Mindhunter – Stagione 2: spiegazione del finale di stagione

Facciamo il punto e ripercorriamo come termina Mindhunter 2, in attesa che Netflix confermi la realizzazione di una terza stagione

Le reazioni a Mindhunter 2 sono state più che positive, il pubblico è in trepidante attesa di un rinnovo, ma fino ad ora non è ancora stato confermato. Lo show Netflix prodotto da David Fincher e Charlize Theron e basato sul libro Mindhunter: La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano di John E. Douglas e Mark Olshaker, ha continuato ad approfondire lo studio e l’analisi delle menti perverse che affollavano le carceri statunitensi negli anni ’70, concentrandosi in modo particolare sull’indagine del Child Murders Atlanta, caso che sconvolse la città della Georgia tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80. Ma facciamo il punto e capiamo cos’è successo nel finale di stagione.

La seconda stagione approfondisce la vita privata dei protagonisti

Mindhunter 2 Cinematographe.it

In Mindhunter 2 l’agente dell’FBI Holden Ford (Jonathan Groff) è diventato più ansioso, ha degli attacchi di panico, e soprattutto è più isolato, perché visto con sospetto dai colleghi a causa del suo egocentrismo. Bill Tench (Holt McCallany) affronta una crisi familiare a causa del travagliato figlio Brian, mentre la Dottoressa Wendy Carr (Anna Torv) intraprende una storia d’amore completamente nuova e scende in campo per condurre lei stessa delle interviste.

Dopo le prime interviste che continuano il progetto di entrare dentro le menti dei criminali per prevedere futuri morti, riuscendo anche ad intervistare Charles Manson, le indagini di Holden e Tench si concentrano sull’Atlanta Child Murders. Il caso arriverà a conclusione nell’episodio finale: la coppia di agenti, con la task force messa in piedi per arrestare l’omicida che ha lasciato dietro di sé una scia di morti impressionante (30 sono i corpi ritrovati di cui la maggior parte di adolescenti afroamericani), è riuscita a catturare Wayne Williams come responsabile di almeno alcuni degli omicidi e, nonostante alcune prove traballanti e il circo mediatico messo su dall’accusato che incita la stampa dichiarando che l’FBI ha preso l’uomo sbagliato solo perché di colore, il procuratore distrettuale presenta il caso contro di lui. Williams però viene accusato solo di due degli omicidi perché strettamente connessi ad alcuni ritrovamenti di fibre e peli di animale sul corpo di due vittime non minorenni (Nathaniel Cater e Jimmy Ray Payne), mentre si decide di non indagare sui rimanenti 28 casi.

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Come si conclude la caccia all’uomo ad Atlanta?

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Tuttavia Ford che vuole solo che giustizia sia fatta, affermando anche un po’ di quel genio e quell’ego che lo contraddistinguono, si accorge che si sta cercando di chiudere alla svelta il caso. Il collega Jim Barney (Albert Jones) aiuta a fornire prove del fatto che si sta verificando un più ampio insabbiamento per quanto riguarda le morti dei giovani afroamericani, dovuta a mancanza di prove per investigare contro Wayne Williams, che per altro elude il poligrafo per ben 3 volte. Il Sindaco e Il Capo della polizia vogliono mettere a tacere l’eco che si è creato intorno al caso per riportare la pace in città, probabilmente per preservare gli interessi finanziari che girano intorno ad Atlanta e per non scaldare l’opinione pubblica in merito alla questione razziale: perché non approfondire la pista Ku Klux Klan ma puntare il dito contro un nero?

Così Holden si trova di fronte alle famiglie dei bambini i cui omicidi sono ufficialmente irrisolti (anche se in conferenza i due politici promettono alla cittadinanza che non ci saranno più omicidi, cosa che nella realtà è poi accaduta). I genitori delle vittime ormai rassegnati alla chiusura dei casi ora che qualcuno è stato catturato, lasciano Holden in uno sconforto psicologico di frustrazione poiché sa di non poter offrire loro quella pace che meritano. Alla fine della puntata infatti alcuni titoli affermano che “A partire dal 2019, nessuno dei 27 casi rimanenti è stato perseguito”. Holden continuerà la caccia all’uomo nella terza stagione?

