Blake Lively ha ritirato una delle sue accuse contro Justin Baldoni
Blake Lively ha deciso di ritirare una parte fondamentale della denuncia al collega Justin Baldoni, quella legata al “disagio emotivo”.
Dimenticate le fiction in prima serata: la vera soap opera del 2025 si consuma tra aule di tribunale, dichiarazioni esplosive e colpi di scena da prima pagina. Protagonisti: Blake Lively e Justin Baldoni, coinvolti in un controverso processo per presunte molestie sessuali e un ambiente di lavoro tossico durante la produzione di It Ends With Us, il blockbuster del 2024 destinato a non avere un seguito.
Negli ultimi cinque mesi, la vicenda ha assunto contorni sempre più surreali. Le presunte tensioni tra i due attori, l’inattesa comparsa nei documenti legali di nomi del calibro di Taylor Swift e Ryan Reynolds, e la diffusione di video rubati dal set hanno trasformato il caso in un potenziale documentario true crime in stile Netflix. E proprio quando sembrava che non potesse peggiorare, la storia ha preso un’altra piega inaspettata.
Leggi anche Blake Lively vs. Justin Baldoni: già in lavorazione una serie sulla battaglia legale

A metà maggio, l’avvocato di Lively ha inviato una comunicazione al giudice chiedendo documenti e testimonianze legati alla casa di produzione di Baldoni, la Wayfarer. Secondo la missiva, quest’ultima starebbe trattenendo materiali cruciali per l’indagine — un’accusa che, ironicamente, precede la decisione di Lively di ritirare una parte fondamentale della denuncia, quella legata al “disagio emotivo”.
Inizialmente, l’attrice aveva accusato Baldoni non solo di molestie, ma anche di averle causato forti danni psicologici, tra cui umiliazione, frustrazione e problemi di salute mentale. Tuttavia, con il rischio che i legali di Baldoni ottenessero accesso alla sua documentazione medica e alle note delle sue sedute terapeutiche, Lively ha scelto di eliminare quel punto dalla causa — ma con una condizione: la rinuncia sarebbe valida solo se non pregiudicasse il suo diritto di ripresentare la stessa accusa in futuro, una volta scaduti i termini per la raccolta delle prove.
Una mossa che, se da un lato sembra audace, dall’altro ha scatenato l’ira del team legale avversario. Gli avvocati di Baldoni sostengono che non sia possibile fare marcia indietro a metà. Se Lively vuole ritirare le accuse, dicono, deve farlo “con pregiudizio”, ovvero in modo definitivo, senza possibilità di tornare sui suoi passi. In caso contrario, dovrà fornire tutta la documentazione medica richiesta.
Nel frattempo, i suoi avvocati — Esra Hudson e Mike Gottlieb — respingono le accuse di tatticismi. Anzi, spiegano che la loro strategia serve solo a semplificare il caso: “Le controdenunce di Baldoni e della Wayfarer hanno creato le condizioni per presentare nuove richieste di risarcimento ai sensi delle leggi californiane, rendendo alcune delle accuse originali obsolete. Ma il fulcro resta: Blake Lively continua a sostenere di aver subito molestie, ritorsioni e danni emotivi, per i quali chiede un risarcimento significativo”.
Il tribunale dovrà ora stabilire se Lively è obbligata a rivelare le sue informazioni sanitarie oppure se può ritirare le accuse senza conseguenze. Normalmente, in casi simili, si opta per la prima via — ma questo, chiaramente, non è un processo come gli altri.
Secondo il team legale di Baldoni, il ritiro parziale delle accuse non è che una strategia per evitare lo svelamento di informazioni compromettenti: “Affermando di aver subito danni fisici ed emotivi, la signora Lively ha aperto la porta alla verifica delle sue condizioni di salute mentale. Ha quindi, di fatto, rinunciato al diritto alla privacy sui suoi dati medici”.
Il verdetto finale è ancora lontano, ma una cosa è certa: quello che doveva essere un semplice caso legale si sta trasformando in uno dei drammi giudiziari più clamorosi degli ultimi anni. E forse, più che un sequel di Break the Circle, ci aspetta una serie in stile The People v. O.J. Simpson. E stavolta, purtroppo, è tutto vero.