Le migliori serie TV del decennio 2010-2019 secondo Cinematographe.it

La serialità nel decennio appena conclusosi è entrata nella nostra quotidianità rivoluzionando l'intrattenimento e sfidando il mondo del cinema. Abbiamo selezionato quelle che per noi sono le migliori e più importanti serie tv del 2010-2019

Il decennio che ci siamo appena lasciati alle spalle è stato sicuramente cruciale per il mondo della serialità televisiva. Negli ultimi dieci anni il mondo del piccolo schermo ha subito evidenti e significativi cambiamenti e rinnovamenti, fino ad essere sostanzialmente rivoluzionato dall’arrivo delle piattaforme streaming – capitanate dal clamoroso successo di Netflix – che ne ha profondamente modificato la concezione produttiva e le modalità di fruizione. In precedenza le serie erano concepite principalmente come un prodotto da vedere “live” in televisione con appuntamenti a cadenza ricorrente, mentre il decennio appena concluso ha visto l’affermazione definitiva di una libera gestione dei tempi di visione, grazie al fatto che nella maggioranza dei casi le piattaforme mettono ora a disposizione contemporaneamente tutti gli episodi di una serie. Così come negli anni recenti è diventato consuetudine il fenomeno del binge watching, ovvero la visione di molti episodi – se non addirittura di stagioni intere – in maniera continuativa e consecutiva, con la diffusione virale tramite i social di contenuti legati alla serialità e un tam-tam che ne ha aumentato l’interesse.

Inoltre in quest’ultimo decennio la serialità ha ampliato enormemente la platea dei suoi fruitori fino a diventare un fenomeno di pari rilevanza – e per le nuove generazioni anche maggiore – rispetto al cinema stesso, caratterizzandosi come una realtà dalla completa autonomia dotata di proprie peculiarità. Anche a livello qualitativo e tecnico le serie tv negli anni recenti hanno raggiunto le vette del mondo cinematografico più nobile, con prodotti curati in maniera eccelsa sia dal lato della forma sia da quello del contenuto. Ci troviamo ormai di fronte a grandi produzioni alle quali partecipano grandi attori dello star system e che hanno segnato indelebilmente la nostra epoca affermandosi come veri e propri fenomeni pop.

Di seguito dunque vi proponiamo una panoramica di quelle serie tv che a nostro modo di vedere hanno lasciato il segno negli ultimi dieci anni, contribuendo all’affermazione di un nuovo modo di concepire l’intrattenimento davanti ad uno schermo e diventando parte fondante della cultura della società attuale.

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SHERLOCK (2010 – in corso)

Libero adattamento dei romanzi e dei racconti di Sir Arthur Conan Doyle, vede come protagonista il detective Sherlock Holmes, affiancato dal suo amico e assistente, il dottor John Watson. L’ambientazione però non è più quella Vittoriana ma quella della Londra contemporanea. Uno script di alto livello riesce ad attualizzare Holmes e gli altri protagonisti dei racconti di Doyle donando loro nuove caratteristiche e sfumature ed inserendoli in maniera coerente nel contesto dei nostri giorni. Sherlock è stata la prima serie di successo planetario del decennio e ha tratto la sua forza nella capacità di raccontare il mondo odierno attraverso un personaggio antico. Lo ha fatto mettendoci una dose di sottile ironia assolutamente vincente e di sagace sarcasmo, assieme a un dinamismo narrativo dal ritmo sempre sostenuto, dove thriller e humor si fondono in un prodotto estremamente brillante. Straordinario Benedict Cumberbatch nei panni di Sherlock Holmes, divenuto grazie a questo ruolo una vera star del panorama cinematografico odierno.

