Notturno: Maria Grazia Cucinotta parla del docufilm sulla violenza contro i medici

Un docufilm per fare luce su un tema poco conosciuto, quello sulla violenza contro i medici

Un tema poco conosciuto quello della violenza contro i medici sul quale il docufilm Notturno tenta di fare luce. Il film diretto e scritto da Carolina Boco, prodotto da Corrado Azzolini per Draka Production in collaborazione con FNOMCeO, vede la partecipazione di Maria Grazia Cucinotta, Isabella Ragno, Massimo Giletti e Gerardo D’Amico. Presentato alla Camera dei Deputati il film non avrà una distribuzione in sala ma sarà presto disponibile sulla piattaforma Amazon Prime Video e messo a disposizione degli Ordini dei medici.

Secondo i dati emersi da un questionario online al quale hanno partecipato cinquemila professionisti, un medico su 2 ha subito aggressioni e il 30% degli ambulatori non rispetta le norme su sicurezza: il 4% ha dichiarato di aver subito aggressioni fisiche e il 50% di aver ricevuto aggressioni verbali.

“L’esigenza di fare questo docufilm nasce da questa emergenza, perché la violenza contro gli operatori sanitari è diventata un’emergenza” – ha spiegato Filippo Anelli Presidente della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri) – “e richiede una risposta articolata, non solo un disegno di legge, ma un’accelerazione delle procedure per arrivare a una legge definitiva che aumenti le pene e consenta la procedibilità d’ufficio”.

Notturno – Morire sul posto di lavoro

Notturno, cinematographe.it

“Realizzare un film documentario su una tematica di questo tipo non era facile” – ha spiegato la regista Carolina Boco – “Perché con l’autore Luigi Dimitri e il produttore Corrado Azzolini abbiamo voluto far parlare le persone. Questo è un film contro la violenza attraverso lo sguardo di chi questa violenza l’ha subita direttamente o ha assistito a episodi di aggressione. Non volevamo fare cronaca, non volevamo raccontare il fatto in sé ma dare voce alle paure, al senso di frustrazione che si prova a lavorare in condizioni di insicurezza. Ci siamo chiesti: che cosa può significare sanguinare durante un turno di lavoro? Essere aggrediti, minacciati con una pistola durante un turno di lavoro? Morire durante un turno di lavoro?”

Sono le domande alle quali si cerca di dare delle risposte in Notturno attraverso le testimonianze del dott. Giovanni Bergantin medico di Medicina Generale picchiato selvaggiamente da un paziente, un trauma che ha superato con difficoltà, che ha pregiudicato il suo lavoro, la sua serenità; o attraverso il drammatico racconto del dott. Vito Calabrese che in una notte maledetta ha perso la moglie, la psichiatra Paola Labriola, uccisa da un paziente nel centro di salute mentale di via Tenente Casale, nel quartiere Libertà di Bari. Qui l’attrice Maria Grazia Cucinotta in una scena del docufilm porta dei gigli bianchi in omaggio alla memoria della dottoressa.

Notturno – Ministro Speranza: “Il testo di legge contro la violenza agli operatori sanitari in discussione alla Camera”

“A volte forse ci dimentichiamo che queste persone lavorano per dare dei servizi e migliorare la vita di tutti” – ha detto l’attrice – “le guardie mediche sono le prime persone che vengono chiamate in un momento di necessità e offrono un servizio e si espongono a pericoli. Ogni giorno si trovano d’avanti delle persone che chiedono aiuto e queste non sempre sono sane. Un film del genere serve ad attirare l’attenzione e far sì che ci sia una tutela maggiore nei confronti di questi angeli che ogni giorno assistono noi tutti in un modo democratico senza fare distinzione alcuna. Paola ha offerto il suo servizio a un uomo che ne aveva bisogno. Le persone che stanno male e vengono ignorate dal mondo intero quando trovano qualcuno che si prende cura di loro diventa il centro delle loro vite e anche un’ossessione”.

Notturno, cinematographe.it

L’attrice in Notturno recita il giuramento di Ippocrate, una formula con la quale i medici iniziano il loro percorso professionale promettendo di “curare ogni paziente con scrupolo e impegno senza discriminazione alcuna”. Proprio per tenere fede a questo giuramento molti di loro trovano la morte e conoscono la violenza inaudita: il docufilm di Carolina Boco riesce a comunicare tutta l’angoscia la solitudine, il terrore di un medico perso in enormi strutture sanitarie, in reparti vuoti che di notte si tramutano in uno scenario da film horror. La narrazione alterna le dichiarazioni di testimoni diretti come la dottoressa Ombretta Silecchia minacciata e aggredita, a quelle di giornalisti come Massimo Giletti e Gerardo D’Amico che hanno spesso raccontato con le loro inchieste la situazione drammatica di medici e operatori sanitari, alle immagini di quella che può essere una tipica notte da incubo per un dottore, solo e senza tutele. “Non so che cosa scateni, che cosa richiami la notte” si chiede la dottoressa Tiziana Mattazzi.

“Uno strumento di comunicazione che va nella giusta direzione: far comprendere a tutti quanto sia prezioso il nostro servizio sanitario e il lavoro quotidiano che le donne e uomini del Ssn portano avanti” – ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza “La violenza nei luoghi di lavoro è inaccettabile. È sempre sbagliata e verso chi si prende cura di noi ancora di più. Il testo di legge contro la violenza agli operatori sanitari approvato all’unanimità in Senato è ora in discussione alla Camera e sono allo studio alcune modifiche. C’è una disponibilità piena di tutte le forze politiche per velocizzare l’iter. Credo sia positivo lasciare il provvedimento al dibattito parlamentare, ma se i tempi dovessero diluirsi non esiterei a esercitare i poteri che la Costituzione riconosce al Governo per intervenire”.