Cronaca di una passione: un film per raccontare la tragedia della crisi

Dopo Maternity Blues, Fabrizio Cattani torna con un film coraggioso, interpretato da Vittorio Viviani e Valeria Ciangottini: Cronaca di una passione, un lavoro struggente e doloroso, toccante e commovente dedicato ai tanti suicidi di coloro che non hanno retto alla crisi economica.

Ispirandosi a fatti di cronaca realmente accaduti Cattani entra con estrema delicatezza e rispetto nel vivo di un dramma quanto mai attuale: in un Paese ferito in profondità dalla crisi economica, la tragedia di chi perde tutto strozzato non da volgari usurai ma da uno Stato sordo ed indifferente, che non ha più alcun moto di comprensione e oramai privo di ogni senso di umanità.

Il film sarà protagonista di un vero e proprio tour in tutta Italia che prenderà l’avvio il 7 novembre in Veneto, la regione più toccata dai suicidi per la crisi economica nel triennio 2012-1015, e che prevede, accanto alla proiezione e al confronto con i diretti protagonisti del film, anche un incontro con il pubblico e le Associazioni che combattono in prima linea per la tutela delle vittime di questa tragedia. Prima tappa al Cinema Roma di Vicenza (ore 20,30).

Come nel suo precedente film Cattani racconta senza pregiudizi, in maniera asciutta, essenziale e con rispetto per il dramma che sta raccontando, le conseguenze di folli atti giudiziari e mala burocrazia che portano gente “semplice” a gesti estremi suggerendo un possibile “concorso di colpa”. Con l’esigenza precisa di lasciare una traccia, un documento di questa epoca di sfacelo per la piccola e media impresa.

Di seguito la sinossi di Cronaca di una passione:

Giovanni e Anna sono due coniugi sessantenni che per una vita hanno vissuto insieme serenamente e dignitosamente, gestendo con passione la loro trattoria nella cittadina di provincia in cui vivono. Da qualche anno però anche la loro attività risente della grave crisi economica che attanaglia tutto il Paese. Accumulano debiti con lo Stato a causa di una cartella esattoriale che non sanno come saldare. Tirano avanti finché l’Agenzia di riscossione dei tributi decide per loro disponendo il pignoramento forzato della loro casa e la successiva messa all’asta.

Da questo momento per Giovanni e Anna comincia un inesorabile calvario che li porterà alla perdita della loro attività, della loro casa, della loro serena quotidianità ed intimità. Trasferiti in una casa famiglia dai servizi sociali, saranno costretti a vivere in camere separate e in condizioni quasi di degrado. Abbandonati al loro destino e ignorati dalla società nonostante ne facciano parte, i due coniugi, pur avendo la morte nel cuore, faranno di tutto per ricominciare a vivere. Quando la posta in gioco sarà la dignità, sceglieranno una soluzione estrema.