Brad Pitt sulla sua esperienza agli Alcolisti Anonimi: “avevo bisogno di ripartire”

Brad Pitt si mette a nudo senza filtri sulla sua rinascita personale. Ospite di Dax Shepard e Monica Padman nel podcast Armchair Expert, l’attore ha raccontato senza filtri la sua esperienza con gli Alcolisti Anonimi. Un tema che per lui non è tabù: anzi, lo definisce “una cosa incredibile”.

Brad Pitt: la ripartenza coincisa con gli Alcolisti Anonimi

Durante la chiacchierata, Pitt — oggi 61 anni — ha ricordato i primi incontri con Shepard, proprio in un gruppo AA. “Mi ricordo uomini che condividevano esperienze, errori, debolezze, desideri, dolori… ma anche tanta ironia. È stato speciale“, ha detto. Shepard, che non ha mai nascosto la sua battaglia contro le dipendenze, gli ha chiesto se fosse strano parlare apertamente di quel pezzo di vita. Pitt, tranquillo, ha risposto: “Per niente. Mi sento a mio agio”.

Ma non è stato sempre così semplice. “Ero timido, ma ero anche a terra. Ero in ginocchio, pronto ad ascoltare chiunque. A quel punto provi tutto. Avevo bisogno di un reset, di svegliarmi in certe aree della mia vita”, ha spiegato.

Brad Pitt non si è risparmiato: “Sono un testardo del c***, ma quando faccio casino sono abbastanza bravo a prendermi le mie responsabilità. Poi mi chiedo: ‘Ok, e ora cosa faccio? Come lo aggiusto? Come evito che succeda di nuovo?’”.

L’esperienza con AA per lui è diventata quasi un appuntamento piacevole: “Dopo qualche incontro, era qualcosa che aspettavo con ansia”. Lo stesso approccio lo ha avuto con la terapia: “Quando ho iniziato, ero disperato. Ho sputato tutto subito: ‘Ho fatto questo, quest’altro…’. Non c’era filtro”.

Shepard lo ha interrotto con una battuta: “Non è che entri in AA perché tutto va a gonfie vele”. Pitt ha sorriso: “No, non è certo il club dei vincenti. Di solito ci arrivi quando hai i capelli in fiamme e dici: ‘Ok, forse è il momento di parlare con altri uomini di emozioni'”.

Per Pitt, quel passo nel 2016 — poco dopo la separazione da Angelina Jolie — ha segnato un punto di svolta. E ancora oggi, ammette, aprirsi resta il modo migliore per non restare incastrato nei propri fantasmi.

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