La fantastica signora Maisel: 5 cose che ci mancheranno della premiata serie tv

Dopo 5 stagioni la serie Prime Video creata da Amy Sherman-Palladino è giunta al termine. Ecco le 5 cose che ci mancheranno della signora Maisel

La fantastica signora Maisel ci ha saluto dopo 5 stagioni (2017-2023). L’avvincente storia dell’ex casalinga ebrea dell’Upper West Side di Manhattan diventata una comica di fama mondiale, per tutti questi anni ci ha accompagnato, divertito, emozionato, fatto sognare a occhi aperti. Il merito di questo capolavoro va alla creatrice Amy Sherman – Palladino (Una mamma per amica) che ha dato vita a uno dei personaggi più rivoluzionari e amati della serialità degli ultimi anni, un esempio fulgido di emancipazione femminile, di intelligenza, comicità e bellezza da tanti punti di vista. Con un cast in stato di grazia, Rachel Brosnahan, Alex Borstein, Michael Zegen, Marin Hinkle, Tony Shalhoub, Kevin Pollak, Caroline Aaron, Luke Kirby, La fantastica signora Maisel fino a ora ha ottenuto numerosi riconoscimenti, venendo premiata, tra gli altri, con 3 Golden Globe (di cui 2 alla protagonista Rachel Brosnahan), 5 Critics’ Choice Awards e 17 Emmy Award.

Ma vediamo insieme cosa, secondo noi, ci mancherà di più de La fantastica signora Maisel.

1. I monologhi della signora Maisel

La fantastica signora Maisel, cinematographe.it

Abbiamo visto Midge per la prima volta all’opera ubriaca, mezza nuda e disperata sul palco del Comedy Club Gaslight gestito da Susie Myerson che diventerà poi la sua migliore amica e manager. Un’esibizione esilarante (finita con l’arresto per atti osceni in luogo pubblico) che ci ha fatto da subito capire di che pasta era fatta questa casalinga dell’Upper West Side appena lasciata dal marito per un’altra (ma come si fa a lasciare Midge Maisel?). È stato il primo di una lunga serie di monologhi che ci hanno accompagnato per 5 stagioni, che ci hanno fatto comprendere puntata dopo puntata il grande talento di questa donna dal brillante humor tipicamente ebraico reso ancora più speciale dalla sua personale visione del mondo in quanto donna in una società, quella di fine anni ‘50, profondamente maschilista, uno degli ostacoli che renderanno il suo percorso verso l’affermazione come stand-up comedian molto tortuoso. “Tutti i comici sono comici perché qualcosa nella loro vita è andata orribilmente male. Qualcosa è andata a puttane”. E pensate come poteva essere la vita in quegli anni di un’aspirante comica, divorziata con una grande voglia di indipendenza: “E se un giorno scoprissimo che siamo sempre state noi quelle al comando ma che nessuno ce l’aveva detto?”, si chiede nel monologo dell’ultima puntata della quarta stagione. Una riflessione sul percorso che le donne hanno fatto nel corso della storia come solo Amy Sherman-Palladino sa fare, che trova il suo culmine nell’ultima puntata della serie di cui vi parliamo in maniera approfondita qui.  D’altronde come ci dice sempre Midge: “La comicità è alimentata dall’oppressione, dalla mancanza di potere, dalla tristezza e dalla delusione, dall’abbandono e dall’umiliazione. Ora, chi diavolo descrive meglio questo fenomeno più di una donna? Giudicando con questi standard, solo le donne dovrebbero essere divertenti”.

2. Il rapporto tra Midge e Susie in La fantastica signora Maisel

La fantastica signora Maisel, cinematographe.it

Tette in su” è il loro motto, il loro monito prima delle esibizioni di Midge, prima di ogni scelta difficile, prima di una svolta, come accade anche nel finale della serie, prima di quei quattro minuti che cambieranno per sempre la vita della signora Maisel. Il rapporto tra Midge e la sua manager e migliore amica Susie Myerson è fatto di clamorosi, e il più delle volte esilaranti litigi, di confessioni profonde, di momenti di crisi superati con caparbietà insieme, come quando vengono “mollate” poco prima della partenza per un importante tour con il cantante di fama mondiale Shy Baldwin, un’occasione unica e importante per la carriera di Midge sfumata a causa di un monologo compromettente per l’epoca, nel quale aveva svelato l’omosessualità della star. “Noi ce la faremo”, le dice Susie abbracciando l’amica in lacrime, è uno dei pochi momenti in cui la scorza dura della manager lascia posto alla dolcezza e all’affetto, qualcosa che concede solo a Midge, il suo “punto debole”, per la quale accetta malvolentieri tanti compromessi, mettendosi spesso nei guai. Lei è la prima che ha intravisto nella signora Maisel un talento unico, che ha intuito il suo potenziale e anche grazie al suo impegno riesce a farla emancipare come comica, a farle raggiungere il successo. La sua bravura in un lavoro praticamente improvvisato la porterà a diventare in futuro uno dei manager più potenti dello spettacolo. Sono tante le volte in cui la vediamo mediare, trovare dei geniali espedienti (in Italia li chiameremmo “mandrakate”), litigare per la sua Midge e per il suo lavoro, sempre sul pezzo, sempre al massimo: “Non mi importa essere sola. Semplicemente non voglio essere insignificante”.

