The OA – Stagione 2: spiegazione e significato della serie tv Netflix

Cerchiamo di capire meglio il multiverso di The OA - Stagione 2, una serie che in questi episodi ci regala ulteriori dettagli in merito agli eventi passati, senza dimenticare di seminare nuove domande!

La seconda parte di The OA, la serie tv Netflix ideata da Zal Batmanglij e Brit Marling, che veste anche i panni della protagonista, è giunta online portando con sé un bel bagaglio di nuove domande e nuove prospettive. Nella prima stagione, infatti, ci siamo relazionati col dono di Prairie Johnson (PA) e di altri ragazzi che, come lei, si trovano intrappolati in una gabbia di vetro e sottoposti agli esperimenti del Dottor Hunter Aloysius Percy “Hap”(Jason Isaacs); in questa seconda stagione la confusione si fa sempre più fitta, entrano in gioco nuovi personaggi e quelli già noti in alcuni casi sono irriconoscibili. In questa seconda stagione, soprattutto, il circo dell’assurdo iniziato nel 2016 si rimette in moto in maniera più appariscente, cercando di confonderci, aprirci la mente e regalarci tante risposte e altrettante domante.

La spiegazione di The OA 2 e delle varie dimensioni in cui viaggia PA [ALLERTA SPOILER!]

Come ricorderete, il finale della prima stagione aveva messo PA in una situazione scomoda nei confronti dei suoi nuovi amici, che a un certo punto avevano iniziato a dubitare di lei e della sua storia. Il twist coincide con l’attacco all’interno dell’istituto scolastico, in cui la protagonista rimane ferita e viene quindi trasportata in ospedale. All’inizio della seconda stagione riviviamo quegli istanti e capiamo che anche un’altra PA è stata portata in ospedale, a quanto pare in un’altra dimensione, in cui il dolore al petto coincide con un attacco al cuore, non con uno sparo.

Detto questo, una delle prime cose da mettere in chiaro è che The OA 2 svela che Prairie stava dicendo la verità, ovvero è possibile saltare tra diverse dimensioni. Inoltre in questa seconda parte della serie tv Netflix capiamo anche che quelle vissute da PA non erano esperienze pre-morte: non stava vedendo l’aldilà o una versione del Paradiso, bensì stava scoprendo l’accesso al Multiverso.
A differenza della stagione 1, in cui ci siamo ritrovati a conoscere i personaggi tra passato e presente, in questi nuovi episodi la trama si fa ancora più complessa, poiché trascende le dimensioni stesse, regalando agli spettatori inaspettati colpi di scena.

The OA 2 – come funziona il multiverso nella serie tv Netflix

the oa 2 cinematographe.it

Il concetto di multiverso è molto usato in film e serie tv di fantascienza, soprattutto nel fumetti (basta pensare a Doctor Strange!). L’idea che esistano tante dimensioni parallele e che ogni decisione presa crei delle linee temporali alternative in cui gli eventi hanno un andamento leggermente diverso affascina e apre (dal punto di vista della sceneggiatura) diverse possibilità. Chiaramente più le scelte sono importanti e più le cose cambiano. Se la scelta di una scuola piuttosto che un’altra porta l’individuo a intraprendere un’altra carriera o a fare amicizie differenti, dal punto di vista della Storia può portare al protrarsi dei totalitarismi, per esempio. Insomma, ogni scelta ha delle conseguenze e la mente umana, inevitabilmente, è in sintonia con tali mutamenti.

Sogni e déjà vu in The OA 2. Così si scopre il proprio destino?

In The OA 2 capiamo esattamente questo: è possibile accedere a un piano astrale in cui ogni scelta apre la strada a un universo alternativo. Le esperienze di pre-morte sono scorci per mezzo dei quali attraversare il tempo e lo spazio e che danno la possibilità di relazionarsi con individui che vivono in un altro universo. Anche i sogni possono attingere al Multiverso, suggerendoci talvolta il futuro. Si fa riferimento ad esempio di persone che hanno sognato fiumi di sangue prima dello scoppio della prima e della seconda guerra mondiale. Questa è presumibilmente la spiegazione del fenomeno noto come déjà vu, in cui si ha la strana sensazione che qualcosa sia già accaduto, di averlo già vissuto; è successo a un’altra versione di noi stessi, in un’altra dimensione.
I sogni, d’altro canto, sono fondamentali in questi nuovi episodi. Impariamo a interpretarli in maniera differente e a vederli anche come un flusso di ciò che è accaduto in passato, ma in dimensioni differenti da quella in cui ci troviamo

Come fa la mente umana a saltare tra le dimensioni?

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Visto che la mente umana si relaziona col Multiverso durante le esperienze pre-morte o durante i sogni, è chiaro che tale interazione è totalmente subconscia ma, secondo Hap (Jason Isaacs), è necessaria solo una cosa per renderla cosciente: la fede. Quindi, poiché credeva che sarebbe stata con Homer, la mente morente di Prairie è stata in grado di saltare oltre le dimensioni, insinuandosi fisicamente in un’altra versione di se stessa (non riconosce infatti le sue mani, il suo corpo e dopo neanche i suoi vestiti e la sua casa). Tra l’altro, la ragazza riesce a entrare nella mente di Homer (l’ambientazione che vediamo nel primo episodio l’abbiamo già vista!) che, come gli altri prigionieri e il loro carnefice, aveva viaggiato in un’altra dimensione.
La nuova realtà che ci viene mostrata in The OA 2 e nella quale Nina/Prairie/PA si trova vede Hap a capo di una struttura psichiatrica, con Homer che è uno dei medici (grande stimatore di Hap) e gli altri compagni che invece si ritrovano nella sua stessa condizione di prigionia.

