Cristiana Capotondi e il rimpianto per la maternità “ai tempi supplementari”: “avrei voluto più figli”

Il debutto a teatro e la confessione più intima: il rimpianto di Cristiana Capotondi per una maternità arrivata troppo tardi.

Dopo anni di cinema e televisione, Cristiana Capotondi ha deciso di mettersi in gioco a teatro. Lo farà con un monologo dal titolo La Balia dei vinti, un testo che lei stessa definisce delicato e movimentato, pieno di personaggi diversi da portare in scena. Non è stata una decisione facile: per molto tempo ha avuto paura di non essere pronta, di dimenticare le battute, di non reggere l’emozione. Ma la nascita della figlia Anna le ha dato la spinta che mancava: “Perché devo avere paura di una cosa che desidero?”, si è chiesta.

Cristiana Capotondi e il rimpianto per la maternità “ai tempi supplementari”

Cristiana Capotondi rimpiange la maternità tardiva - Cinematographe.it

A raccontarlo è stata la stessa Cristiana Capotondi sulle pagine di Sette, il settimanale del Corriere della Sera. La maternità, arrivata a 42 anni, le ha cambiato il passo. Lei stessa la definisce una svolta: “I bambini ti danno forza, ti trasformano, ti fanno scoprire energie che non sapevi di avere”. Con ironia, ha parlato di una maternità arrivata “ai tempi supplementari”, usando la metafora calcistica che le è cara.

Non nasconde i dubbi e i rimpianti: se potesse tornare indietro, avrebbe voluto avere figli prima. “Mi manca l’idea delle famiglie numerose”, confessa. Ma nello stesso tempo riconosce la bellezza di questa maternità arrivata tardi: raccogliere storie di donne, condividere paure, speranze, perfino aneddoti buffi come i corsi preparto via Zoom o la paura del parto. Tutto materiale che potrebbe diventare parte di un futuro spettacolo.

Cristiana Capotondi rimpiange la maternità tardiva - Cinematographe.it

Accanto ad Anna, Cristiana Capotondi prova a costruire un sistema familiare allargato: il papà, la zia, la sorella, le cugine, i padrini. Vuole evitare il rischio di un legame esclusivo e chiuso, anche se ammette che tra lei e la bambina il rapporto è fortissimo. Ha rallentato il lavoro per vederla crescere, ha scelto solo i progetti che le davano gioia vera.

C’è anche uno sguardo critico sul futuro: i social la preoccupano, tanto da sperare in un Millennium bug che li spenga all’improvviso. Per ora Anna non sa cosa sia uno smartphone, e Cristiana preferisce proteggerla da quel mondo ancora pericoloso.

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