La Porta Rossa 2: il cast svela dettagli e… ci sarà anche una stagione 3?

La Porta Rossa sta per tornare con dei nuovi episodi, in cui nulla è da dare per scontato. Ci sarà una terza stagione?

Dopo il successo dell’esordio, la fiction con protagonista Leonardo Cagliostro interpretato da Lino Guanciale torna su Rai 2. I nuovi 12 episodi de La Porta Rossa saranno scanditi in 6 prime serate settimanali, a partire da mercoledì 13 febbraio alle 21.20. I produttori, gli sceneggiatori, il regista e il cast della serie hanno parlato della nuova stagione in conferenza stampa, lasciando intendere che ci saranno grossi colpi di scena, nulla è da dare per scontato, e che potrebbe esserci una terza stagione!

Per conoscere le anticipazioni de La Porta Rossa 2 leggi qui 

La Porta Rossa – Anticipazioni dalla conferenza stampa, ci sarà una 3° stagione?

Eleonora Andreatta, direttrice di Rai Fiction, presenta questa seconda stagione di una serie, qual è La Porta Rossa, un po’ fuori dai canoni rispetto alla solita programmazione Rai:

“La Porta Rossa appartiene a quella linea di prodotti che portano un diverso linguaggio su Rai 2. È stata fortemente condivisa anche con i vertici aziendali la scelta di creare una linea di prodotti che sotto il profilo del genere del linguaggio visivo di scrittura anche dei protagonisti avesse un’entità diversa rispetto alla programmazione di Rai 1 anche per inserirsi nel grande flusso della serialità internazionale. La Porta Rossa è una serie moderna che lavora su un linguaggio molto moderno e sofisticato. Questa 2° serie nasce dopo il grandissimo successo della prima che ha ottenuto più del 13.6% di share.

La prima ha avuto una gestazione molto lunga e complessa di 5 anni perché era difficile mescolare i generi come ha saputo fare questa serie, il bilanciamento del racconto è difficile. Questa seconda stagione è nata quasi di getto, da un’intuizione dei nostri due sceneggiatori. Abbiamo lasciato il nostro Cagliostro che aveva delle visioni del futuro e visto il pericolo la sua bambina. C’è un gancio che lo porta a rimanere e scoprire che anche quelle certezze che riguardavano il processo e la condanna del suo assassino ancora possono essere messe in discussione. Ancora una trama nuova che può coinvolgere il pubblico e anche chi malauguratamente non conoscesse la storia di Cagliostro. Se la prima serie aveva tema centrale la possibilità di avere una seconda possibilità per riscattare i propri errori, questa ha come tema quello dei legami, declinato in diverse maniere sul protagonista e gli altri personaggi: cosa significhi amare una persona e se significa anche di essere capaci di lasciarla andare, anche per i personaggi nuovi nella storia. Sicuramente la regia nella prima serie cercava un linguaggio unico e anche questa volta, da una parte abbiamo una città che è raccontata al meglio valorizzata per la sua unicità e in tutte le sue dimensioni, anche dall’alto in basso. È un mondo creato da una parte vero e che dall’altra ha le sue caratteristiche, come la pioggia. È un universo che ha anche visivamente una sua unicità. Con questo titolo l’interpretazione di Lino e tutti gli attori è stata trascinata anche dalla bellezza dei personaggi. Uno dei temi è quello della dialettica dell’amore e del saper lasciare andare. È uno degli argomenti della serie, che crea dipendenza ed è difficile lasciarla andare.”

Il produttore per VelaFilm insieme a Maurizio Tini, Tommaso Dazzi, ha spiegato le difficoltà del lavoro che c’è dietro alla 2° stagione de La Porta Rossa:

“È stato girato molto di notte, questo comporta problemi enormi di orari anche con gli attori. È tutto molto sotto la pioggia e questo crea difficoltà enormi, sono stati usati droni, fatte riprese subacquee, siamo stati molto attenti alle ambientazioni e mi sembra che abbiamo ottenuto un risultato abbastanza buono. La cosa importante è stata essere riusciti a fare un montaggio in tempi brevissimi, in 3 mesi abbiamo fatto 6 serate dal 100 minuti, abbiamo lavorato di notte.”

Serie che, come location, ha visto una splendida Trieste:

“Trieste è una città molto accogliente e molto bella, come tutte le grani città è anche un po’ costosa ma piena di spazi, luce e cose importanti per questa storia. Questo spazio è stato molto importante.”