3. Gli outfit di Midge è una delle cose che ci mancherà de La fantastica signora Maisel

La fantastica signora Maisel, cinematographe.it

Gli outfit della signora Maisel sono tra i più invidiabili della storia delle serie tv, un guardaroba immenso, abbinamenti accurati per ogni occasione: cappelli, scarpe, borsette, foulard, spolverini, cappotti, tailleur, gonne, elegantissimi abiti da sera. Vestiti, vestiti e ancora vestiti. Chi a Manhattan ha un’intera stanza piena di scarpe e borse?, protesta in una puntata Abe Weissman, padre di Midge, esasperato dai continui cambi di look della figlia (e anche della moglie), dalle tante valigie che si portano appresso anche per pochi giorni di vacanza. Come accadde anche nell’ultima puntata, e non poteva essere altrimenti, quando torna a casa ben due volte da lavoro per passare dall’outfit da ufficio a quello da diretta tv in prima serata. Un’ossessione per le occasioni d’uso che Midge spesso cerca di spiegare invano a Susie che, tra l’altro, per tutte le 5 stagioni indossa sempre lo stesso basco: il vestito da “seduta”, il vestito per rimanere in piedi, quello da tè, quello per un appuntamento, per un’occasione speciale e così via. Il merito di questi abiti da sogno va alla premiata costumista Donna Zakowska: una miriade di colori, lo stile inconfondibile ed elegante degli anni ’50, pezzi straordinari indossati alla perfezione da Midge – Rachel Brosnahan, con il suo vitino di vespa, con la sua bellezza genuina. Tra i tanti ne ricordiamo alcuni: l’abito da sposa minimalista di Midge ma squisitamente femminile, ispirato, come dichiarato dalla Zakowska, a quello di Haudrey Hepburn in Cenerentola a Parigi;  nella quinta puntata della terza stagione a Miami il vestito di seta con mantello con grossi pois e fiori e un vistoso cappello di paglia con borsetta abbinata, l’abito nero con le frange indossato durante un’esibizione, e quello con motivo fiorato rosa e nero nello stesso episodio quando trascorre una magica serata con il comico Lenny Bruce.  D’altronde come dice la stessa Midge: “Mio padre mi ha fatto notare che la mia parte preferita di un giornale è la pubblicità delle scarpe. E mi sono sentita male al riguardo, ma adesso penso che forse mettono quegli annunci nei giornali per distrarci. Perché se le donne non realizzano cosa sta succedendo nel mondo, non si faranno avanti per aggiustarlo. Perché lo aggiusterebbero e lo decorerebbero”.

4. I genitori di Midge

La fantastica signora Maisel, cinematographe.it

Abe e Rose Weissman (due straordinari Tony Shalhoub e Marin Hinkle), sono i due irresistibili, ma alle volte “amorevolmente” insopportabili genitori della signora Maisel, il primo professore di matematica presso una prestigiosa università diventerà poi critico teatrale per un giornale, la seconda la classica signora dell’alta società newyorkese negli anni ’50, preoccupata solo delle apparenze. Per 5 stagioni si rifiutano di comprendere i desideri della figlia, si vergognano del suo lavoro, dei suoi monologhi a loro detta imbarazzanti, non capiscono il suo umorismo e le danno la colpa per la fine del suo matrimonio con Joel Maisel. Nonostante tutto questo non si può non amarli: eccentrici, incapaci di essere concreti, a tal proposito è esilarante quando nell’ultima stagione entrano nel panico quando la loro storica governante decide di licenziarsi e spiega loro senza successo il semplice uso di un’aspirapolvere; Abe con i suoi deliranti monologhi, Rose con il suo modo peculiare di essere leggera, sopra le righe e inconsapevolmente comica. I due sono stati anche capaci di fare un inaspettato colpo di testa nella seconda stagione, scappando come due adolescenti innamorati e trasferendosi per qualche tempo a Parigi per vivere il loro grande sogno. Pur con i loro difetti e le ingiustizie che riservano a Midge la amano profondamente e lo dimostrano apertamente nelle ultime puntate della quinta stagione, come quando Abe riflette con gli amici riguardo la forza ammirevole di sua figlia e il suo talento che non le ha mai riconosciuto; o quando lui e Rose fanno una rocambolesca corsa per assistere dal vivo all’esibizione di Midge al The Gordon Ford Show per farle sentire il loro sostegno, il loro orgoglio e vederla finalmente spiccare il volo verso il successo.

5. La colonna sonora è una delle cose che ci mancherà de La fantastica signora Maisel

La fantastica signora Maisel, cinematographe.it

Una colonna sonora imponente, che fa sognare, cantare, ballare, emozionare. La fantastica signora Maisel raccoglie numerosi brani che accompagnano con coerenza il percorso di Midge Maisel. Sono canzoni ovviamente d’epoca che vanno da Ella Fitzgerald a Frank Sinatra, da Bob Dylan agli Stealers Wheel, fino alle canzoni originali cantate da Shy Baldwin (nella realtà cantante mai esistito) scritte da Curtis Moore e Tom Mizer. Molti brani hanno segnato momenti cruciali della vita e della carriera di Midge, come nell’ultima scena della quarta stagione quando, sconvolta per i suoi fallimenti, dopo che alla fine di uno spettacolo di Lenny Bruce al prestigioso Carnegie Hall, il comico l’ha pregata di non arrendersi, di battersi ancora per il suo sogno, durante una tempesta di neve scorge l’enorme manifesto del The Gordon Ford Show che, come vedremo nella quinta stagione, le cambierà la vita, e in quel momento parte la canzone del 2002 degli Sparks How do I get to Carnegie Hall?. Per scoprire o riscoprire tutti questi bellissimi brani trovate la colonna sonora completa della serie su Spotify.

Leggi anche La fantastica signora Maisel: la spiegazione del finale