Bill Tench e il suo dramma famigliare

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Durante Mindhunter 2 l’agente Tench è alle prese con una brutta vicenda che coinvolge il suo figlio adottivo Brian, che ha assistito ad una tragedia in cui un bambino di due anni è rimasto ucciso. Sembra che in questa assurda vicenda Brian abbia consigliato al gruppo di bambini più grandi che hanno ammazzato il piccolo di posizionarlo su una croce, probabilmente perché pensava che potesse risorgere come Gesù. Da qui la famiglia Tench è sotto osservazione dei servizi sociali, mentre i due genitori adottivi si chiedono se Brian abbia sempre avuto una mente deviata o siano stati loro a contribuire a renderlo partecipe ad un atroce delitto senza mostrare alcuna emozione a riguardo.

Intanto il lavoro dell’agente Bill Tench è sempre più intenso e lo porta ad entrare ed uscire di casa. Bill è visibilmente stanco in questa seconda stagione e non riesce né a supportare sua moglie in questo momento difficile, né il collega Holden durante le indagini ad Atlanta. Non vuole deludere nessuno ma la sua vita gli sfugge completamente di mano. Il dramma dell’agente Tench raggiunge il culmine proprio nel finale di stagione quando tornando a casa, dopo aver arrestato colui che sembra il killer dei bambini di Atlanta, si ritrova di fronte ad una casa vuota. Sua moglie, Nancy (Stacey Roca) , se n’è andata con il piccolo Brian. Bill non è riuscito a salvare il suo matrimonio.

Mindhunter 2: la Dottoressa Carr è alla ricerca dell’amore

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Mentre Holden e Bill inseguivano l’assassino di Atlanta, la Dottoressa Carr si è trovata a scontrarsi con i superiori per aver deciso di prendere parte alle interviste da sola, o forse perché non ha ceduto alle avences di un membro dell’FBI. Anche la storia d’amore di Wendy con la barista Kay si è conclusa tristemente quando è diventato chiaro che Kay non voleva che Wendy facesse parte della vita di suo figlio dopo una visita dal suo ex marito. Era anche chiaro che la stessa Kay stava lottando per essere un genitore affidabile per suo figlio e nonostante si dichiarasse essere una persona libera, che non ha paura di dichiarare al mondo di essere omosessuale, vive anche lei ingabbiata in sovrastrutture. Alla fine vediamo Wendy fuggire dalla casa di Kay. Le due avranno un ultimo confronto sotto casa della Dottoressa Carr e metteranno fine alla loro relazione.

Mindhunter 2 svela chi è il killer con la maschera?

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Alla fine di Mindhunter 2 finalmente diventa chiaro chi è il killer che seguiamo fin dalla prima stagione. All’inizio della seconda stagione della serie tv Netflix ritroviamo proprio questo ambiguo personaggio che viene ritrovato in casa sua, dalla moglie, mentre è nel bagno vestito da donna, con una maschera in volto, nell’atto di soffocarsi per dar sfogo alle sue perversioni sessuali. Durante tutti gli episodi di Mindhunter 2 seguiamo il personaggio sia quando sua moglie gli consegna un tomo che lo dovrebbe aiutare a liberarsi delle sue devianze sessuali, sia quando seppellisce i suoi strumenti del piacere, sia quando la perversione riemerge ad esempio quando in biblioteca è intento a disegnare delle macabre figure. Ritroviamo questo sinistro figuro nel finale, in Kansas, quando in un hotel indossa di nuovo abiti femminili e una maschera. Sul letto di questa stanza l’uomo si circonda di trofei delle sue vittime e di ritagli di giornale che parlano della scomparsa di alcune donne; Nel mentre filma una registrazione video mentre si mette un cappio al collo lo stringe attorno a sé. È chiaro che il criminale di cui stiamo parlando è il BTK Killer aka Dennis Rader, strangolatore seriale di giovani donne. Di sicuro nella terza stagione sarà il suo turno.

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