The Rain 2 – la spiegazione del finale della serie tv Netflix

Cosa succede alla fine di The Rain 2? Ecco la spiegazione del finale della serie tv Netflix, che ci illumina circa il potere del virus e il futuro di Rasmus.

La prima stagione di The Rain non è partita esattamente col piede giusto, ma nei nuovi episodi notiamo una ripresa del teen drama post-apocalittico, che si rivela più conciso e pieno d’emozioni, lasciando lo spettatore con un finale aperto e molte ipotesi circa una terza stagione.

La serie tv danese targata Netflix ci ha fatto conoscere un mondo devastato da una pioggia letale che ha decimato la popolazione, lasciando rinchiusi in un bunker per sei lunghi anni i fratelli Simone e Rasmus, salvo poi farli unire a un gruppo di giovani rimasti soli al mondo intenzionati, proprio come tutti, a sopravvivere. Se The Rain è stata un viaggio dalla Danimarca alla Svezia alla ricerca di un aiuto paterno, custodendo al suo interno anche un viaggio nei limiti, nei pregi e nei difetti dei protagonisti, in questa seconda stagione gli autori compiono un viaggio unidirezionale dai risvolti marcatamente horror e thriller che vede il suo fulcro nella scoperta del virus.

Attenzione! L’articolo contiene spoiler su The Rain 2

The Rain 2 Cinematographe .it

The Rain – Stagione 2: recensione della serie tv Netflix

In The Rain 2, infatti, Rasmus passa da mero espediente narrativo ad assoluto protagonista, portando inevitabilmente al centro dell’attenzione il suo rapporto col virus e gli effetti che quest’ultimo ha sugli esseri viventi che lo circondano.

Per comprendere pienamente ciò che accade nel sesto e ultimo episodio della seconda stagione di The Rain è però necessario fare un breve ripasso, in modo da mettere insieme i pezzi disseminati in tutti gli episodi che, attraverso dei flashback, ci fanno comprendere come il virus sia nato per contrastare la malattia del personaggio interpretato da Lucas Lynggaard Tønnesen. Tuttavia, il ragazzo ha scoperto di essere immune solo in seguito alla morte di Beatrice (Angela Bundalovic) quando, pur essendo entrato in contatto con lei e con la pioggia, continua a vivere. L’inizio di The Rain 2 prosegue quanto accaduto nel finale della prima stagione, mostrandoci Rasmus, Simone (Alba August), Martin (Mikkel Følsgaard), Patrick (Lukas Løkken), Jean (Sonny Lindberg) e Lea (Jessica Dinnage) in fuga dalla Apollon, la misteriosa organizzazione scientifica per la quale lavora il padre dei due protagonisti, Frederik (Lars Simonsen). Prima di essere ucciso da una sua collega Kira (Evin Ahmad) – che poi si rivelerà essere una spia – Frederik riesce a indicare alla figlia il centro in cui recarsi per curare Rasmus, dicendo anche che se non dovesse funzionare dovrà essere lei a ucciderlo.

Perché uccide Rasmus?

Perché suggerirne addirittura l’eliminazione? Dopo aver provato a proteggerlo, adesso il padre sembra essere passato dalla parte del nemico e la causa risiede nel fatto che il ragazzo rappresenta una vera e propria arma chimica. Ma a quanto pare non è questo ciò che la Apollon ha in mente, piuttosto i piani sembrano coincidere con la realizzazione di un vaccino da vendere poi al miglior offerente, perfettamente in linea con la logica delle case farmaceutiche.

The Rain 2 e la natura del virus

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Se dai primi episodi siamo riusciti a capire solamente che rimuovere il virus da Rasmus e soprattutto trovare una cura per mezzo del suo corpo può portarlo alla morte, in questa seconda stagione viene spiegata meglio la natura del virus. La pioggia che l’ha portato e che ha causato la morte di tantissime persone, devastando anche flora e fauna, è ormai cessata, ma tutto è rimasto comunque infetto. Soprattutto, notiamo uno stretto collegamento tra Rasmus e la natura contaminata, come se i due organismi fossero in collegamento diretto grazie al virus.

Quest’ultimo viene esaminato su più fronti, sia dagli scienziati Fie (Natalie Madueño) e Jakob (Anders Juul) – che lavorano all’interno del centro indicato da Frederik per trovare una soluzione -, sia da altri scienziati che lavorano in incognito: avrete sicuramente notato le scene in cui Martin e Patrick raggiungono un nuovo edificio apparentemente abbandonato, in cui trovano un uomo che invoca aiuto, le cui gambe si sono praticamente trasformate in rami neri e il suo corpo è interamente dominato dal virus. Non capiamo perché egli sia sopravvissuto così a lungo, se si tratta di un “portatore sano” sottoposto a cure errate o di un individuo comune a cui è stata in qualche modo bloccata l’infezione. Capiamo solo che i tentativi dello scienziato risultano inutili e che evidentemente il virus si è evoluto in diversi modi, cosicché può uccidere all’istante ma anche far morire lentamente e, nel caso di Rasmus, trasformare un comune essere umano in un supereroe (o villain se preferite!).