I Movimenti che abbiamo visto nella prima stagione, ovvero la danza che i prigionieri erano in grado di fare e che la protagonista poi impartisce anche ai suoi nuovi amici, a quanto pare permettono alle persone di manipolare il Multiverso. Questo accade perché chi fa parte di tale danza è in uno stato di trance, ma non solo! Hap infatti ha concepito dei dispositivi meccanici in grado di eseguire tali Movimenti che sembrano essere piuttosto efficaci.

The OA 2 – “questo non è il mio corpo”

The OA 2 Cinematographe.it

Come dicevamo, PA non riconosce se stessa. Noi la vediamo sempre uguale ma non è così. La ragazza si accorge che non è il suo corpo di sempre e qui la domande sorge spontanea: se la morente mente umana salta in nuove dimensioni e assume un nuovo corpo, cosa succede alla coscienza originale ancora presente in quel corpo?
Potrebbe prendere completamente il sopravvento quindi, nel caso di Praire, la protagonista prende possesso del suo nuovo corpo, facendo i conti anche col suo “nuovo passato”, ciò significa che: il suo nome è sempre rimasto Nina Azarova, non è mai stata cieca e non è mai stata adottata (infatti nel primo episodio la madre non la riconosce e dice di aver adottato un maschietto). Infine però Prairie si rende conto che la coscienza originale è ancora ingabbiata dalla sua stessa forza di volontà, lasciando entrare in gioco il concetto della scelta, del libero arbitrio. Per questo sceglie di adeguarsi e trovare il suo equilibrio nei panni di Nina (anche se occorre sottolineare che entrambe le donne sono in grado di capire cosa sta accadendo, visto che conoscono le dimensioni alternative).

Tuttavia, un’altra possibilità è che la nuova coscienza rimanga intrappolata nella coscienza della nuova dimensione. È ciò che succede ad Homer (Emory Cohen) che, una volta giunto nella nuova dimensione, dimentica completamente chi era, aderendo alla volontà della linea temporale nella quale si trova. Fortunatamente, il bacio tra lui e Praire gli fa tornare la memoria!
Infine, un’interessante scenario è fornito dal comportamento di persone che soffrono di disturbo dissociativo dell’identità: si tratta di diverse anime che convivono in un solo corpo, incapaci di prendere l’una il sopravvento sull’altra?

La Casa in The OA – Stagione 2: un nesso tra le dimensioni

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Sembra che ci siano determinati luoghi in cui le barriere tra le dimensioni sono più deboli e che quindi fungono da collegamento funzionale per quelle persone particolarmente sensibili, le cui menti sono in sintonia col Multiverso sia per fede che a causa dei sogni. In questi luoghi essi riescono a saltare tra una dimensione e l’altra.
Inoltre questo dettaglio offre una spiegazione, nella mitologia della serie, alle case infestate dai fantasmi, come quella in cui finisce il detective privato Karim Washington (Kingsley Ben-Adir), incaricato di cercare una ragazzina scomparsa. Tale intuizione è opera di Hap, che ha creato un’app per smartphone in modo da manipolare i sensitivi e creare una mappa del Multiverso.

Va fatto notare che nella realtà originale di Prairie i suoi amici trovano la strada per la casa infestata, scoprendo anche che il confine che separa le dimensioni è talmente debole da poter avvertire la presenza della loro amica e, eseguendo i Movimenti, sono in grado di aiutarla a saltare tra le dimensioni.

The OA – Stagione 2: la spiegazione del finale della serie tv Netflix

Visto in che modo si è conclusa la prima stagione, nessuno è rimasto basito dal finale di The OA 2, che apre un’autostrada verso infinite combinazioni. Nell’ultimo episodio, infatti, Prairie e Hap saltano in una terza dimensione, la più sorprendente, perché basata sulla nostra realtà: i personaggi interpretati da Brit Marling e Jason Isaac sono due attori che lavorano alla serie tv The OA.
Così la coscienza di Hap viene inizialmente a galla, salvo poi venire rapidamente repressa, lasciando che il personaggio si identifichi come Jason Isaacs, regalandoci emozioni surreali e sorprendenti e conferendo all’intera storia una macro chiave di lettura: ogni film o serie tv è un assaggio di un’altra dimensione e l’immaginazione è la chiave per viaggiare in altre realtà. Tuttavia, nella serie tv Netflix c’è un dettaglio che non coincide alla nostra realtà: Isaacs, che interpreta Hap, è sposato con Brit Marling, che interpreta Prairie.

Un incidente durante la produzione di The OA ferisce Marlin, che deve quindi recarsi in ospedale insieme al marito, in una scena che fa da specchio alla fine della prima stagione e che apre diverse possibilità per una terza stagione: la protagonista potrebbe aver inventato tutto perché preda di un trauma cranico e quindi incapace di distinguere la realtà dalla finzione (la serie a cui lavora)?

Come ci ha insegnato questa stagione, oltre la capacità di viaggiare oltre i confini del tempo e dello spazio, tutto dipende dalla fede. Quindi qualsiasi cosa avvenga, non ci resta che avvisarci all’intuito e alla creatività degli ideatori di The OA, sperando che continuino a farci viaggiare verso nuove dimensioni, magari dandoci qualche dritta su come sfuggire dalla nostra!

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