Brigitte Bardot brutalmente onesta: “I film di oggi sono una noia”
"Sono prigioniera di me stessa. Non posso evadere da quello che sono."
A 90 anni, Brigitte Bardot rompe un silenzio televisivo durato un decennio e si racconta in una rara intervista a BFM TV. Icona del cinema francese e figura simbolica degli anni ’50 e ’60, Bardot si mostra oggi lucida, schietta e disillusa, tra riflessioni sulla propria esistenza, il cinema moderno e il suo impegno per i diritti degli animali.
“Sono prigioniera di me stessa. Non posso evadere da quello che sono.” Con questa frase amara, l’ex attrice esprime il peso della notorietà che, se da un lato l’ha resa immortale, dall’altro le ha tolto una quotidianità semplice, come “andare in un bistrot a bere un caffè”, cosa che non ha mai potuto fare liberamente in tutta la sua vita.
Brigitte Bardot e l’addio al cinema senza rimpianti

Bardot non ha mai guardato indietro con nostalgia per il suo ritiro dalle scene nel 1973. Anzi, afferma con convinzione: “Ho sempre voluto lasciare prima di essere lasciata.” Secondo l’attrice, il cinema stava già cambiando allora, perdendo “le grandi storie, i bei dialoghi, i registi brillanti”. Oggi, conferma la sua distanza da quello che definisce un panorama cinematografico “brutto e sociale”, privo di magia e sogno. “Amo sognare, i film attuali non fanno sognare”, dice con disincanto.
Tra i tanti della sua carriera, ce n’è uno che vorrebbe rivedere sugli schermi: L’orso e la bambola (L’Ours et la poupée, 1970), in cui recita accanto a Jean-Pierre Cassel. Un film che ricorda con affetto per la sua “semplicità, fascino e leggerezza”.
Da oltre cinquant’anni, Bardot ha trasformato la sua notorietà in una voce potente per la protezione degli animali, causa che oggi rappresenta il fulcro della sua esistenza. Attualmente è impegnata nella battaglia contro la caccia alla volpe. La sua villa La Madrague a Saint-Tropez, un tempo simbolo della dolce vita, è ora il suo rifugio, dove vive quasi in volontario isolamento.
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