David Lynch: in vendita l’incredibile villa, universo creativo del regista [FOTO]
Il rifugio del regista rappresenta il suo testamento definitivo.
Morto lo scorso gennaio, l’eco di David Lynch continua a risuonare. Tra le tracce lasciate dal regista, una delle più significative è la sua casa sulle colline di Hollywood, un rifugio privato che sembra uscito da una delle sue sceneggiature. Arroccata su un terreno di 2,3 acri e oggi quotata per 15 milioni di dollari, la proprietà è piena di simboli.
La villa di David Lynch viene messa in vendita

Nel 1987 Lynch acquistò la Beverly Johnson House, progettata da Lloyd Wright, figlio di Frank Lloyd Wright, esempio riconosciuto di Mid-Century Modern. Quattro anni dopo chiamò Eric Lloyd Wright, nipote del maestro, per disegnare piscina e pool house, prolungando la tradizione familiare.
Negli anni successivi aggiunse vari lotti, su tutti una casa brutalista e uno studio. Nacque così un campus creativo con sette edifici e oltre mille metri quadrati, dieci camere da letto e undici bagni, il luogo ideale per produrre immagini e idee.
Cuore del complesso, una casa di 180 metri quadrati caratterizzata da geometrie spigolose e texture organiche. La facciata di cemento cattura la luce del sole come un negativo fotografico all’interno, ambienti essenziali esaltano l’onestà dei materiali, leitmotiv nelle opere del regista.
All’interno del complesso David Lynch dispose spazi di lavoro e montaggio dove prese forma Mulholland Drive e furono girate parti di Strade perdute. Quelle stanze erano officina e confessionale insieme, punti di contatto tra vita privata e visione artistica. Il maestro volle anche una foresteria scultorea e un mini-rifugio con il suo intonaco grigio preferito, levigato fino a sembrare velluto.
Oggi la proprietà è descritta come “santuario creativo e punto di riferimento architettonico”. Per chi conosce David Lynch, resta soprattutto un archivio vivente: una casa che riflette la sua ossessione per lo spazio e la forma, la stessa che ha plasmato Twin Peaks, Velluto blu e Mulholland Drive.
Nelle colline di Los Angeles sopravvive così un set senza fine, dove il regista ha abitato i suoi incubi e le sue visioni, lasciando che realtà e cinema si fondessero in un’unica scenografia.
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