Addio a Peppe Vessicchio: il leggedario direttore d’orchestra aveva 69 anni

Addio al maestro di Sanremo, la sua simpatia e il suo carisma lo hanno reso uno dei volti più amati della TV italiana

Si è spento a 69 anni il maestro Peppe Vessicchio, figura simbolo della musica italiana e volto inconfondibile del Festival di Sanremo. Il direttore d’orchestra è morto l’8 novembre 2025 all’ospedale San Camillo di Roma, dove era ricoverato per una polmonite interstiziale che, secondo i medici, è peggiorata in modo improvviso e irreversibile. La notizia è stata confermata dalla direzione sanitaria.

La famiglia ha espresso la volontà di celebrare i funerali in forma privata, rispettando la riservatezza che ha sempre contraddistinto la vita del musicista.

Dalla Napoli degli inizi al mito di Sanremo

Nato a Napoli il 17 marzo 1956, Vessicchio aveva costruito una carriera lunga più di quarant’anni, attraversando generi e generazioni. Dopo gli esordi accanto a Gino Paoli ed Edoardo Bennato, approda al Festival di Sanremo nei primi anni Novanta, diventandone presto una delle presenze più amate. Conquista il pubblico con la sua direzione impeccabile e con la naturale eleganza di chi vive la musica come linguaggio universale.

Ha diretto le orchestre vincitrici in quattro edizioni della kermesse, collaborando con artisti come Avion Travel, Alexia, Valerio Scanu e Roberto Vecchioni. Ma il suo talento ha toccato anche nomi come Bocelli, Zucchero e Ornella Vanoni, firmando arrangiamenti diventati parte della memoria collettiva.

Un’eredità di armonia

Oltre al successo, Vessicchio ha lasciato un modo di intendere la musica come equilibrio e ascolto. «Ogni persona vibra con la propria passione», amava dire. E forse è per questo che il pubblico lo ha sempre sentito vicino: perché, più di ogni altra cosa, Peppe Vessicchio sapeva far suonare l’anima.