Sui motivi di continuità e discontinuità di questo nuovo appuntamento con La Porta Rossa si è espresso Maurizio Tini, che ha manifestato l’apertura a una terza stagione:

“Gli elementi di continuità con la serie sono delle location come Trieste dove abbiamo girato sia la 1° che la 2° serie e dove quindi ci siamo trovati bene. Gli elementi di novità sono che abbiamo cercato di fare meglio ancora, abbiamo alzato l’asticella sotto tutti i punti di vista. Siamo riusciti a mettere insieme un po’ di risorse. Abbiamo un cast che raramente se ne vedono di questo livello, secondo me un elemento da sottolineare. Non solo non vogliamo deludere chi ha visto la 1° serie, ma vogliamo stupire gli affezionati e vorremmo tanto fare anche una terza stagione.”

È intervenuto anche lo sceneggiatore, Carlo Lucarelli, interrogato sul motivo che ha portato il protagonista a non attraversare La Porta Rossa durante il finale della prima stagione:

“Ogni tanto trovo delle cose come ‘Scritto dalla penna geniale di Carlo Lucarelli’, se volete continuare a scriverlo mi fa piacere, ma siamo in tanti dal punto di vista della scrittura. Ma soprattutto i direttori d’orchestra che riescono a mettere assieme una cosa molto particolare, equilibrio tra thriller, problematiche esistenziali e metafisica, questo equilibrio che c’è ne La Porta Rossa. 3 volte abbiamo trovato questa magia, ero a un ristorante Bolognese, c’era un signore con tanta altra gente che mi guardava fisso, pensavo fosse uno dei miei clienti, poi si alza, mi ferma e mi fa i complimenti per La Porta Rossa.

Nel mio piccolo paese ci conosciamo tutti, al supermercato mi fermavano quando c’erano le puntate e mi chiedevano come andava a finire. La fine ne La Porta Rossa 2 non esiste, Cagliostro è ancora lì. Tutto quello che avete pensato come definitivo nella 1° stagione siamo riusciti a ribaltarlo. Abbiamo un personaggio importante e delle cose anche molto interessanti da dire che io non dirò neanche morto e spero che se qualcuno le viene a saperle non le scriva perché ci sono dei colpi di scena. Abbiamo la fortuna di avere un protagonista che anche se muore continua comunque a vivere.”

Gabriella Pession torna ad interpretare Anna Mayer. L’attrice ha descritto così il rapporto che ha con il proprio personaggio:

“La difficoltà di parlare di questo personaggio è di cadere negli spoiler, quello che posso dire per quanto riguarda me come attrice interpretare il personaggio di Anna ho il ruolo di una donna matura e per me come attrice ha significato un momento particolare. Ho voluto portare la vicenda di una donna in modo autentico, anche scomodo in alcuni punti. Ho voluto cercare di portare in televisione un personaggio che veramente possa attraversare questa vicenda universale che coinvolge ognuno di noi. Era un personaggio che a differenza mia parla molto poco, io sono logorroica e questa cosa mi piace tanto. Con Carmine Elia abbiamo costruito scene di grandi silenzi, che sono pieni se costituiti di tensione drammaturgica forte.

Per questo secondo anno nascerà una bimba dal nome di Vanessa, anche qui come nel primo anno ho voluto portare sul piccolo schermo l’elaborazione di un lutto. Quest’anno abbiamo voluto approfondire la maternità e il post-parto in una maniera che fosse vera, non romantica e stereotipata, molto moderna e anche difficile. Questo ha a che fare con un personaggio che mi dà modo di esplorare gli aspetti della vita in maniera anche autentica. Questa squadra che abbiamo costruito sul set si sente, c’è qualcosa che ci lega di impalpabile. Non è un progetto, è un lavoro, un percorso che abbiamo fatto tutti artisticamente e siamo contenti che vada in onda la seconda stagione. Nell’altro colpo di scena molto forte Anna Mayer dovrà andare contro la legge per salvarsi perché dovrà affrontare in grande solitudine il tema dell’ingiustizia, e dovrà farlo da sola. Un personaggio in grandi silenzi e in solitudine che ho amato particolarmente.”

Ad interpretare Leonardo Cagliostro invece ritroviamo Lino Guanciale, a cui viene chiesto cos’è che trattiene maggiormente il protagonista dall’attraversare La Porta Rossa:

“Volevo tranquillizzare tutti, a Trieste non piove così tanto, trovate tanto sole e tanto mare. Come tutta quanta la serie è la rappresentazione evocativa che riguarda tutti noi. Che uno ci creda o meno all’aldilà valgono più i simboli della narrazione, attraverso la vicenda di Cagliostro e la rete di legami. Credo sia facile riconoscersi in queste situazioni per ognuno di noi. Quindi quello che lo fa restare più di qualunque cosa in parte si scoprirà in questa 2° stagione, si entra nel merito del perché un fantasma non possa andare via. Al di là degli affetti che sono ovvi, c’è anche la curiosità del detective, la voglia di capire che cosa si nasconde dietro quello che non hai compreso appieno.”

