35° Torino Film Festival: tra i premi collaterali Morto Stalin, se ne fa un altro

Ecco i premi collaterali del 35° Torino Film Festival che in questo 2017 ha premiato, tra gli altri, Morto Stalin, se ne fa un altro e Speak-up.

Dopo giorni di proiezioni, talvolta entusiasmanti altre volte deludenti, sono stati finalmente svelati i premi collaterali del 35° Torino Film Festival, oggi giunto alla conclusione. Tra i vincitori si annoverano Morto Stalin, se ne fa un altro di Armando Iannucci che si è accaparrato il Premio Scuola Holden – Storytelling & Performing Arts per la miglior sceneggiatura e il premio Achille Valdata come miglior film.

Il premio Holden è stato decretato al regista da una giuria composta dagli allievi e dalle allieve del College di Cinema che hanno giudicato il film come segue.

Una scorribanda sorprendente, un flusso inarrestabile, un sarcasmo affilato e, verso la fine, un retrogusto dolente. Una rivisitazione di un pezzo di storia terribile stravolta nel comico (addirittura british) e sostenuta da una sceneggiatura classicamente compatta.

Per quanto riguarda l’assegnazione del Premio Achille Valdata la giuria che ha premiato Morto Stalin, se ne fa un altro (The Death of Stalin) è composta da Ilaria Ciravegna, Erica Cornaglia, Nicola Grande, Monica Mastandrea, Ivana Mecca, Marco Palpacelli, Alessia Scarsella lettori di “Torino7” e ha motivato la scelta dichiarando che il film di Iannucci riesce ad affrontare con “ironia e cinismo una drammatica pagina di storia”.

Il Premio Avati 2017 (Agenzia Valorizzazione Autori Nuovi Tutti Italiani), la cui giuria si è avvalsa di Giulia Esposito, Alessandro Uccelli e Andrea Zanoli è andato a Al Tishkechi Oti/ Don’t forget me di Ram Nehari (Israele, Francia, Germania, 2017) con la seguente motivazione:

Per la capacità dell’autore e del suo cast di narrare la favola possibile tra due sognatori scombinati, costruita partendo da un’esperienza di prima mano con il disagio mentale, attraverso uno sguardo immersivo, che si astiene dal giudicare e ricorda, senza rinunciare ai toni ironici e perfino dark, il discrimine sottile che c’è tra «normalità» e «malattia».

I premio Gli occhiali di Gandhi è stato assegnato ex aequo a Talien di Elia Mouatamid (Italia 2017) e a Balon di Pasquale Scimeca (Italia 2017) con la seguente motivazione:

Il viaggio forzato, in fuga dall’Africa, e quello volontario del ritorno in Marocco, ci restituiscono uno sguardo complementare su un tema cruciale che nessun cittadino europeo può più ignorare. Persone, affetti, storie rese con drammaticità e leggerezza laddove troppo spesso incontriamo solo numeri e stereotipi.

Menzione speciale a A Fabrica De Nada di Pedro Pinho (Portogallo, 2017) “per aver mostrato la difficoltà di un autentico processo democratico che diventa una reale opportunità nella ridefinizione condivisa dei valori e dei bisogni personali e sociali. Dimostrazione di un cinema che diventa strumento attivo di cambiamento”.

La cerimonia di premiazione della VII edizione de Gli occhiali di Gandhi si svolgerà sabato 2 dicembre 2017 alle ore 15 presso il Centro Studi Sereno Regis, in via Garibaldi 13, a Torino, alla presenza del regista Silvio Soldini. Al termine della premiazione sarà proiettato il film Un’anima divisa in due.

Il Premio Interfedi, promosso dalla Chiesa Valdese e dalla Comunità Ebraica di Torino, con il patrocinio del Comitato Interfedi della Città di Torino con una giuria composta da Carlotta Monge (Chiesa Valdese), Anna Segre (Comunità Ebraica) e Sergio Velluto (Comitato Interfedi) ha attribuito la quinta edizione Premio Interfedi – Premio per il rispetto delle minoranze e per la laicità 
al film Speak-up di Stéphane De Freitas (Francia, 2017) definendolo “Un atto di fede verso il potere della parola, strumento per superare contesti difficili e dare speranza per il futuro”.

Menzione d’onore a Don’t forget me di Ram Nehari per aver sottolineato l’incontro tra due situazione di disagio avvalendosi di un’ottima interpretazione.