Venne dal freddo: recensione della serie TV Netflix

Vari pregi ma anche qualche difetto in Venne dal freddo, la serie TV disponibile su Netflix dal 28 gennaio 2022.

Alias, Nikita, Killing Eve, Atomica bionda, Black Widow sono solo alcuni dei titoli di film e di serie tv in cui le donne sono protagoniste in opere di genere; Hollywood tenta ormai di dare una nuova voce ai personaggi femminili anche con altre vesti. In questa strada si inserisce anche la protagonista di Venne dal freddo (21 gennaio 2021), la nuova serie Netflix, composta da 8 episodi, in cui si racconta di una madre single che nasconde un segreto: una volta era una spia del KGB. Questa donna è Jenny Franklin (Margarita Levieva) che si trova in Spagna per accompagnare sua figlia ad una gara di pattinaggio, ma lì viene ritrovata dalla CIA che è al corrente del suo oscuro segreto: lei era un’infiltrata del KGB. Appare chiaro subito che nonostante neghi, nonostante voglia stare lontana da quel mondo, esso continua a fare parte di lei. Jenny è l’unica superstite di un esperimento che dava ai soggetti capacità sovrumane, ed è proprio tale aspetto che gli americani vogliono sfruttare per un’operazione delicata. Lei si ritrova quindi di nuovo invischiata in una realtà che credeva di essersi lasciata alle spalle, al centro di/giochi di potere dove è in dubbio la fiducia non solo nei confronti di Chauncey, il coordinatore statunitense, ma anche di sé stessa, perché il modo in cui il passato riaffiora non è particolarmente rassicurante

Venne dal freddo: una storia tra passato e presente

Nel corso della stagione d’esordio di otto episodi di Venne dal freddo, che cita il titolo dell’opera di Le Carré, Jenny si ritrova in un micidiale gioco internazionale del gatto col topo che mantiene alta la tensione e la storia avvincente, principalmente grazie alla performance di Levieva. L’attrice riesce a intepretare bene sia la Jenny spia che la Jenny madre, la donna che non ha paura di niente e quella che teme per la propria incolumità perché ha paura di lasciare la figlia. Si percepisce che l’attrice è coinvolta nel ruolo e per questo dialoga con tutte le anime della donna.

Creato e scritto da Adam Glass lo show si costruisce su due linee temporali separate da decenni: da una parte c’è Jenny che usa i suoi talenti – e la capacità sovrumana di cambiare il suo aspetto – mentre si infiltra e indaga su un gruppo terroristico guidato da un misterioso cattivo che apparentemente controlla le menti di bersagli innocenti, costringendoli a commettere atti violenti, dall’altra invece vengono narrati i motivi per cui lei è fuggita dalla Russia e si è creata una nuova vita negli Stati Uniti. Presente e passato, ieri e oggi che si intrecciano per costruisce l’immagine di una donna forte, decisa che non ha quasi mai paura.

Questa doppia narrazione è abilmente gestita da Glass e dal team creativo dello show, con Stasya Miloslavskaya che interpreta la giovane Jenny – il cui vero nome è Anya – in una missione che cambia la traiettoria della sua vita e ha un forte impatto sulla sua vita. Sebbene ogni episodio si sposti avanti e indietro tra le due linee temporali, la connessione tra i fili narrativi sembra coerente e organica per tutta la stagione, culminando con punti della trama che portano gli eventi del passato e del presente di Jenny a scontrarsi.

Il ritorno di Jenny al gioco di spionaggio è ulteriormente complicato dai problemi familiari della donna che ha un difficile rapporto con la figlia adolescente, interpretata da Lydia Fleming. La ragazza non è semplice e di episodio in episodio emerge una personalità al limite che inevitabilmente si scontrerà con la madre che vuole proteggerla e seguirla.

Venne dal freddo: tra azione, spionaggio e fantascienza per narrare una storia che non coinvolge sempre

Venne dal freddo però è una serie molto fredda, che non coinvolge totalmente il pubblico forse sarà per alcune lentezze che impediscono allo spettatore di immergersi nella storia. Un problema di scrittura c’è anche per quanto riguarda i personaggi, se il lavoro è buono per la protagonista, quando si tratta dei comprimari il discorso cambia. A tratti infatti questi ultimi sembrano essere bloccati nei cliché senza cercare una propria strada.
Insomma a tratti sembra di vedere qualcosa di già visto e anche qualcosa che non è totalmente riuscita.

Venne dal freddo è una serie che ha vari pregi ma ha anche qualche neo, che non ci fa perdere totalmente la testa per la sua protagonista e per la sua storia.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 2
Emozione - 2.5

2.6

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