Daniel Craig e la commovente reazione a No Time to Die: “18 anni della mia vita”

Daniel Craig è scoppiato in lacrime dopo aver visto la sua ultima apparizione come James Bond in No Time to Die.

Daniel Craig ha pianto dopo aver visto No Time to Die (e noi con lui). L’addio a James Bond è stato un duro colpo per l’attore

Daniel Craig è scoppiato in lacrime dopo aver visto la sua ultima apparizione come James Bond in No Time to Die. La venticinquesima puntata del franchise di 007 ha mostrato Craig dire addio all’iconica spia britannica, dopo aver recitato nei suoi panni in cinque film consecutivi, a cominciare da Casino Royale del 2006. No Time to Die è stato costantemente rimandato a causa della pandemia, ma è finalmente arrivato nelle sale cinematografiche a ottobre 2021, divenendo un successo di critica e pubblico.

No Time to Die riprende la narrazione di 007 esattamente dopo Spectre. Nel film Bond è costretto ad abbandonare la sua meritata pensione in Giamaica per aiutare a combattere il villain Lyutsifer Safin (Rami Malek). Il film è stato elogiato anche per essersi leggermente discostato dalla solita formula delle pellicole di James Bond, essendo il primo film del franchise in cui la spia britannica viene effettivamente uccisa (o meglio, si sacrifica), una scelta super approvata anche da Daniel Craig. Un’altra grande novità introdotta con questa pellicola è che Bond non è più 007, ha una relazione e ha persino messo su famiglia.

The Digital Spy riporta che il co-editor del film Elliot Graham ha rivelato, durante la vittoria ai BAFTA del film, che Craig ha avuto una reazione emotiva molto forte guardando la sua ultima apparizione come James Bond. L’editor ha anche rivelato che l’attore è stato un aiuto prezioso in fase di montaggio. “Racconterò una storia che non dovrei raccontare. Ha visto da solo il montaggio preliminare del film e siamo stati invitati pochi minuti dopo dai produttori. Ed era in lacrime. Perché sono passati più di 18 anni della sua vita. E questo significava molto per lui. Ci sono attori e cineasti che capiscono il processo. E Daniel è uno di loro. Supporta assolutamente i suoi collaboratori, i suoi registi, produttori e sceneggiatori. E ha trascorso tre giorni in sala di montaggio con noi e non avrebbe potuto essere più gentile di così”.

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