Transformers: come sono cambiati i giocattoli dagli anni ’80 a oggi

Commander o Optimus Prime? In occasione dell’uscita del nuovo capitolo del franchise cinematografico, andiamo a curiosare nell’evoluzione dei nomi e dei giocattoli dagli anni '80 ad oggi.

“Autorobot, trasformatevi!”, vista l’uscita al cinema di Transformers – Il risveglio non possiamo non ripensare a questa frase pronunciata da uno dei leader più carismatici di tutti i tempi per incitare i suoi leali amici robot trasformabili nella prima serie animata del 1984.

Iconici mezzi trasformabili che si potevano incontrare per le strade americane ma anche qui da noi in Italia. Dal Maggiolino alla Lancia Stratos, per passare alla Jeep Militare, alla Porche Carrera per chiudere con un van Nissan, un Pickup nero, un’ambulanza e una Lamborghini Countach; questi erano i principali protagonisti ed eroi della serie, capitanati da un Camion rosso e blu dal nome Commander che, non solo intrattenevano i bambini tutti i giorni in televisione, ma erano praticamente in tutte le case d’Italia e ognuno di noi ne era totalmente affascinato e rapito. 

Il giocattolo dei Transformers era il Sacro Graal degli anni ’80! Pochi erano i giocattoli che si possedevano all’epoca ma tra quei pochi c’erano almeno tre o quattro Transformers. Poi i più fortunati avevano quelli assemblabili, i Dinobot e molto altro, ma tutti avevamo le basi: qualche automobile che si trasformava in robot. Tutti quanti, nessuno escluso!

1. Transformers e i nomi dei giocattoli nell’Italia degli anni ’80

transformers giocattoli cinematographe.it

Negli anni ’80 c’era questa moda (o necessità forse) di cambiare i nomi stranieri di protagonisti e film per renderli più comprensibili al “popolo” che con l’inglese, e le lingue in generale, era ancora decisamente non affine. 
Eravamo quasi tutti ai mitici livelli di “The cat is on the table”, il plurale di Camion era “camiin” e in molte regioni del bel paese l’hamburger era chiamato comunemente “la Svizzera”. 
Quindi per riuscire a far capire che Optimus Prime era il capo dei buoni e, soprattutto, farlo capire alle relative madri, zie e nonne che lo avrebbero dovuto comprare nel negozio di giocattoli, si è deciso di ribattezzarlo con un efficace Commander. Nome evocativo e facile da memorizzare. 

Non solo il protagonista ha avuto questa sorte, ma anche il nome della fazione buona della serie, chiamata Autobot era troppo aulica e suonava male e quindi si è passati alla somma visiva e descrittiva dei personaggi: Automobile e robot che, per nostra fortuna, risulta anche simile al nome originale con solo una sillaba di differenza, ecco quindi nascere gli Autorobot

2. I nomi dei cattivi nei giocattoli dei Transformers, almeno hanno risparmiato Megatron!

Stesso destino per i cattivi: i Decepticon.
E come si fa a far dire a un bimbo di 8 anni di provincia di metà ’80 che vuole giocare con i Transformers: “Io prendo i Decepticons?”. Alla terza lettera si sarebbe perso nei meandri fonetici per non farne più ritorno. 
Effettivamente quel nome era troppo ingarbugliato da pronunciare ma ecco che il marcheting, o chi per esso, venne in soccorso e cambiò il nome con Destructor (notevole e vincente) che spopolò grazie al logo molto più di impatto di quello dei buoni. 
Colpo di scena. Il nome del cattivo viene risparmiato perché Megatron funziona. È grosso, è cattivo, è Mega. Promosso a pieni voti!

Il destino del nome invece ha colpito il braccio destro e il sinistro di Megatron che oggi sono chiamati con il loro vero nome di Starscream e Soundwave ma negli anni ’80 erano Astrum e Memor. Il primo era un meraviglioso F15 che capitanava una piccola squadriglia composta da tre aerei tutti uguali ma diversi nel carattere e nel colore, il secondo uno stereo mangiacassette che comandava tre musicassette trasformabili in pantera, uccello e robot. 

Anche i buoni sono stati ribattezzati con nomi più alla portata di mano: Tuono, Falco e così via. Non proprio originalissimi effettivamente, ma il loro compito lo portavano a termine. 
Col passare degli anni, e con il livello linguistico un pochino più alto, durante l’uscita del primo film 2007 e delle altre serie a cartoni animati, tutto è cambiato e ci siamo allineati con gli stati uniti e il resto del mondo. Tanto che si ricordano ancora le prime battute di stupore quando si sentiva dire “Ecco Optimus Prime!”… e in molti ribattevano subito con: “Intendi dire, Commander?”

Volete riconoscere un boomer nostalgico al primo colpo? Chiedete a bruciapelo come si chiama il capo dei Transformers. Buon sangue non mente! 

3. Nuova era, nuovi giocattoli

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Siamo onesti, i Transformers anni ’80 erano bellissimi nei dettagli delle automobili e affascinanti nei meccanismi delle trasformazioni ma erano inchiodati e rigidi come pezzi di legno placcati in piombo. Inoltre si smollavano nelle giunture ed era un classico perderne i pugni perché, oltre a spararli (che era una cosa fichissima ovviamente), queste simpatiche estremità si dovevano togliere per ritrasformare i robot nei mezzi originali.

Detto in sunto, se non si era più che maniacali nel conservarli, dopo qualche mese ti ritrovavi dei personaggi con braccia e gambe molli e senza mani e missili vari.

Nel 2000 la situazione è cambiata e i Transformers sono diventati spettacolari sia da automezzo sia da robot. Inoltre sono giocabili e plastici e creano molta più dinamicità nei combattimenti. Insomma, i Transformers stanno per compiere 40 anni ma sono assolutamente al passo coi tempi sia nella distribuzione multimediale sia in quella giocabile e noi, e i nostri figli, continueremo ad amarli alla follia, perché in questi fantastici ed epici personaggi c’è effettivamente molto più di quello che vedi. 

Transformers: la serie da vedere su Netflix se siete fan della saga e amate il mondo del collezionismo

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