Replay: VHS is not dead – recensione del videogame

Se c’è un genere che sembra non conoscere mai momenti di declino, è quello dei rompicapo. A venir meno, se mai, è l’originalità: su un genere tanto sfruttato, soprattutto nel panorama degli studio indipendenti, la sfida maggiore è quella di indovinare la giusta combinazione di complessità degli enigmi ed originalità del gameplay. Molto spesso capita di assistere ad idee interessanti non comprovate da un solido gameplay, oppure da un’ottima grafica su schemi troppo sfruttati. Replay: VHS is not dead è invece uno di quei rari casi in cui l’alchimia sembra perfetta: meccanismi originali, associati ad una curva di difficoltà ben calibrata, rendono questo titolo qualcosa che merita veramente essere giocato. Il tutto accompagnato da una scelta stilistica non originale, ma pregevole.

Replay: VHS is not dead

Il concept non è particolarmente originale, seppur molto divertente: siamo negli anni ’80, e il protagonista, Harvey Hachess, si reca ad un videonoleggio per prendere alcuni VHS di celebri film d’azione. Sulla strada del ritorno una terribile tempesta di fulmini colpisce i nastri, cancellandone buona parte; come se non bastasse il protagonista viene risucchiato all’interno del televisore e per uscirne, ed evitare l’ira della noleggiatrice, decide di interagire coi protagonisti delle pellicole andando a girare le scene mancanti.

Da qui inizia il gioco: lo scopo, quadro dopo quadro, è quello di portare i personaggi presenti nella scena, da due a quattro, fino alla loro rispettiva “uscita”. Ed ecco l’originalità, dopo aver mosso uno dei personaggi, il giocatore può riavvolgere la pellicola e muoverne un altro. Tutti gli altri personaggi eseguiranno le mosse preregistrate interagendo con quelle nuove. Ovviamente ad azione corrisponde reazione e il giocatore dovrà spremersi ben bene le meningi per ricordarsi tutte le mosse già registrate ed evitare che uno dei personaggi muoia o rimanga incastrato da qualche parte.
Ovviamente si può riavvolgere un numero infinito di volte, andando a sommare azione su azione fino alla soluzione del quadro.
Se i primi schermi si risolvono con pochi tentativi ed errori, chiuderli entro il tempo limite per ottenere la medaglia d’oro è tutt’altro che semplice. Andando avanti, inoltre, la difficoltà aumenta esponenzialmente e prima della fine del primo film si dovranno sudare molte camicie.
Siccome siamo negli anni ’80, anche la grafica richiama i giochi di quell’epoca: una scelta stilistica a pixel che abbiamo già visto tornare in gran voga, ultimamente, ma che qui ha la ragione d’essere. Le ambientazioni dei film proposti aggiungono poi quel tocco di candida nostalgia che fa sorridere e che intrattiene, andando a parodiare classici immortali come i Pirati dei Caraibi, Star Trek, Dracula e Venerdì 13.

In conclusione, Replay: VHS is not dead si mostra come un gioco davvero interessante, con 70 livelli davvero sfidanti per numerose ore di intrattenimento.