BLACK MIRROR (2011 – in corso)

Charlie Brooker ha realizzato una serie antologica che è un vero e proprio specchio dei nostri tempi e una seria riflessione sul nostro futuro più prossimo. Gli episodi, ognuno diverso per storia e personaggi, sono incentrati sull’influenza della tecnologia nelle nostre vite e portano in maniera distopica ed amplificata, ma quanto mai realistica e verosimile, ad una cupa critica sociale sull’assuefazione tecnologica dei tempi attuali. Uno sguardo tagliente sugli effetti collaterali delle innovazioni tecnologiche, apparentemente migliorative per la nostra esistenza, ma che in realtà celano pericoli che a volte non riusciamo a controllare. Un prodotto estremamente innovativo che ha colto pienamente l’attualità ed è entrato nel sentire comune delle persone, creando con visioni geniali un’inquietudine dovuta proprio al realismo della messa in scena. Inoltre Black Mirror ci ha regalato con Bandersnatch, per quanto in uno stato ancora molto perfettibile, la prima esperienza interattiva legata al mondo dei serial, dove noi spettatori possiamo operare delle scelte che determinano lo sviluppo degli avvenimenti che vediamo sullo schermo. La serie ha perso parzialmente il suo carattere innovativo e tagliente col progredire degli episodi, ma resta uno dei prodotti maggiormente iconici del decennio passato.

IL TRONO DI SPADE (2011-2019)

Probabilmente la serie che ha maggiormente segnato l’immaginario del pubblico, con un successo di telespettatori senza precedenti, oltreché un consenso vastissimo di critica, battendo ogni record in quanto a numero di premi vinti. Game of Thrones  è stata per il mondo delle serie tv quello che Il signore degli anelli è stato per il cinema. Un prodotto profondamente innovatore del genere fantasy, divenuto iconico e scolpito nella cultura popolare di massa, creando una vera e propria epica televisiva, con personaggi memorabili, scene indelebili e una cura meticolosissima dell’immagine e delle ambientazioni. Nonostante il finale dell’ultima stagione non sia stato all’altezza delle aspettative dei fan, la serie di David Benioff e D.B. Weiss ha segnato in maniera indelebile il decennio e si è erta a kolossal che ha sdoganato il fantasy nei confronti di un pubblico trasversale per età e gusti, con una storia e la costruzione di un intero mondo che resteranno nella memoria collettiva.

HOUSE OF CARDS (2013 – 2018)

Acquisita da Sky in Italia che ne detiene la distribuzione, ma prodotta da Netflix è il primo prodotto che ha sancito il potere del colosso dello streaming a livello mondiale, con l’introduzione della messa a disposizione contemporanea di tutti gli episodi di una stagione, divenuta poi pratica comune. È inoltre la serie che meglio ha rappresentato l’avvio del salto di qualità del prodotto seriale nella produzione e negli aspetti tecnici, oltre ad aver avuto nel suo cast fin dal principio uno dei più grandi attori hollywoodiani contemporanei, ovvero Kevin Spacey. L’attore americano interpreta uno spregiudicato politico intento, con ogni mezzo, ad ottenere la presidenza della Casa Bianca. La serie ideata da Beau Willimon, e diretta per alcuni episodi da David Fincher, è un geniale e sadico thriller politico, che si regge su una sceneggiatura intricata al punto giusto, tagliente e di grande attualità, dove ritmo, colpi di scena e intrighi realistici realizzati da personaggi iconici – in primis l’intramontabile Frank Underwood – donano allo show una forza cinematografica dirompente. Purtroppo non tutte le stagioni sono a livello delle prime e la damnatio memoriae occorsa nei confronti di Kevin Spacey, eliminato dall’ultima stagione, ne ha minato la qualità del finale, ma House of Cards resta comunque uno dei prodotti seriali imprescindibili del decennio.

PEAKY BLINDERS (2013 – in corso)

Ambientata nel quartiere povero di Small Heath a Birmingham nel primo dopoguerra durante il proibizionismo, racconta la storia di Tom Shelby capo della gang dei Peaky Blinders. L’ideatore Steven Knight ha fatto un sublime lavoro di scrittura, attentissimo alla ricostruzione storica e a tutti i dettagli narrativi, dando una solida struttura al racconto che costituisce la vera forza del serial, con personaggi ben delineati, azione ottimamente costruita e spettacolarizzata al punto giusto e dialoghi già divenuti iconici. Attraverso una storia di una famiglia e di ciò che ne gravita attorno Knight costruisce un racconta globale che partendo dalla criminalità ragiona sulla lotta dei poveri per una vita migliore. Cillian Murphy offre la sua interpretazione più intensa e riuscita, nei panni di un veterano di guerra lacerato interiormente, dedito alla criminalità per la profonda disillusione personale dovuta alla società di cui fa parte, che cerca riscatto e affermazione desiderando lasciarsi alle spalle il passato e anche l’attuale vita malavitosa. Peaky Blinders sorprende per la grande capacità nel discostarsi dagli stilemi classici del genere gangster imbastendo un racconto personale, con un proprio carattere e una propria forza estremamente convincente.

