Chiamami ancora amore: dove è stata girata? Le location della serie tv Rai

La città di Bracciano, tra lago e Castello Odescalchi, fa da sfondo a Chiamami ancora amore.

Perfettamente in linea con il progetto di un racconto verosimile e aderente alla realtà, Chiamami ancora amore ha come sfondo Bracciano e i suoi dintorni. Rifuggendo infatti la maestosità delle grandi città come la vicina Roma, l’autore Giacomo Bendotti e il regista Gianluca Maria Tavarelli, hanno scelto di dare alla storia narrata una dimensione universale e familiare, preferendo aggirarsi negli spazi chiusi e aperti di Bracciano. La località sull’omonimo lago, pur facendo parte della Città Metropolitana capitolina, mantiene l’atmosfera intima delle piccole vie e dei monumenti storici come il Castello Odescalchi.

Chiamami ancora amore racconta l’evoluzione della storia d’amore tra Anna (interpretata da Greta Scarano) ed Enrico (impersonato da Simone Liberati) alternando a livello estetico gli ambienti del “fuori” abitati dalla società che li circonda, sempre pronta a giudicare e osservare ma spesso refrattaria alle richieste di aiuto della famiglia ormai in crisi, agli ambienti del “dentro”, spesso caratterizzati da una sensazione di claustrofobia che contraddistingue le mura domestiche ma anche quelle carcerarie con cui, non a caso, si apre la prima puntata della serie tv. In questo senso, Bracciano risulta funzionale a ottenere un’idea di familiarità data dai piccoli centri italiani, sottolineando l’universalità dei problemi affrontati dai protagonisti. Le riprese si sono appunto svolte per la grande maggioranza tra Bracciano e Anguillara Sabazia, entrambe affacciate sul lago di Bracciano e che hanno appoggiato la produzione della serie con il loro patrocinio. Tutti gli scenari proposti sono edifici civili delle due piccole cittadine, tranne per alcune sequenze girate nella casa circondariale.

La Bracciano di Chiamami ancora amore: la città perfetta per inquadrare storia e personaggi

Chiamami ancora amore - Cinematographe.it

Uno scorcio di Bracciano, che ospita le vicende di Anna ed Enrico.

La scelta di ambientare Chiamami ancora amore è funzionale al progetto di raccontare una storia universale, di una famiglia profondamente radicata nel territorio in cui abita, con i suoi modi di dire e gli scorsi che accompagnano l’evoluzione del loro matrimonio, ma allo stesso tempo proietta questa territorialità in un’atmosfera replicabile ovunque. Il personaggio di Anna, che Greta Scarano impersona in modo efficace e convincente, mette bene in risalto questo conflitto tra la dimensione interna di ognuno e le aspettative della società esterna, che diventa in breve tempo l’esasperazione dell’opposizione tra le mura domestiche sempre più simili a una cella del carcere e l’orizzonte lontano offerto dal lago vicino e dalle campagne circostanti.

Se il senso del film riesce a penetrare negli sguardi dei protagonisti e in tutte le inquadrature presentate da Chiamami ancora amore lo si deve anche alle potenzialità offerte da località meno sfruttate dalle produzioni televisive e cinematografiche ma non per questo meno efficaci dei grandi centri, come per esempio la vicina Roma (distante poco più di 30 km da questi luoghi) che avrebbe senza dubbio corso maggiormente il rischio di affogare la storia della coppia nelle grandi dinamiche metropolitane, spostando il focus o comunque annacquando il messaggio immediato portato avanti dalla coppia di coniugi protagonisti. Le località prescelte per girare la serie hanno permesso anche alla regia di giostrare il linguaggio filmico in modo naturale, senza ricadere in inutili immagini patinate e monumentali, che non avrebbero offerto alcun valore aggiunto alle vicende narrate ma, anzi, ne avrebbero screditato l’impotanza e la pregnanza.  La linearità e la naturalezza delle immagini composte da Tavarelli e Bendotti risultano esaltate e rafforzate dalle location prescelte, che permettono agli spettatori di concentrarsi su Anna, Enrico e la loro parabola d’amore.

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