Il concetto di vita dopo la morte viene portato avanti principalmente dalla Fede religiosa, ma ne La Porta Rossa si prescinde da questo elemento:

“Io non sono credente, quindi non avverto in questo modo la necessità in una serie che vuole parlare a un pubblico non solo di credenti di avere quello come focus. In realtà c’è un fronte religioso rappresentato da Don Giulio, una sponda di quel tipo rimane. Mi piace la democraticità della ricostruzione drammaturgica, in questa serie non c’è un punto di vista privilegiato e per me è un bene, altrimenti sarebbe discriminatorio. Finalmente ci si sgrava di punti di vista privilegiati.”

Riallacciandosi a Don Giulio parla Giampiero Rigosi, che con Carlo Lucarelli ha curato la sceneggiatura:

“In realtà Don Giulio si confronta con l’idea della permanenza dopo la morte, anche per quello che gli viene detto. Noi fin dall’inizio abbiamo pensato di rappresentare anche perché quello che accade è un mistero in quella specie di limbo che abbiamo cercato di immaginare prima che avvenga il passaggio della Porta Rossa, forse perché non siamo in grado, nessuno torna dall’aldilà. Anche Cagliostro non sa, ci siamo confrontati col sovrannaturale ma non con la vita ultraterrena.”

La Porta Rossa cinematographe.it

Viene chiesta a Eleonora Andreatta se effettivamente ci sarà una terza stagione:

“Questa storia non chiude tutti gli interrogativi, quindi sicuramente ci pensiamo e anche dicendo questo Lucarelli si è guadagnato una riunione questa settimana.”

Valentina Romani interpreta Vanessa, che dalla prima stagione vediamo cresciuta:

“Sicuramente troveremo una Vanessa più grande e consapevole, probabilmente dal momento che ha avuto tempo per metabolizzarlo. Qui troviamo una ragazza affamata di conoscere i limiti della propria identità. Ora la domanda è come imparare a conviverci e gestire i rapporti con Cagliostro e tutte le persone che fanno parte della sua vita. Credo di avere in comune con lei il carattere fumantino, ritrovarmici è stato molto bello.”

Antonio Gerardi, che interpreta Stefano Rambelli, ha parlato del suo personaggio:

“A me Rambelli non sta simpatico come personaggio ma ho provato a dargli un’attenuante. È un padre, io sfido qualsiasi padre a non fare qualsiasi cosa per difendere i propri figli. Un padre è disposto a tutto, le madri sono anche peggio. Una madre ti ammazza veramente, il padre ci pensa un po’. Rambelli è un uomo tormentato e uno tormentato fa anche delle cazzate. Come abbiamo detto, rubo una frase a Lino Guanciale, non è tutto come sembra. Anche Rambelli non può fare spoiler.”

Il personaggio di Jonas Sala, anche questo un po’ misterioso, è interpretato da Andrea Bosca:

“È stato un grande privilegio fare una storia del genere, un rischio che la Rai s’è presa e che ringrazio. La storia di Jonas è un uomo che si sveglia dopo 30 dal coma e vuole vendicarsi. Mentre leggevo io sentivo la necessità di scoprire la verità, ho trovato geniale il motivo per cui torna, vuole scoprire delle cose di se stesso, lui non ricorda.

Ma la cosa più importante è la passione che ho visto con Carmine, la capacità di emozionare senza filtri de La Porta Rossa, noi ci guardiamo in facci e ci emozioniamo, questa è la cosa più imperdibile de La Porta Rossa. Jonas ha tanti livelli sia nella storia che nelle epoche ma la cosa più importante di tutte è la ricerca della verità, per questo siamo stati il più possibile veri, quando siamo qui e ci guardiamo in faccia lo sappiamo che la nostra piccola verità è essere veri. In questo siamo stati spirituali e siamo stati Rock, La Porta Rossa per me è Rock spirituale.”