BOJACK HORSEMAN (2014-2020)

La serie animata che ha scombussolato completamente il genere, con un prodotto prettamente per adulti e che ha portato l’animazione a competere alla pari con qualunque altra produzione. Bojack riesce a parlarci di ognuno di noi attraverso la storia di un mondo dove animali antropomorfi e umani convivono, analizzando la nostra anima, le nostre  nevrosi, i nostri sogni e le nostre paure. Di stagione in stagione la prima serie animata originale Netflix migliora la sua scrittura delineando i suoi personaggi, sia primari sia secondari, nella loro straordinaria complessità e costruendo una realtà curata nei minimi dettagli. Unendo il ritratto di quelli che sono i rapporti umani nella nostra società con una sagace critica allo showbiz hollywoodiano, Bojack Horseman è un vero e proprio specchio di questo decennio, fatto di forte emotività e superba profondità. Irriverente, intelligente, capace di esplorare all’interno del nostro cuore, la serie creata da Raphael Bob-Waksberg e disegnata dalla fumettista Lisa Hanawalt, è una commedia che fa dell’esistenzialismo malinconico la forza della sua satira. Si ride, si riflette, ci si commuove e ci si sorprende con una vera e propria opera che dietro all’animazione nasconde un’introspezione sociologica di rara brillantezza e complessità.

THE LEFTOVERS (2014-2017)

La storia raccontata nella serie di uno degli autori di Lost, adattamento di un romanzo di Tom Perrotta – anche coautore della serie – parte da un’originale premessa narrativa: di colpo nel mondo sparisce il 2% della popolazione, i restanti, i cosiddetti leftovers, si interrogano sul perché questo sia accaduto. Alcuni credono sia un evento legato all’apocalisse biblica, nessuno sa dare una vera risposta. Damon Lindelof imbastisce una serie diretta molto bene la cui scrittura è pregevolissima, che più che sulle motivazioni della scomparsa di tanti individui si concentra sulla reazione di una piccola comunità simbolo dell’umanità intera intenta a superare lutti e sconvolgimenti legati alla sparizione di tante persone care. La serie parla del dualismo tra ragione e fede, tra razionale e irrazionale, e lo fa toccando le corde giuste. Un prodotto sublime su chi resta e non su chi se ne va, capace di emozionare e dipingere splendidamente la razza umana. Una narrazione non lineare che tiene in sospeso lo spettatore per tre stagioni, capace di colpire nel profondo dell’anima e restare impressa in maniera indelebile. Nel cast Justin Theraux e Liv Tyler.

GOMORRA (2014 – in corso)

Il New York Times ha inserito la serie ispirata all’omonimo romanzo di Roberto Saviano tra le serie migliori del decennio. Effettivamente il prodotto italiano ha una qualità registica, tecnica – dalla fotografia al montaggio – e d’impostazione narrativa e recitativa che supera la media italiana e si avvicina ai modelli americani a cui fa riferimento. Storia di mafia, violenze, corruzione, che partono dalla periferia di Napoli per estendersi con ampie ramificazioni nella politica e nella società degli affari, costruisce i suoi personaggi con crudo realismo e brutalità in una rappresentazione del male dove mancano la pietà e ogni possibile fascinazione. Lucida e spietata, Gomorra riesce ad avvolgerci nella sua spirale criminale con un cinismo potentissimo, attraverso una scrittura solidissima che tratteggia e delinea perfettamente il mondo della camorra e la permeabilità della nostra società all’infiltrazione mafiosa. Inoltre la serie ha una sorprendente stratificazione interpretativa, fatta di metafore e simbolismi, che ne impreziosisce la resa, ed è ottimamente recitata da attori emergenti come Salvatore Esposito e Marco D’Amore, divenuti grazie allo show delle vere e proprie star.

