Cannes 2025, Juliette Binoche a ruota libera su #MeToo, Trump, Depardieu e Gaza

Quello che è emerso dalla conferenza stampa di presentazione della 77ª edizione del Festival di Cannes, a cui Cinematographe.it ha partecipato.

La 77ª edizione del Festival di Cannes si è ufficialmente aperta con la conferenza stampa di presentazione, a cui noi di Cinematographe.it abbiamo partecipato. A guidare la giuria quest’anno è Juliette Binoche, attrice simbolo del cinema d’autore europeo, che fin dalla conferenza stampa di apertura non ha evitato temi caldi e complessi. Noi della redazione eravamo lì, testimoni di un incontro in cui la politica e l’arte si sono intrecciate senza filtri.

Si comincia, inevitabilmente, con una domanda sulla presenza femminile al festival, una questione sempre più centrale nella programmazione e nelle scelte di Cannes. Binoche risponde con naturalezza e lucidità: “È vero, Cannes dà sempre più visibilità alle donne. È anche una conseguenza del movimento #MeToo”. Un riconoscimento chiaro del cambiamento che ha attraversato l’industria cinematografica e che oggi si riflette nei ruoli, nei racconti, e soprattutto nello sguardo con cui questi vengono proposti. Ma i giornalisti presenti in sala non si fermano al cinema. Quando le viene chiesto di commentare il presidente Donald Trump, Binoche è schietta: “Non ho gli strumenti per parlare della sua politica, ma mi sembra stia facendo di tutto per salvarsi il suo paese… e per salvarsi il culo”.

Il ritorno sulla Croisette è per Binoche un’emozione senza fine: “Tornare ha sempre quello stesso eccitamento, è bello vedere sempre più persone venire a vedere film”. Non manca però una delle domande più spinose del momento: il caso di Gérard Depardieu, dichiarato colpevole di aggressione sessuale e condannato a 18 mesi di carcere. Anche qui Binoche sceglie di non semplificare: “Non è un mostro, è un uomo. Ma dobbiamo pensare intensamente al potere che diamo alle persone”. Nessuna giustificazione, ma un invito a riflettere sulle dinamiche di potere, spesso tossiche, che si annidano dietro le icone pubbliche. Infine, l’inevitabile domanda sul conflitto in Medio Oriente e sulla lettera in solidarietà a Gaza che molti colleghi hanno firmato. Perché Juliette Binoche non lo ha fatto? L’attrice taglia corto, visibilmente a disagio: “Non posso rispondere”.

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