Benvenuti a Eden 2: la spiegazione del finale di stagione

La seconda stagione di Benvenuti a Eden punta tutto su un finale a effetto che potrebbe aprire nuove strade. O chiuderle definitivamente. Capiamolo insieme in questa spiegazione.

Se l’elemento della sorpresa poteva reggere il gioco della prima stagione di Benvenuti a Eden, serie in cui si era apprezzata soprattutto la volontà di preservare la curiosità dello spettatore riguardo la dietrologia dell’elemento sci-fi, in questo lento e insoddisfacente secondo capitolo la suspense viene relegata tutta ad un cliffhanger finale che potrebbe finalmente cambiare le cose.

Come abbiamo già analizzato nella nostra recensione, la serie spagnola ideata da Joaquín Górriz e Guillermo López Sánchez, ancora in top dei più visti su Netflix Italia, spreca l’arco narrativo dei personaggi principali e della traiettoria stessa della trama, con la scelta discutibile di muovere di un millimetro soltanto l’avanzamento della storia, accennando in flashback alcune blande informazioni sul passato di Astrid e su suo padre che, a quanto apprendiamo, è stato la mente del progetto Eden, con l’idea di ricreare attraverso i giovani “prescelti” un nuovo ed incontaminato Paradiso terrestre, non su questa terra ormai inquinata, ma servendosi di una probabile comunicazione aliena.

Figli(a) delle stelle

Nel quinto episodio, forse il più esplicativo in tal senso, capiamo infatti che l’anziano papà di Astrid era riuscito a trovare le coordinate esatte per entrare in contatto con entità superiori extraterrestri, pronto dunque a trovare i finanziatori necessari alla creazione del Nuovo Eden. Ma qualcuno di altrettanto pericoloso voleva entrare in possesso di quei preziosi dati.

Prima ancora di morire in un incidente stradale causato da due misteriosi motociclisti la cui identità e intenzione ci viene rivelata solo nei secondi finali della stagione, il padre di Astrid, in quegli attimi fatali, invia alla figlia i dati del suo lungo lavoro, facendo così ereditare a quest’ultima l’ambita attuazione del progetto.

Occhio per occhio e le leggi fratricide di Benvenuti a Eden

benvenuti a eden 2

L’ottava puntata dal titolo “Primo Contatto” assembra dunque le sottotrame imbastite in precedenza, a partire dal piano di ribellione pensato da Bel e Zoa di sbarazzarsi di Astrid attraverso un gesto fatale ma necessario: ucciderla traendola in inganno nel modulo di Nuria (Anna Alarcón Visús) e di suo figlio Isaac (Max Sampietro). Dopo aver posizionato di nascosto degli esplosivi attorno alla piccola dimora, e dopo un attimo di esitazione, la detonazione prevista non avviene e le due vengono prontamente arrestate dalle implacabili guardie di Eden.

Catturate e allontanate dal resto del gruppo, queste non rivelano nulla sulla pianificazione della rivolta/uccisione, ma tramite l’(addio?) incontro delle due sorelle Zoa e Gabi capiamo che quest’ultima, ancora insicura e impreparata all’ambiente ostile in cui si ritrova, ha riferito ad Astrid il segreto sul piano originario messo in piedi dalle due fidanzate, dando così il tempo alla donna di riorganizzare a sua volta un contraccolpo per salvarsi dell’esplosione. Portate in un cratere all’interno dell’isola, Bel e Zoa attendono la loro esecuzione per mano di Alma (Irene Dev) e Orson (Joan Pedrola). Vano è anche il tentativo disperato di Gabi che, presa dai sensi di colpa, tenta il tutto per tutto per salvare la sorella e la compagna dalla morte.

Benvenuti a Eden 2: colpi di scena (riparatori) nel finale di stagione

benvenuti a eden 2

Nel pathos della sequenza, ecco però arrivare dal cielo un elicottero: è Brisa (l’attrice Ana Wagener), la donna investigatrice che già dalla prima stagione si è messa nelle tracce dei tanti giovani scomparsi cercando quanto più possibile elementi e informazioni sui ragazzi attraverso le famiglie rimaste sole in città e di cui purtroppo ci viene raccontato troppo poco per scelte autoriali che non condividiamo in toto. Finalmente Brisa e il suo team di amici nerd è riuscita a trovare l’isola: sarà questo allora il tanto atteso momento salvifico dalla prigionia? Sarà grazie a lei che la Fondazione verrà smembrata, oppure ci sarà qualche altro colpo di scena?

Ma c’è un ultimo elemento da chiarire, che torna dritto al discorso sull’incidente stradale del padre di Astrid di cui sopra. Scopriamo infatti che Danae (Lucía Guerrero), la donna agente più crudele della “polizia” di Eden, è stata la responsabile della morte del fondatore: è stata lei con la complicità della new entry Som (Nona Sobo) che nel 2014 ha mandato fuori strada l’auto in cui l’uomo viaggiava, perché mandata dal padre di quest’ultima a rubare i dati del contatto alieno di cui voleva impossessarsi. Danae e Som, dunque, sono le due “antagoniste” del progetto sotto copertura, membri fedeli di una guerra fra menti eccelse (il padre di Astrid e quello di Som) che con ogni probabilità verrà indagata più a fondo in una terza stagione. Semmai ci sarà.

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