TRUE DETECTIVE (2014 – in corso)

La serie che rilanciato e rivoluzionato il genere crime sul piccolo schermo. Antologica non negli episodi ma nelle stagioni, ognuna con una storia a sé, ha portato una ventata d’aria fresca nobilitando la serialità attraverso un prodotto sorprendente sotto ogni punto di vista. La prima stagione della serie di Nic Pizzolato è un gioiello di scrittura, con dialoghi memorabili, scelte registiche impeccabili, atmosfere che ti entrano dentro, una colonna sonora che immerge nella morbosità della storia, e il tutto sostenuto da due attori di prim’ordine come Mattew McConaughey e Woody Harrelson, che qui offrono due delle interpretazioni più incredibili del panorama televisivo, scolpendo nella memoria collettiva due personaggi iconici e complessi. La stagioni successive restano comunque degli ottimi prodotti tra il noir e il thriller, pur non raggiungendo le vette di perfezione della prima. Tra gli attori della seconda e terza stagione Colin Farrell, Mila Kunis e  Mahershala Alì.

MR. ROBOT (2015 – 2019)

Una delle serie più attuali e sorprendenti del decennio, nata dalla creatività di Sam Esmail che ne ha fatto un piccolo capolavoro di scrittura. Partendo dall’attualità della tecnologia e dei social, Esmail ha costruito un inquietante spaccato dove politica, finanza, imprenditoria e hacker si intrecciano nel dominio del capitalismo governato da quell’1% che schiaccia il restante 99%. Protagonista della lotta al sistema è Elliot con la sua doppia personalità “Mr. Robot”, interpretato da uno straordinario Remi Malek. La serie si basa su una sceneggiatura che rasenta la perfezione, intricata e complessa ma perfettamente scorrevole, dove ogni personaggio è perfettamente pennellato, nessun filo narrativo viene tralasciato e ogni nodo viene sbrogliato, con estrema coerenza e senza buchi di trama. Il tutto accompagnato da una regia dal grande virtuosismo e da una colonna sonora trascinante. Un plot entusiasmante, ricco di colpi di scena e di grandissima attualità, che affascina e sorprende, parlandoci di una realtà assolutamente possibile e verosimile.

SENSE8 (2015-2018)

Dal genio di Lana e Lily Wachowski una storia fantascientifica dove otto sconosciuti di diverse nazioni, culture, religioni ed orientamenti sessuali, sviluppano un’interconnessione telepatica ed empatica che cambierà la loro vita. Uno script eccezionalmente ambizioso e avveniristico, dove il tema della connessione diventa occasione per una riflessione sulla necessità di aprire la propria mente, di riuscire a comunicare con gli altri e cercar di capire le scelte altrui. Un inno alla libertà e alla bellezza della diversità che diventa però anche indagine sullo sviluppo della tecnologia e attraverso di essa occasione per una più ampia indagine sociologica della società, tra morale ed etica, amore e amicizia, paura e coraggio. Il contatto tra culture diverse diviene poi anche occasione per scoprire una molteplicità di luoghi che impreziosiscono lo show con affascinanti ambientazioni, che contribuiscono a rafforzarne l’esperienza visiva. Nonostante la prematura cancellazione da parte di Netflix, a cui si è rimediato con un lungo episodio conclusivo dopo le proteste dei fan, Sense8 rimane una delle serie più originali del decennio, racchiudendo al suo interno diversi generi e configurandosi come un vero e proprio cantico dell’amore in tutte le sue forme.

