Addio a Stella Rimington, la donna che rivoluzionò 007
È considerata una delle fonti di ispirazione per il personaggio di “M” nei film di James Bond
È morta all’età di 89 anni Stella Rimington, prima donna nella storia a guidare l’MI5, il servizio di sicurezza interna del Regno Unito. Figura emblematica e antesignana di una nuova era nell’intelligence britannica, Rimington è stata molto più di una semplice direttrice: è stata un simbolo di rottura con il passato, di modernità e trasparenza in un mondo storicamente dominato da segretezza e figure maschili. Incaricata tra il 1992 e il 1996, fu anche la prima dirigente dell’MI5 ad avere un’identità pubblica, un gesto che, all’epoca, sembrava quasi rivoluzionario per un apparato notoriamente riservato.

Nata il 13 maggio 1935 a South Norwood, nel sud di Londra, la carriera di Rimington cominciò quasi per caso. Trasferitasi in India al seguito del marito diplomatico, venne assunta come dattilografa part-time presso l’ambasciata britannica a Nuova Delhi. Ma quel ruolo, apparentemente marginale, fu l’inizio di una scalata inarrestabile. Tornata nel Regno Unito, nel 1969 entrò ufficialmente nell’MI5, dove si specializzò in controspionaggio e lotta al terrorismo interno, settori che avrebbero poi segnato la sua ascesa e definito la sua visione del servizio.
Sotto la sua direzione, l’MI5 conobbe una fase di apertura senza precedenti. In un contesto segnato dalla fine della Guerra Fredda e da nuove sfide globali, Rimington introdusse un approccio improntato alla trasparenza e al dialogo con l’opinione pubblica, contribuendo tra le altre cose al trasferimento degli archivi storici dell’agenzia presso i National Archives. Una scelta che, come ha sottolineato l’attuale direttore dell’MI5 Ken McCallum, ha “avviato una nuova era” nella percezione pubblica dei servizi segreti.
La sua figura ha avuto anche un notevole impatto nella cultura popolare: è considerata una delle fonti di ispirazione per il personaggio di “M” nei film di James Bond, incarnato da Judi Dench proprio a partire dal 1995, durante il suo mandato. Una coincidenza non casuale, che ha finito per rafforzare l’iconicità del suo profilo nella memoria collettiva britannica.
“Ha abbattuto barriere di lunga data e incarnato l’importanza della diversità nella leadership”, ha dichiarato McCallum, ricordando non solo il suo contributo professionale, ma anche il valore simbolico di una donna che ha saputo imporsi in un mondo chiuso, tradizionale e maschile, portando con sé non soltanto competenza, ma anche visione e coraggio.
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