Il commissario Ricciardi come finisce e cosa aspettarci dalla stagione 2 della fiction?

Il commissario Ricciardi, fortunata fiction Rai tratta dai romanzi del giallista napoletano Maurizio De Giovanni, è arrivata al suo ultimo episodio. Ma tutto lascia presagire che la conclusione è rimandata a una seconda stagione. Ecco cosa dobbiamo aspettarci.

Dalla prima indagine del commissario Ricciardi, raccontata nel romanzo Il senso del dolore poi trasposto nell’episodio omonimo dalla fiction Rai, all’ultima rappresentata sul piccolo schermo – Vipera – sono trascorse cinque stagioni meteorologiche: dall’inverno del 1931 siamo arrivati alla primavera del 1932 attraverso un tempo che appare dilatato dall’angoscia che comprime gli animi dei protagonisti e dal presentimento della catastrofe politica che talvolta si fa varco nelle coscienze individuali.

Nell’ultimo episodio previsto per quest’anno, In fondo al tuo cuore, che andrà in onda lunedì primo marzo, mentre Napoli si prepara a festeggiare la Madonna del Carmine, il commissario Ricciardi e il brigadiere Maione cercano di fare chiarezza sulla morte di un chirurgo e professore universitario molto conosciuto in città, morte dietro la quale vi è un mistero a sfondo passionale. Del resto, chi conosce il commissario e il suo fido assistente lo sa: la mano di un assassino (o di un’assassina) è sempre guidata o dall’amore o dalla fame, che, in fondo, sono la stessa cosa.

L’ultima indagine (per ora) del commissario Ricciardi

‘Il commissario Ricciardi’ porta sul piccolo schermo i romanzi di Maurizio De Giovanni per la regia di Alessandro D’Alatri.

I due investigatori, in un gioco di specchi, si ritrovano, così, anche a fare i conti con ciò che d’irrisolto blocca le loro esistenze affettive: il commissario assume con dolore la propria difficoltà ad amare e ritorna al trauma del lutto, della perdita irreparabile; Maione si confronta con i fantasmi che insediano la sua felicità coniugale. Forse il capitolo a più ampio respiro (anche psicologico) dell’intera serie, In fondo al tuo cuore, non chiuderà, tuttavia, la vicenda triangolare che coinvolge il commissario, diviso tra l’amore, corrisposto ma timido, per la vicina di casa Enrica e i tentativi di seduzione da parte di Livia, fascinosa dama altoborghese che conta su amicizie importanti e vuole lasciarsi alle spalle un passato da soprano spento in un matrimonio competitivo e infelice. 

La stessa attrice che interpreta Enrica, Maria Vera Ratti, ha concesso, in un’intervista recente a Gennaro Marco Duello per fanpage.it, un piccolo spoiler, dichiarando sibillina che il sentimento che lega il commissario alla giovane dirimpettaia si concluderà, ma «visti i tempi che hanno Enrica e il commissario Ricciardi, probabilmente bisognerà aspettare almeno la seconda stagione». Una seconda stagione è, infatti, attesa, dal momento che Maurizio De Giovanni ha dedicato al commissario Ricciardi altri cinque romanzi che non hanno ancora trovato una trasposizione televisiva. 

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Lino Guanciale interpreta Luigi Alfredo Ricciardi, commissario solitario e tormentato nella Napoli fascista degli Anni ’30. 

In Anime di vetro, seguito di In fondo al tuo cuore, Ricciardi, smarrito di fronte a un’intima confusione, immalinconito per il ristagno tanto personale quanto professionale, accetta di avviare, per conto di una nobildonna, un’indagine non autorizzata su un caso ufficialmente risolto. In Serenata senza nome, ritroviamo il commissario, più tormentato che mai, mentre indaga sulla morte di un ricco commerciante sposato a una donna amata in gioventù da un pugile emigrato in America. In Rondini d’inverno, all’interno di una finzione teatrale, un autentico colpo di pistola va a segno: Ricciardi si fa carico delle indagini e, per una volta, qualcosa si muove nel privato, mentre l’amico fidato Bruno Modo, medico antifascista, affronta una delicata questione di carattere personale. 

Ne Il purgatorio dell’angelo, penultimo capitolo del ciclo, arriva il momento della verità, soprattutto quella che Ricciardi deve a se stesso e al suo amore per Enrica. Infine, nella storia conclusiva, Il pianto dell’alba, ambientata nel luglio 1934, Ricciardi è costretto a difendere la fragile felicità conquistata. A giudicare, dunque, dalla sorgente letteraria da cui la fiction Rai attinge, la strada verso la realizzazione personale è per il commissario splendidamente interpretato da Lino Guanciale ancora lunga e particolarmente impervia. C’è da aspettarsi che il lieto fine – se mai ci sarà – verrà rimandato a una seconda stagione, se non addirittura a una terza. 

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