Le sessioni di trucco a cui si è dovuto sottoporre l’attore sono state molto lunghe:

“Abbiamo fatto 3 ore al giorno. Mi invecchiavano di 30 anni. Mi ricordo che avevo i capelli bianchi, poi verdi, poi me li avevano rasati perché non volevamo fare cose che non risultassero autentiche. Ho fatto le tinte e faccio ancora la tinta, devo ancora aggiustarmi. Abbiamo fatto tutto il film così. Abbiamo un po’ esagerato a volte, però quando ti alzi all’una e hai tappato le finestre, hai passato la notte sul set e poi c’è da girare tutto fino alle 6, questo è il clima de La Porta Rossa. Se volete sapere una verità, siamo tutti matti, ma questi siamo noi.”

Interviene sul suo personaggio anche Elena Radonicich:

“Abbiamo continuato a rimanerci male per tutta la seconda stagione, il mio personaggio lo incontriamo nella 2° stagione che aveva subito un cambiamento, improvvisamente qualcosa di nuovo non va. Lei cerca sempre di capire come amare e per farlo a volte deve lasciare andare delle cose ed è una domanda che ha a che fare con l’amore, con l’etica, enorme a cui si deve confrontare. In tutto questo lei continua a comportarsi con una durezza e un modo refrattario. Io penso che tutto quello che è stato detto finora è verissimo e credo che Carmine sia un domatore di belve, che abbia fatto del motto il suo motto, non si finisce mai, finché la fine non si palesa. A parte scherzi la capacità di diffondere questa energia nella seconda era quasi data per scontata e siamo molto felici, speriamo di soddisfarvi.”

E Gaetano Bruno torna ad interpretare Diego Paoletto:

“Diego Paoletto, a parte la linea investigativa, in questa seconda stagione tutto quello che era stato seminato nella 1° prende una forma più specifica e drammatica per quanto lo riguarda, si segue una linea sentimentale, una legata al suo passato, le responsabilità nuove e anche lui preso dal soprannaturale con cui deve fare i conti. Sarò ripetitivo, ma ringrazio Carmine per il modo particolarmente appassionato e artigianale in cui con tutti noi è riuscito a trovare momenti preziosi per costruire i personaggi, con una grande forza che speriamo sia riuscito a mettere a fuoco. Siamo molto contenti e soddisfatti di averne fatto parte.”

Anche Lino Guanciale viene interrogato sull’eventualità di una terza stagione:

“Adesso è prematuro perché il datore di lavoro è pubblico, dobbiamo capire il capo che ne pensa. Terreno fertile per proseguire ce n’è. Io dico che valuto con grande attenzione se andare oltre a una seconda stagione. In questo caso di materiale ce n’è tanto, bisogna vedere cosa ne pensa il capo. Non mi fate domande sulla terza stagione perché non lo so, se ne parla e se ne deve parlare, per ogni cosa abbiamo avuto un riscontro e un successo. Dove poi c’è materiale si può proseguire, ma non si può andare all’infinito perché la fine esiste.”

Sulle direttive che ha ricevuto dal regista, l’attore dice che in questa seconda stagione ci si tenuti più sul concreto:

“Nella prima stagione c’era un lavoro sul setup emotivo, lo abbiamo sempre affrontato come se fosse uno vivo con un enorme problema, che non lo si vedeva né sentiva. Nella seconda le indicazioni erano “scompari” “riappari”. Siamo stati ancora più concreti. Cagliostro è abituato alla propria condizione, è il vantaggio del fatto di averne fatta una. Ho sentito la voce di Carmine Elia probabilmente più volte per gridarmi di scomparire.”

Non tutto è chiaro sull’esistenza di Leonardo Cagliostro, spiega il regista, Carmine Elia:

“Il personaggio di Cagliostro esiste perché lui ha costruito qualcosa di reale. Cagliostro si bagna, proprio per dargli un realismo. Ci siamo fatti delle domande e non ci siamo voluti dare delle risposte.”

Riguardo la pioggia, Lino si lascia sfuggire una battuta:

“Agli sceneggiatori, mi fate incontrare un fantasma che mi insegni a togliermi il cappotto e averne un ombrello?”

L’attore ha raccontato di come lo hanno fatto salire, quasi a tradimento, sull’Ursus di Trieste:

“Per una truffa ad opera del regista. La vide, ha detto “sarebbe bello girare là sopra”, mi disse che ci avrebbero messo uno stunt, poi mi hanno detto “Ti andrebbe di salire due tre metri?” Poi sempre più su. Si spera sia visitabile il prima possibile. Noi ci siamo saliti grazie alla commissione della città. Ringazio anche gli amici di Trieste perché la città ci ha accolto e sostenuto in questa seconda stagione in modo commovente.”

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