Yara: il film Netflix non ha ricevuto l’approvazione dei genitori di Yara Gambirasio
La casa di produzione dietro alla realizzazione di Yara si difende.
La famiglia di Yara Gambirasio accusa Netflix di non averli contattati prima della realizzazione del film
Disponibile dal 5 novembre su Netflix, il film Yara racconta la storia che nel 2010 ha sconvolto l’Italia: l’omicidio della giovane Yara Gambirasio, avvenuto nella cittadina di Brembate di Sopra, nella bergamasca. La pellicola racconta nei dettagli i terribili avvenimento che, dieci anni fa, hanno colpito la famiglia Gambirasio. Pellicola non esente da polemiche e dibattiti, come quello scaturito sul consenso intorno al consenso e all’approvazione degli stessi genitori di Yara, rapita e uccisa a soli 13 anni. A parlare è ora il legale della famiglia, Andrea Pezzotta, il quale rilascia una dichiarazione in cui spiega che la famiglia era all’oscuro dell’uscita del film Netflix:
Non è stato preso nessun accordo con il regista. Abbiamo ricevuto una telefonata solo a cose fatte. Solo dopo mi hanno telefonato, ma a film già confezionato. Il film non l’ho neanche visto. I Gambirasio non hanno rilasciato nessuna dichiarazione in merito, non lo fanno in altre circostanze, figuriamoci in una situazione del genere.
Con Yara Marco Tullio Giordana porta sullo schermo la triste vicenda della ragazzina di Brembate scomparsa il 26 novembre 2010. I fatti riportati al cinema e su Netflix sono stati adattati abbastanza fedelmente, seppur con qualche “licenza artistica”. Il film di Marco Tullio Giordana racconta tutte le tappe del lungo, e per molto tempo infruttuoso, processo per scovare il colpevole dell’omicidio di Yara. Bisognerà attende il 2014 per avere una condanna definitiva: l’operaio Massimo Giuseppe Bossetti viene condannato all’ergastolo. Attualmente si trova in prigione a Bollate.
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Prende parola anche l’avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni, il quale ritiene che il film si basi su “fatti non veritieri” (Bossetti tutt’ora si proclama innocente). A prendere le difese del film ci ha pensato il produttore Pietro Valsecchi: “Il film è basato su una scrupolosa lettura delle carte processuali e della documentazione di quanto è accaduto. Le polemiche sono inevitabili quando si parla di storie realmente accadute, ma credo che Yara restituisca con accuratezza gli avvenimenti e l’atmosfera che si respirava in quei lunghi infelici mesi d’indagini”. Per quanto riguarda la famiglia Gambirasio la società di produzione dietro al film Netflix, la Taodue, afferma che la famiglia era stata contattata prima della realizzazione, al momento della stesura della sceneggiatura, così come i loro legali.