Donald Trump e la vecchia amicizia con Sean “Diddy” Combs: “considererei certamente di concedergli la grazia”

Una grazia che scotta.

Donald Trump ci sta pensando davvero: graziare Sean “Diddy” Combs, il vecchio compagno di party che oggi rischia decenni di carcere. La notizia è uscita venerdì, quando il presidente degli Stati Uniti, 78 anni, ha risposto a bruciapelo in conferenza stampa: “Certamente potrei prendere in considerazione la cosa”. Detto da lui, non è un fuoco di paglia.

Processo a Diddy: perché la grazia di Donald Trump sarebbe un game-changer

Donald Trump potrebbe concedere la grazie a Sean Diddy Combs - Cinematographe.it
Ph. Credits: Gage Skidmore/Nikeush (Wikimedia Commons)

Prima, però, il quadro: Combs, 55 anni, è sotto processo federale per traffico sessuale, prostituzione, associazione a delinquere e una sfilza di vari altri capi d’imputazione. L’arresto del 2024 ha trascinato in tribunale anni di voci e cause civili. L’accusa parla di un vero sistema, con voli privati usati per “trasportare” donne e feste che oltrepassavano parecchie linee rosse. Diddy si dichiara innocente, ma le deposizioni sono pesanti come piombo.

Secondo il New York Post, i legali del mogul avrebbero avviato un canale diretto con lo staff di Trump per capire se esista spazio per un colpo di spugna presidenziale. Venerdì, microfoni accesi, Donald Trump ha confermato il contatto: Dovrei guardare i fatti, non seguo la vicenda da vicino. Non lo vedo da anni. Una volta eravamo in ottimi rapporti, poi la politica ci ha separati”. Tono neutro, ma porta aperta.

Donald Trump potrebbe concedere la grazie a Sean Diddy Combs - Cinematographe.it
Ph. Credits: Gage Skidmore (Wikimedia Commons)

I due, in effetti, hanno condiviso palchi e copertine nei primi Duemila: fiumi di champagne a Mar-a-Lago, comparsate al ‘Celebrity Gulfstream’ di Diddy, selfie prima che esistessero i selfie. Poi Donald Trump è sceso in campo e il rapper si è spostato sul fronte opposto con slogan anti-Trump. Vecchie ruggini, ma nemmeno questo sembra frenare l’ex presidente: “Se qualcuno è stato maltrattato, che mi ami o mi detesti, a me non importa”.

Tradotto: se fa gioco politico, lui il pardon lo firma. Nel frattempo, l’idea che un’icona hip-hop indagata per traffico sessuale finisca nel mazzo delle grazie presidenziali è l’ennesimo episodio di un reality che pare non voler finire mai.

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