Community: 5 motivi per recuperare la serie comedy

Community è una serie comedy immancabile per gli appassionati del genere: originale, imprevedibile e ricca di riferimenti nerd. Ecco perché vederla!

Spesso ciò che si apprezza nelle serie comedy è la capacità di arrivare in modo immediato alla mente e al cuore degli spettatori, senza un’eccessiva complessità. Altre volte è bello misurarsi con un prodotto più sfaccettato, capace di mettere alla prova il pubblico con battute sottili. Community rientra in questa seconda categoria, regalando in sei stagioni un tipo di comicità particolare, rappresentata da situazioni paradossali, personaggi stravaganti e un sottofondo di cultura nerd davvero interessante.

Nata nel 2009 da un’idea di Dan Harmon e proseguita fino al 2015, Community ha una trama di base apparentemente molto semplice, arricchita però da eventi particolari e situazioni al limite del credibile: il vanitoso Jeff, matricola al Greendale Community College, decide di formare un gruppo di studio al quale partecipano l’attivista Britta, il nerd senza filtri Abed, lo sportivo Troy, la madre di famiglia fortemente religiosa Shirley, l’anziano e senza filtri Pierce e la secchiona Annie. Una squadra improbabile, ma che diventerà presto il fulcro della comicità di Community.

Ecco cinque motivi per recuperare questa serie TV!

Community ha personaggi complessi e non stereotipati

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A prima vista i protagonisti di Community potrebbero mostrare delle caratteristiche quasi stereotipate. Questa prima impressione ha tuttavia lo scopo di mostrare quanto in realtà essi siano sfaccettati e quanto le sfumature del loro carattere possano portare a istanti di gradevole imprevedibilità. La composizione eterogenea del gruppo di studio è proprio ciò che dona dinamismo alla serie, grazie alle interazioni tra personaggi così diversi, eppure le dinamiche di gruppo non annullano mai la personalità dei singoli personaggi che si mostra molto forte (ma non priva di evoluzioni) per tutta la serie.

Community vanta degli ottimi personaggi anche in virtù di questo rovesciamento dei cliché, che porta per esempio ad avere il classico atleta popolare tra le ragazze, che in realtà si rivela anche il più sensibile e ingenuo del gruppo, un avvocato cinico e arrivista che impara presto a sviluppare l’affetto per le altre persone o un ragazzo affetto da sindrome di Asperger che sembra essere il fulcro emotivo della serie. Alla forza dei protagonisti si appoggia quella delle figure secondarie, anch’esse originali e brillanti.

Community: tra battute non scontate e riferimenti geniali

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Fare ridere in modo genuino è un compito difficile, che non sempre le commedie riescono a svolgere al meglio. Community ha il grande merito di saper divertire con battute e situazioni che sfiorano l’assurdo, ma che non scadono mai nel demenziale. La scrittura di Harmon è equilibrata e geniale – con qualche caduta di stile verso le stagioni finali – e si esprime alla perfezione nei brillanti botta e risposta dei personaggi. I tratti caratteriali dei protagonisti danno vita a incomprensioni, scontri e interazioni davvero divertenti, che spingono lo spettatore al bingewatching selvaggio, puntata dopo puntata.

A donare grande spessore a questo prodotto comedy ci sono inoltre i numerosi riferimenti alla cultura di massa, fatti soprattutto dal personaggio di Abed. Non sarà difficile cogliere i numerosi riferimenti a Doctor Who, ai film di Tarantino e a molti altri film famosi da cui alcune puntate prendono palesemente ispirazione.

Community: l’epicità della semplicità

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La vita al Greendale Community College, nonostante le stramberie di studenti e insegnanti, non si può certo definire adrenalinica, ma uno dei punti forti di Community è che riesce a trasformare gli eventi più insignificanti in un’avventura.

Il divertimento dello spettatore è così assicurato, sia che si parli di questioni di un certo spessore, sia che l’argomento principale di un episodio sia una semplice lezione di spagnolo. Con uno stile che sfiora la parodia, Community trasforma la semplicità degli eventi quotidiani, delle lezioni e dei momenti di socializzazione tra compagni di corso, in qualcosa di epico, quasi una questione di vita o di morte.

Community: le puntate “speciali”

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Un esempio perfetto del punto precedente è rappresentato dalle puntate speciali, ossia quegli episodi che non si basano solo su una narrazione telefilmica tradizionale, ma che mettono in campo format, situazioni e linguaggi narrativi molto particolari. Community è uno spazio nel quale Harmon sembra giocare per portare sullo schermo tutto ciò che gli viene in mente, anche quando risulta inverosimile. Immergersi nel mondo di Community significa sperimentare qualsiasi cosa, dalle puntate musical, a quelle in bianco e nero, da quelle di stampo horror a quelle impostate su una campagna di D&D.

Davvero epica – senza fare spoiler – la puntata dedicata al Paintball, che assume i toni di una vera e propria guerriglia tra bande.

Community: la forza dell’immedesimazione

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Cosa rende credibile una narrazione e i suoi personaggi? L’immedesimazione.

Sebbene Community sia per certi versi una serie tv che non segue le classiche regole della verosimiglianza, con personaggi così particolari da risultare perfino assurdi, è impossibile non immedesimarsi in qualcuno di loro. La scrittura del loro carattere e della loro evoluzione psicologica risulta perfettamente coerente e credibile e durante il corso delle sei stagioni tutti loro mostrano pregi e difetti che li fanno crescere, regredire e progredire ancora. Hanno inoltre dei tratti psicologici così marcati che è facile assistere alle loro azioni e sentirsi simili a loro.

Accanto all’identificazione, Community crea anche un senso di conforto e di famiglia tipica delle serie tv comedy longeve capaci di tenere compagnia allo spettatore.