FLEABAG (2016 – in corso)

La dramedy britannica racconta la storia di una ragazza londinese alle prese con una vita problematica, tra difficoltà economiche e complesse situazioni sentimentali. Scritta e interpretata da Phoebe Waller-Bridge, autrice anche del testo teatrale da cui trae ispirazione, è una serie brillante e attualissima che ci mostra le quotidiane difficoltà della vita attraverso la delineazione di un personaggio femminile che rappresenta in tutte le sfumature possibili la donna contemporanea. Una trentenne in crisi esistenziale che diviene rappresentazione di una generazione intera, quella dei trentenni alle prese con le mille difficoltà dell’oggi e l’incapacità di trovare un proprio posto in una società respingente. Con irriverenza, ironia e intelligente realismo Fleabag è un quadro efficacissimo delle contraddizioni di questo decennio. Un personaggio oltre le righe, fuori dagli schemi raccontato in maniera fresca e genuina con un british humor provocatorio e di grande effetto.

STRANGER THINGS (2016 – in corso)

Con la serie dei fratelli Duffer Netflix afferma definitivamente la propria forza nel contesto della serialità, sdoganandola in maniera ampia attraverso la diffusione streaming e il rimbalzo mediatico dei socialStranger Things entra prepotentemente nella cultura popolare dei nostri anni caratterizzandosi come un vero e proprio fenomeno di massa, grazie ad un racconto che omaggio in maniera appassionata ed appassionante gli anni ’80. La forza del serial sta nella grande capacità di costruire un prodotto complesso dalla fruizione semplice, dove ogni riferimento ad opere del passato o al contesto socio-culturale degli anni in cui è ambientata è al posto giusto e viene reso con la giusta misura, in equilibrio tra fascinazione vintage e messa in scena moderna. Un prodotto che ha avuto un successo multigenerazionale proprio grazie alle sue caratteristiche che scavalcano le diverse epoche, con dei personaggi iconici a cui diventa impossibile non affezionarsi, un’estetica accattivante, musiche nostalgiche e coinvolgenti ed un modo di raccontare la propria storia che dosa splendidamente azione ed emozione conditi da sprazzi horror e momenti esilaranti. La serie ha rilanciato la carriera di Winona Ryder e i bambini protagonisti, a partire da Milly Bobby Brown, sono diventati le star del decennio.

THE YOUNG POPE (2016)

Paolo Sorrentino porta il suo estro a servizio di una (mini)serie televisiva, dove si immagina un giovane cardinale eletto sorprendentemente Papa, in crisi esistenziale, dedito a vizi, e dal carattere irascibile, estremamente macchiavellico e manipolatore. Il regista partenopeo con grande maestria crea un mondo un mondo surreale ma contemporaneamente verosimile dove si discute di Dio, fede, omosessualità, pedofilia, amicizia, egoismo e grandi temi della Chiesa, del nostro tempo e dell’umanità intera. In una cornice estetica di grande fascino, The Young Pope è un saggio antropologico sulla crisi dei valori e il cambiamento della società. Una regia curatissima e una fotografia che crea immagini pittoriche, assieme a una colonna sonora eccelsa che unisce musica colta e popolare, creano un prodotto dalle superbe caratteristiche autoriali che riesce a stimolare riflessioni e dibattiti sulle contraddizioni umane e del mondo odierno. Dialoghi raffinati e monologhi ricercati interpretati da un cast ispirato, dove primeggiano Jude Law e Silvio Orlando. Uscirà nel 2020 il sequel The New Pope.

LA FANTASTICA SIGNORA MAISEL (2017 – in corso)

Una casalinga ebrea negli anni ’50 viene lasciata dal marito, comico di scarso successo, che la tradisce con un’altra donna. Midge, non riuscendo a trovare conforto neppure nella sua famiglia borghese che la critica per le sue scelte di vita, decide allora di darsi al cabaret come antidoto alla propria tristezza e strumento di rilancio e svolta personale. Una commedia frizzante e delicata tra le migliori del genere nel decennio appena trascorso, vincitrice di vari premi. La sua ideatrice, Amy Sherman-Palladino, è la stessa di Una mamma per amica ed è riuscita a creare uno show che diverte in maniera intelligente, incentrato sulla ricerca della felicità e della propria autodeterminazione, da un punto di vista femminile in un mondo prettamente maschile. La forza dello show originale Amazon sta anche nel fatto che non viene sviluppata solo la personalità della protagonista ma tutti i personaggi vengono delineati adeguatamente e approfonditi nella loro costruzione. Originale, accompagnata da una grande regia, costruita su ottimi dialoghi e impreziosita da una messa in scena ricca di costumi sfavillanti, The Marvelous Mrs. Maisel è una brillante serie sulla rottura delle convenzioni sociali e l’affermazione di sé stessi, unendo memoria storica e contemporaneità.