In The Rain 2 il virus diviene inoltre anche una componente grafica essenziale, mutando il corpo di Rasmus e manifestandosi come una nuvola nera che fuoriesce dal corpo del protagonista, attaccando coloro che lo circondano. L’apparizione di tale nube avviene nel momento in cui il ragazzo è sotto pressione, impaurito o arrabbiato, completamente incapace di controllare le sue emozioni. Un po’ come Hulk nei cinecomic Marvel, anche Rasmus perde il controllo e non ricorda ciò che ha commesso, rimpiangendo le sue azioni solo dopo essere tornato lucido.

C’è però un’occasione in cui Rasmus provoca consapevolmente l’innalzamento della nube nera, stando attento a preservare chi ama e minacciando solo Kira (che in quel frangente cerca di consegnarlo all’Apollon), ed è forse da questo momento che dentro di sé cova la consapevolezza di convivere col suo “malore”, corredato da apparizione di se stesso bambino che lo avvertono a lo fanno desistere all’idea di sottoporsi a delle cure.

The Rain 2: cosa accade alla fine della seconda stagione?

Come si nota nell’ultima puntata, nonostante il sacrificio di Lea e la determinazione di Simone, Rasmus non riesce a liberarsi del virus. Se in un primo momento sembra essere guarito, si scopre poco dopo che in realtà il suo potere, se vogliamo delinearlo come tale, si è solamente rafforzato. E non solo: ogni volta che si manifesta diventa sempre più forte e invincibile.

Per aumentare l’adrenalina all’interno della serie Netflix, i creatori hanno immesso la figura di Sarah (Clara Rosager), la sorella di Jakob affetta da una malattia autoimmune che la costringe a stare in ambienti sterili. La sua storia è molto simile a quella di Rasmus da bambino e, nel momento in cui entrano in contatto, è palese come siano l’uno l’opposto dell’altra. L’inizio della svolta avviene quando Sarah viene colpita a morte e Rasmus le dà il suo primo (e ultimo?) bacio.

Dopodiché la scena si sposta all’esterno, con Simone che si rende conto che la cura non ha funzionato – viste le numerose vittime mietute dal fratello – e, un po’ perché messa alle strette, un po’ perché deve necessariamente fare qualcosa per salvare il suo amato Martin, colpisce Rasmus alle spalle. Ma non solo il proiettile non gli fa nulla, adesso Rasmus è irato nei suoi confronti per il gesto che ha fatto e, come se non bastasse, risulta ancora più forte e consapevole della sua superiorità.

Adesso Rasmus è padrone assoluto del virus e Sten (Johannes Bah Kuhnke), il capo dell’Apollon che lo attende all’uscita, sembra aver ottenuto ciò che desiderava: un’arma umana pronta a esplodere da un momento all’altro e un essere umano sfiduciato e abbandonato da tutti. Il ragazzo potrebbe uccidere anche lui o forse potrebbe decidere di affidarsi ai suoi consigli, finendo per essere usato.

Se quest’ultima ipotesi si concretizzasse nella terza stagione, allora Rasmus non sarebbe più solo una vittima e un inconsapevole carnefice, ma un villain vero e proprio.

A questo va aggiunta una considerazione su ciò che vediamo negli ultimi istanti: Martin, Simone e Kira che osservano con tristezza il cadavere di Sarah adagiato su un tavolo, finché la ragazza non torna improvvisamente in vita e sul suo volto iniziano ad affiorare delle venature nere, sintomo che ha contratto il virus baciando Rasmus e che, essendo probabilmente affetta dalla stessa malattia che tormentava il protagonista da bambino, è riuscita non solo a sopravvivere, ma anche a guarire.

Il finale di The Rain 2 apre la strada a diverse considerazioni circa la natura del virus, che sembrerebbe andare a colmare un deficit del sistema immunitario completandolo anche più del dovuto, di certo oltre la linea di demarcazione della normalità. Sarah potrebbe essere l’unica in grado di far ragionare Rasmus o di sconfiggerlo, ma potrebbe anche assaporare questa nuova libertà unendosi al suo amato.
Tuttavia, il fatto che sia tornata in vita, potrebbe aprire gli orizzonti anche verso una possibile zombie story, ma finché non vedremo almeno il teaser di The Rain 3 non sapremo mai verso quale direzione ci condurranno gli ideatori Jannik Tai Mosholt, Esben Toft Jacobsen e Christian Potalivo.

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