dalla massiccia esposizione della madre Chani alla Spezia durante la gravidanza. Questo status conferisce loro pieno accesso ai ricordi ancestrali — un bagaglio di esperienze e vite passate — ancor prima di nascere. Il risultato? Due bambini dal corpo piccolo, ma dalla coscienza antica e profondissima.
Il fatto che Momoa e Brooke siano stati scelti per interpretare i gemelli già in età attiva, e non da neonati, implica che Dune 3 potrebbe sorvolare sui dodici anni che separano la conquista di Arrakis dagli eventi di Dune Messiah. Il romanzo racconta il crescente tormento interiore di Paul, oppresso dal peso della propria preveggenza e dal fanatismo incontrollato della jihad. È un periodo fitto di cospirazioni, messe in atto dalle Bene Gesserit, dalla Gilda Spaziale e dai misteriosi Tleilaxu, tutti decisi a minare il suo potere o manipolare la sua discendenza. Il racconto culmina in una tragedia personale: Paul perde la vista e Chani muore dando alla luce i gemelli. Se il film dovesse toccare anche Children of Dune, ci troveremmo circa nove anni dopo la morte di Paul, con Leto II e Ghanima ormai giovani adulti, impegnati a fronteggiare le trame politiche della loro zia reggente, Alia Atreides.
Con Dune: Messiah, Denis Villeneuve punta a concludere la sua esplorazione dell’universo di Paul Atreides. Il regista ha più volte dichiarato che questo sarà il suo ultimo capitolo nella saga, e intende restare fedele alla visione originale di Herbert: Dune Messiah non è il racconto di un eroe, ma un ammonimento sul pericolo del potere assoluto e sulle sue inevitabili conseguenze. Oltre al ritorno di Chalamet e Zendaya, si prevede un ruolo molto più rilevante per la principessa Irulan, interpretata da Florence Pugh, che nel secondo film ha avuto solo un assaggio di scena. Anche Anya Taylor-Joy, apparsa brevemente nei panni di Alia in Dune: Parte seconda, potrebbe avere un ruolo molto più ampio. E sì, Jason Momoa tornerà, ma nei panni del ghola Duncan Idaho.
Crescono inoltre le voci su un possibile ingresso nel cast di Robert Pattinson, in lizza per il ruolo del subdolo Scytale, un danzatore del volto Tleilaxu e figura chiave nella rete di cospirazioni contro Paul. La narrazione di Dune: Messiah potrebbe quindi allargarsi, dando maggiore spazio ai personaggi interpretati da Taylor-Joy, Pugh e Momoa, pur mantenendo saldo il fulcro drammatico attorno a Paul e Chani. L’uscita di Dune: Messiah è fissata per il 18 dicembre 2026.