GLOW (2017 – in corso)

Gorgeous Ladies of Wrestling è uno show in cui un regista di B-Movie dirige diverse attrici nei panni di lottatrici donne, in uno spettacolo avanguardistico rispetto ai suoi tempi. Ispirata ad una storia vera, la serie è una commedia che divertendo riesce a riflettere sulla condizione dell’emancipazione femminile, con intelligenze e garbo. Dotata di un’essenza pienamente anni ’80 Glow è costruita su una scrittura eccellente che dona ritmo e brillantezza al racconto e che con ironia riesce ad essere profonda, denunciando stereotipi e discriminazioni. Mescolando realtà e finzione, tra elementi squisitamente trash e personaggi macchiettistici, il prodotto di Netflix diverte e commuove al tempo stesso, sfruttando al meglio anche una ricostruzione storica sgargiante nei costumi, nelle ambientazioni e nelle musiche. Glow  è un grande esempio di come mettere a servizio di tematiche universali la fascinazione del passato e di come sfruttare gli stereotipi stessi per ribaltarli e demolirli.

THE HANDMAID’S TALE (2017 – in corso)

Un vero e proprio manifesto femminista contemporaneo. La serie ispirata al romanzo Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood, racconta una società distopica governata da un regime totalitario teocratico dove le donne diventano serve e meri strumenti di riproduzione asserviti al potere maschile spogliate di ogni diritto. All’interno di questo contesto possiamo seguire le gesta di June che un passo alla volta guiderà una rivolta contro le regole oppressive e illiberali dello Stato di Gilead. The Handmaid’s tale è divenuta in breve un simbolo per le proteste femministe del nostro tempo, ispirando tante donne e dando il coraggio a molte d’alzare la testa. Seppure ciò che viene raccontato nella serie fa riferimento ad un contesto di finzione e di estremizzazione socio-politica, appare evidente che i tasti dolenti che la narrazione va a toccare, anche in riferimento al mondo attuale, sono molti. Grazie ad un cast ispirato ed in particolare un’eccezionale Elisabeth Moss, con una realizzazione tecnica di pregevole fattura, ed una storia costruita in maniera solida e coinvolgente, la serie di Bruce Miller merita certamente un posto tra i prodotti più rappresentativi del decennio.

MINDHUNTER ( 2017 – in corso)

Esempio lampante di come le serie abbiano conquistato un posto di prestigio al giorno d’oggi. David Fincher infatti si prende una pausa dalla realizzazione di film per creare una serie televisiva in cui racchiude la sua poetica cinematografica. Mindhunter è un giallo psicologico che racconta la nascita della definizione di serial killer attraverso le vicende dei grandi assassini degli anni ’70-’80. Una ricostruzione meticolosa di ambienti e personalità, in un’atmosfera soffocante e suggestiva, che scava nella psiche criminale  – ma anche in quella umana in generale – e costruisce i suo personaggi tassello dopo tassello delineandone i profili in maniera chirurgica. La serie di Fincher è una rivoluzione del genere crime, che lavora sottraendo la spettacolarizzazione dell’azione in favore dell’indagine psicologica e sociale. La vera protagonista è difatti la mente umana in tutta la sua affascinante complessità, resa in maniera sublime dal tocco artistico di uno dei più grandi registi del nostro tempo. L’autorialità al servizio del format seriale per indagare la natura umana.

