Le donne protagoniste del cinema: ancora poche dietro lo schermo? ANCCI e ACEC rispondono!

ANCCI e ACEC guardano al ruolo delle donne e al loro ruolo professionale nel cinema, lanciando una serie di iniziative che facciano luce sulla discriminazione presente anche nel settore dell'audiovisivo. Una riflessione e un approfondimento che si possa tramutare presto in azione.

ANCCI, l’Associazione Nazionale Circoli Cinematografici Italiani, insieme ad ACEC, l’Associazione Cattolica Esercenti, in un incontro streaming di presentazione tenutosi il 15 Marzo hanno presentato il progetto Protagoniste. Le Donne del cinema tra identità e sguardo. Ad un primo impatto il titolo può concentrare l’attenzione unicamente sulle donne intese come protagoniste di prodotti audiovisivi, ma l’iniziativa ha un respiro molto più ampio: si parla di donne sullo schermo e dentro lo schermo, ma anche e soprattutto delle donne che lavorano dietro lo schermo e che potrebbero essere molte di più di quelle che vediamo oggi.

Una mancanza forte e sentita nel settore che in questo momento di stop deve essere l’occasione per riflettere e pensare ad un’inversione di rotta. La voce del settore audiovisivo si unisce così – con una serie di video focus realizzati dall’associazione Women in Film, Tv e Media Italia che affronteranno di volta in volta diverse tematiche legate alla disparità di genere – a quella di tutti i settori professionali, al fine portare in primo piano la necessità di rivedere le dinamiche dell’occupazione che continuano ad escludere la presenza femminile.

Le donne protagoniste del cinema, tra identità e sguardo

Donne attrici, registe, autrici ma anche produttrici, è delle donne che esercitano un potere che si parla sempre troppo poco e sono esattamente loro quelle che fanno una grande difficoltà ad emergere, perché come sottolinea bene la regista Antonietta De Lillo, “la vera difficoltà è riuscire a dialogare.”

Women in film - Cinematographe.it

E aggiunge: “Io non ho avuto enormi difficoltà ad entrare nel settore ma è la presenza di una lobby maschile che nel corso del tempo si è chiusa sempre di più in se stessa. Se la maggior parte delle donne si spinge più verso la realizzazione di un documentario e poco sulla finzione, è perché in quel genere trovano una maggiore espressione e possono avere una piena padronanza del prodotto. Ci saranno più film di finzione femminile quando ci saranno più donne in ruoli decisivi e di potere.

Una testimonianza che rende chiare quali siano state le involuzioni del settore, che dalla presenza femminile potrebbe trarne una nuova linfa e ricchezza, uno sguardo e un’identità rinnovate. Ed ora che la frenesia a causa dell’emergenza sanitaria è venuta meno, è giusto che si ponga l’attenzione sui dati, in vista anche dell’obiettivo del recovery plan di ridisegnare la mappa dell’occupazione femminile.

“Il problema dell’accesso delle donne al lavoro in luoghi decisionali è priorità ed obiettivo del recovery plan. Il settore del cinema è un ambito in cui da sempre è premiato il talento, quindi non si può e non si deve parlare di quote rosa: ci sono tante validissime rappresentati che offrono la loro professionalità e talento al cinema. Per questo si è pensato ad un’iniziativa che attraverserà vari momenti in questi prossimi mesi, mostrando la sfera femminile del mondo del cinema”, ha affermato Massimiliano Eleonori, Presidente ANCCI.

Women in Film: pillole e focus di approfondimento per raccontare il cinema e le donne

Ad essere parte attiva e integrante di questa iniziativa è l’associazione Women in Film, Television & Media Italia, che già sul profilo Facebook ha lanciato una serie di pillole di e-learning pubblicate ciclicamente e dedicate agli stereotipi e pregiudizi di genere.

“La materia dell’associazione è la promozione delle professionalità femminile: non è una questione di donne per donne, ma le tematiche di genere riguardano tutta la società, il suo benessere e la sua equità. Il problema attraversa tutti i settori, anche l’audiovisivo, perché la presenza femminile di cui si parla e che spesso vediamo non rispecchia una presenza duratura, continuativa, e presenta difficoltà molteplici e comuni. Le percentuali oggettive, i dati reali dell’occupazione femminile non corrispondono alla percezione, c’è quindi molto lavoro da fare. L’associazione vuole essere una solida rete di supporto”, ha spiegato Domizia De Rosa, Presidente di Women in film.

I video focus realizzati e che sono alla base del progetto, e che saranno rilasciati per tutto l’anno, racconteranno di storie di emarginazione, solidarietà femminile ed identità di genere. Rispetto alle pillole la novità è il dialogo e il confronto con donne che lavorano nel settore audiovisivo, che condivideranno storie autentiche. Saranno arricchiti inoltre da una selezione di film, scelti privilegiando quelli che hanno coinvolto un team totalmente al femminile, proprio per valorizzare quelle professionalità del settore che fanno difficoltà ad emergere.

L’obiettivo è che questo progetto in ogni sua parte, renda i suoi contenuti virali per guardare attivamente e insieme, uomini e donne, agli stereotipi. Analizzarli in un confronto dialogico, e liberarsene definitivamente senza riproporli più in ciò che viene realizzato e prodotto.