Una vita da riavvolgere: recensione della serie TV Netflix

Megan Montaner è la protagonista di Una vita di riavvolgere, la serie tv spagnola sulle seconde possibilità e le occasioni mancate. Dal 26 ottobre su Netflix.

Malamente tradotto con Una vita da riavvolgere, o peggio con If Only nella versione anglofona, la serie TV spagnola Si lo hubiera sabido (su Netflix dal 27 ottobre 2022) prende le mosse da questa semplice domanda: se aveste saputo come sarebbe andata a finire la vostra vita, avreste fatto le stesse scelte o tutto il contrario? Probabilmente molti risponderebbero con un secco no, come d’altronde fa la protagonista Emma, una trentenne insoddisfatta della propria vita coniugale ormai agli sgoccioli, la quale si ritrova davanti alla possibilità, più unica che rara, di tornare indietro nel tempo e poter cambiare il corso degli eventi.

Con Nando, infatti, la routine negli ultimi anni è pura noia. Spenta la passione e confermate le divergenze, i coniugi di Siviglia arrivano, con l’insperato supporto dei gemelli Mia e Mario, alla decisione del divorzio, ma le cose stanno per cambiare. Quando i due si apprestano a dirsi addio e pianificare le prossime mosse giuridiche, la luna rossa di quella notte trasporta Emma in una dimensione spazio-temporale a lei ben conosciuta: quella di dieci anni prima, al momento esatto in cui Nando, proprio in quel ristorante, trovava il coraggio di chiederla in sposa.

Indietro di dieci anni per cambiare il presente

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Da quella proposta di matrimonio vissuta due volte, la serie creata da Irma Correa e Ece Yörenç continua per il resto degli episodi a muoversi su e giù con la linea temporale, sforbiciando il racconto nell’alternanza continua fra il 2008 realmente accaduto, quello cioè in cui si ha la certezza del come sono andate concretamente le cose (l’antefatto in flashback dell’innamoramento, il tira e molla, gli anni dell’università, il pentimento della carriera mai intrapresa di Emma), e la seconda chance della stessa sulla scia del destino, nel tentativo, spesso goffo, di provare a dare una smussata a quel finale amaro, nell’incontro con terzi incomodi amorosi ed altri due ‘viaggiatori del tempo’ anche loro ritrovatisi a vivere quei dieci anni per la seconda volta.

Protagonista assoluta la Megan Montaner de Il Segreto e di Lontano da Te, che recita per buona parte dei sette episodi accanto a Miquel Fernández recentemente visto nel più drammatico Mentiras, qui nel ruolo di Nando, Una vita da riavvolgere regala otto episodi di spensierata commedia romantica con l’equivoco del bug temporale senza approfondire alcuna componente fantascientifica, vero e unico twist di una narrazione altrimenti ordinaria che ad essere onesti nel suo incipit non riesce ad accattivarsi la piena attenzione dello spettatore.

Una vita da riavvolgere: una serie sull’ordinario narrata col twist straordinario

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Conoscendo infatti l’epilogo che potrebbe oppure no essere rimosso e riscritto con qualcosa di differente, la serie stuzzica la curiosità proseguendo tutto sommato su una genuina semplicità di fondo, sia in termini di produzione che di scrittura, giocandosi bene le carte delle svolte e del continuo rimescolamento romantico-amicale dei medesimi personaggi nel corso di quel decennio.

A soffrire e far soffrire, sorvolando sulla scarsa complessità delle dinamiche in scena, è piuttosto l’impianto produttivo dei mezzi con i quali viene congegnato, dalla regia priva di guizzi e carattere a cura di Liliana Bocanegra, Humberto Miró e Sasha Politoff, all’insipidezza della colonna sonora fra canzoni pop dozzinali, fino all’artificiosità della resa fotografica, carente di veridicità soprattutto nella collocazione spaziale delle location (Parigi sembra di cartone, gli interni di New York sono gli stessi della Spagna). Prodotto facilmente fruibile nello sforzo minimo richiesto di una sorta di déjà-vu sulle seconde possibilità, Una vita da riavvolgere non chiede e non pretende granché, solo quella di tener vivo l’interesse di chi guarda, nell’aspirazione di vedere come va a finire il matrimonio fra Emma e Nando. E capire se tutto è stato davvero un viaggio nel tempo o qualcosa di ancor più inaspettato.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 1.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 1.5
Emozione - 2

2

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