Black Panther: Wakanda Forever, Nate Moore: “Namor è l’eroe della sua storia”

Nate Moore è il produttore dietro uno dei film di maggior successo della Marvel Fase 4: ecco le sue osservazioni sul villain di Black Panther 2, Namor.

Black Panther: Wakanda Forever è uscito nelle sale cinematografiche italiane (e con oggi di tutto il mondo) il 9 novembre, scoprendo al grande pubblico ciò che è accaduto dopo la morte di Re T’Challa, una perdita dolorosa in quanto simbolica di quella che ha colto prematuramente l’attore Chadwick Boseman, il Black Panther scelto dell’MCU. Invece di rimpiazzare la star dopo la sua morte, il regista Ryan Coogler ha semplicemente deciso di cambiare completamente la trama e fare un tributo cinematografico al giovane talento scomparso di Boseman. Una delle new entry più discusse del film è certamente quella di Namor, il “villain” della pellicola.

Villain è tra virgolette perché sarebbe certamente limitante definire il personaggio interpretato da Tenoch Huerta come un cattivo vero e proprio. Un po’ come il Titano Matto, Thanos, anche Namor sembra avere una ragione più che sensata per attaccare il Wakanda e tutto il mondo in superficie. Non saranno approfonditi dettagli della trama di Wakanda Forever, ma solo descritti alcuni aspetti di questo complesso e affascinante personaggio.

Black Panther: Wakanda Forever, il producer Nate Moore parla della complessità di Namor

Black Panther: Wakanda Forever Namor - Cinematographe.it

La conferma della complessità di Namor, perfettamente incanalata dalla forte espressività di Tenoch Huerta, arriva dai uno dei maggior producer di alcuni film Marvel appartenenti alla Fase 4. Nate Moore ha infatti espresso la sua opinione sulle reali intenzioni del Dio di Talokan, definendone la personalità profondamente responsabile e protettiva del suo popolo perduto di ex terresti diventati abitanti del mare.

Ragazzi, seguirei Namor in capo al mondo. Ryan lo ha reso un personaggio lontanissimo dal villain della storia, lui è l’eroe della sua storia. E proprio perché viene visto come un dio dalla sua gente ed il suo scopo è quello di proteggerla, non potrebbe essere un gesto più che altruistico da parte sua. Penso che forse i suoi metodi possano essere un po’ estremi, ma se si pensa all’esperienza che sta vivendo e il trauma generazionale di essere costretto a lasciare la propria terra insieme al suo popolo rende le sue azioni se non giustificabili, almeno perfettamente comprensibili“- ha affermato il producer. L’ambiguità di Namor è precisamente il motivo per cui risulta così interessante. Cosa ne pensate?