Bif&st 2016 – Senza lasciare traccia: recensione

Ultimo degli otto film in concorso nella sezione Nuove Proposte Cinema Italiano/ItaliaFilmFest del Bif&st 2016, Senza lasciare traccia è un film diretto da Gianclaudio Cappai con protagonisti Michele Riondino, Vitaliano Trevisan, Valentina Cervi e Elena Radonicich – quest’ultima in concorso anche nella sezione Opere Prime e Seconde/ItaliaFilmFest con Banat – Il viaggio (di cui potete leggere la recensione QUI).

È la storia di Bruno, un trentenne reduce da un’operazione chirurgica per combattere una malattia, che ha l’occasione di tornare in un particolare luogo della sua infanzia approfittando dell’offerta di lavoro proposta a sua moglie, restauratrice, chiamata per una commissione proprio nella stesso paesino, terra natia del protagonista.
Bruno, interpretato da Michele Riondino, si ritrova catapultato in un luogo che ha da sempre cercato di dimenticare: una fornace ormai in disuso che nasconde un terribile passato. Abitato da un padre, Giulio (Vitalino Trevisan) e da una figlia, Vera (Elena Radonicich) ormai in rovina, il rudere rischia di essere espropriato e Bruno, ancora sconosciuto agli occhi dei due, si offre di salvare la proprietà. L’incontro fra i tre, però, si fa sempre più ambiguo lasciando fuoriuscire pian piano tutto il veleno di un oscuro passato.

Senza Lasciare Traccia

Senza lasciare traccia è il racconto di una malattia interiore nata e cresciuta in un uomo dopo un trauma infantile molto forte. La rabbia repressa, la paura, il disagio psicologico hanno portato Bruno ad ospitare un cancro che si è fatto strada nel suo corpo fino a consumarlo. Un cancro mentale che ha, però, ora l’occasione di essere estirpato.
Senza lasciare traccia ha un livello di drammaticità molto alto e una recitazione estremamente fisica da parte degli attori, in particolare di Michele Riondino ed Elena Ranonicich, i quali raccontano con gesti e movimenti, più delle parole, un malessere ancora radicato dentro anime lacerate da un terribile ricordo. Come una macchia d’olio, questo male è cresciuto anche nella vita familiare di Bruno. Sua moglie Elena (Valentina Cervi), infatti, donna molto apprensiva verso le condizioni di suo marito, si vede anch’essa intrappolata in una situazione di malessere interiore, come fosse una parte di lui, staccata dal suo corpo, ma legata inscindibilmente.
In Bruno cresce un sentimento di vendetta, il desiderio di trovare un colpevole alla sua condizione, una vorace voglia di riportare una sorta di equilibrio nella propria vita. Ma non è facile affrontare quel demone interiore posseduto da troppo tempo, matrice di una frattura, visibile anche nei segni sulla pelle, che non si è mai rimarginata, neppure lontano da quella fornace.
La fornace, luogo chiave della vicenda, è rappresentazione di un inferno dell’anima senza fine che ha bruciato le vite dei protagonisti.

Senza Lasciare Traccia

Una regia espressiva ed una fotografia focalizzata sui corpi e su luoghi smorti e spenti enfatizzano un racconto potente e molto sentito, che ti prende allo stomaco e ti porta ad avvicinarti a questi personaggi psicologicamente complessi e con una storia difficile alle spalle.
Senza lasciare traccia è un buon dramma che si costruisce su una solida base narrativa e viene sorretta da interpreti che ben delineano i propri personaggi. Un Cinema sentito e d’impatto.

Il film sarà nei cinema a partire dal 14 Aprile.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.6