TWIN PEAKS – IL RITORNO (2017)

In realtà parliamo del sequel di uno dei più grandi eventi televisivi di sempre, divenuto cult in brevissimo, ovvero I segreti di Twin Peaks di David Lynch, andato in onda nel 1990-1991. Il revival del 2017 è una serie evento che contiene tutto il genio lynchiano, ricreando le sue tipiche atmosfere, riportando gli stessi attori di 25 anni prima sullo schermo ed introducendo nuovi folli e criptici personaggi. Un concentrato di tutto ciò che ha reso celebre il regista, con i suoi tratti onirici, le sue trame e sottotrame sognanti e indecifrabili, la sua capacità unica di inquietare e creare mistero e tensione, le musiche avvolgenti e l’impossibilità di classificare secondo schemi convenzionali ciò che ci scorre davanti agli occhi. Un’opera emozionale stratificata e complessa, aperta a interpretazioni, dibattiti e discussioni infinite che va oltre i canoni delle serie tv e del cinema e diviene un unicum forse complicato ma estremamente affascinante.

HILL HOUSE (2018 – in corso)

La miglior serie horror del decennio, capace di trasportare sul piccolo schermo tutte le peculiarità del genere e riuscire ad andare oltre ad esso. È una serie antologica, la prima stagione racconta la storia di una famiglia unita ma tormentata, la cui vicenda si sviluppa su due piani temporali diversi, accumunati da eventi tragici e fuori dal comune all’interno di una inquietante casa, che scatenerà tutte le tensioni familiari sopite. Mike Flanagan, già regista di opere cinematografiche come Ouja – le origini del male e Oculus, mette tutta la sua capacità nella creazione di atmosfere cupe e terrificanti all’interno di un prodotto seriale di eccelsa fattura. Tratta dal romanzo del 1959 L’incubo di Hill House la serie di Flanagan ne è una personale rilettura che riesce coniugare l’horror con l’analisi introspettiva sulla famiglia. Più d’atmosfera che d’azione, non mancando però di colpi di scena e plot twist, Hill House porta una tensione perenne e sforna una grandissima capacità nello strutturare eventi soprannaturali con caratteri universali e reali, unendo dramma familiare e ghost story. Per il 2020 è in programma una seconda stagione con una nuova storia.

CHERNOBYL (2019)

La grande sorpresa del 2019 è in realtà una mini-serie di cinque puntate che si configura quasi come un lungo film. Il prodotto della Hbo ha saputo conquistare un vastissimo pubblico grazie alla straordinaria messa in scena del più grande disastro nucleare degli anni ’80, raccontandone cause e conseguenze e focalizzando l’attenzione su tutte quelle persone che si sono immolate per ridurne l’impatto devastante sull’umanità, anche a costo di rimetterci la vita. Una storia raccontata senza risparmiare nulla, con un’ottima regia, una fotografia che immerge perfettamente nell’atmosfera dell’epoca, una colonna sonora inquietante e un ritmo incalzante che non ti permette di staccarti dallo schermo. Il tutto in una narrazione dalla forte carica emozionale che ammalia, rapisce e tocca nel profondo. Chernobyl è una poesia storica che riesce ad essere contemporaneamente intimamente toccante e visivamente dirompente. Un grande esempio di come la serialità abbia raggiunto vette cinematografiche notevolissime.

MODERN LOVE (2019 – in corso)

L’altra serie rivelazione del 2019, distribuita da Amazon Prime Video e tratta da una rubrica del New York Times, esplora l’amore nelle sue molteplici forme, da quello romantico a quello sessuale, da quello familiare a quello platonico, da quello giovanile a quello maturo, fino a quello per sé stessi. Con uno stile semplice e un ottimo realismo, ogni episodio racconta una storia particolare, originale o non convenzionale, con al centro il grande il più grande sentimento umano, e lo fa con grande delicatezza e freschezza. Gli otto episodi sono di breve durata eppure riescono a dare un notevole spessore al racconto e trasmettere emozioni con sorprendente profondità. Modern Love stupisce per come riesce a dare uno sguardo esterno ma intimo e a tutto tondo sull’amore, assumendo diverse prospettive, pescando dalla realtà e cogliendone sfumature e sfaccettature, mostrandoci come a volte anche l’incredibile è reale. I personaggi sono costruiti in profondità nella loro psicologia, scardinando gli stereotipi e venendo resi ottimamente da un cast d’eccellenza che vede tra le sue file Anne Hathaway, Dev Patel, Andy Garcia, Andrew Scott, Cristina Milioti, Tina Fey e John Slattery.