Avete visto la figlia di Paolo Villaggio? Gli assomiglia, erano molto legati ma a scuola si vergognava di lui [FOTO]

Tutti i prof lo adoravano. Eppure, lei ne era imbarazzata!

“Una persona normale, curioso, iperattivo, amava i viaggi, la compagnia degli amici”. Lui è stato uno dei più grandi artisti del dopoguerra, Paolo Villaggio. Colei che ne parla, una donna molto vicina, la figlia Elisabetta, autrice televisiva.

Chi è la figlia di Paolo Villaggio

Chi è la la figlia di Paolo Villaggio - Cinematographe.it

Classe 1959, è frutto, insieme al fratello Pierfrancesco, della storia tra il comico genovese e Maura Albites. Conseguita la laurea in Filosofia all’Università di Bologna e in Cinema e Televisione alla USC di Los Angeles, ha prestato servizio come regista, assistente alla regia, autrice e consulente per programmi Rai, Mediaset e la7. Inoltre, ha girato due corti, di cui uno, Taxi, selezionato alla Mostra del Cinema di Venezia. Tanti i libri all’attivo, da Marylin: un intrigo dentro la morte fino all’ultima pubblicazione, Fantozzi dietro le quinte. Oltre la Maschera. La vita (vera) di Paolo Villaggio (Baldini + Castoldi), uscito nel 2021.

Schiva sulla vita privata (sappiamo solo che non è sposata e non ha figli), quando parla del padre non si trattiene. È un fiume in piena, adorandolo in tutte le sue infinite sfaccettature e contraddizioni. Non era il tipo di genitore che ti leggeva la favola della buonanotte. Né tanto meno ti accompagnava a scuola o andava ai colloqui coi professori, precisa al Corriere della Sera. Ai tempi della scuola, Elisabetta si vergognava di avere un papà famoso. Ma i professori lo adoravano, tolta quella di storia delle scuole medie, “che lo considerava alla stregua di un pagliaccio”.

Durante la chiacchierata, la donna racconta gli esordi di Paolo Villaggio, mentre tentava di farsi largo nell’ambiente dello spettacolo. A notarne il talento fu Giovanni Salvi, allora direttore di Rai Uno, il quale, dopo esserne rimasto piacevolmente colpito vedendolo nei panni del Professor Kranz al 7×8, desiderava sottoporgli l’idea di un programma, in procinto di nascere, da realizzare a Milano.

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Il personaggio della svolta fu Fantozzi. Tutto nacque con delle strisce settimanali sull’Espresso, quindi venne il turno del libro e, infine, del cinema. Alla proiezione della prima al Barberini, Paolo Villaggiò lasciò velocemente la sala. Era convinto che il successo sarebbe dovuto passare dal popolo. Così andrò prima in una sala a Piazza San Giovanni e poi in una ancora più remota. Le risate fragorose del pubblico lo rassicurarono.

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