Così Gigi Proietti salutava Alberto Sordi. Il famoso sonetto ai funerali di Albertone
Nessun elogio funebre da parte di Gigi Proietti ai funerali di Alberto Sordi, bensì un sonetto in romanesco che recitò davanti a 250mila persone.
Gigi Proietti scrisse un sonetto per Alberto Sordi e lo recitò al suo funerale, davanti a 250mila persone
Nessun elogio funebre da parte di Gigi Proietti ai funerali di Alberto Sordi nell’ormai così lontano 2003, bensì un bellissimo sonetto che scrisse di suo pugno e che recitò davanti a tutta Roma e all’Italia. Oggi, 24 febbraio 2021, concorre il diciottesimo anniversario della sua morte e noi il grande Albertone nazionale lo vogliamo ricordare in compagnia di un altro grande personaggio della comicità italiana: Gigi Proietti, tristemente scomparso il giorno del suo ottantesimo compleanno solamente qualche mese fa, a novembre.
L’emozionante sonetto, letto e recitato davanti a tutti i presenti al funerale in piazza San Giovanni a Roma, era così composto:
Io so’ sicuro che nun sei arrivato ancora da San Pietro in ginocchione,
a mezza strada te sarai fermato a guarda’ sta fiumana de persone.
Te rendi conto sì ch’hai combinato,
questo è amore sincero, è commozione,
rimprovero perché te ne sei annato,
rispetto vero tutto pe’ Albertone.
Starai dicenno: ma che state a fa’,
ve vedo tutti tristi nel dolore
e c’hai ragione,
tutta la città sbrilluccica de lacrime e ricordi
‘che tu non sei sortanto un granne attore,
tu sei tanto di più, sei Alberto Sordi
Alberto Sordi morì il 24 febbraio 2003, il funerale si tenne pochi giorni dopo, il 27 febbraio. Al funerale erano presenti più di 250mila persone. Il 15 giugno 2020 si è festeggiato il centenario della sua nascita e tutta la città di Roma era in festa.
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Alberto Sordi è nato il 15 giugno 1920 a Trastevere. Ha recitato in oltre 200 film ed è considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all’italiana e fu uno dei massimi esponenti della “romanità cinematografica”. Inizia la sua carriera nel cinema nel 1937, ma è solamente tra il 1953 e il 1955 che raggiunse la fama sul grande schermo, grazie a Lo sceicco bianco e a I vitelloni di Federico Fellini e poi con i film di Stefano Vanzina Un giorno in pretura (1953), Un americano a Roma (1954) e Piccola posta (1955), dove prese forma il personaggio del giovane approfittatore e scansafatiche, infantile e qualunquista che lo accompagnerà per tutti gli anni cinquanta. Il successo iniziò grazie all’interpretazione di Ferdinando Moriconi (detto Nando), il logorroico ragazzo romano ossessionato dal mito dell’America in Un americano a Roma.