Tanti auguri Godzilla – 61 anni di devastazione

Godzilla, l’enorme mostro preistorico risorto dopo un incidente nucleare per seminare terrore e panico nel mondo oggi compie ben 61 anni. Infatti era il lontano novembre del 1954 quando questo colosso ha fatto la sua prima apparizione nel mondo cinematografico con la prima rappresentazione. Nella foto qui sotto il primo Kaiju ( il nome originale di Godzilla) spaventò terribilmente il pubblico divenendo presto non solo un terrificante simbolo di distruzione ma un vero e proprio must del cinema orientale e non solo. Infatti non appena Hollywood notò il primo film intuì le grandi potenzialità che avrebbe avuto al botteghino. L’immagine cult del mostro che domina enormi e sterminate metropoli abbandonate poteva senza dubbio portare enormi incassi nel Nuovo Mondo. Dalle action figures alle graphic novel Godzilla è da sempre nel cuore di tutti e nemico di tutti, dando origine a numerosi film dove il gigante si trovava contro mostri sacri come: King Kong, Mothra e addirittura Bambi in un classico cortometraggio d’animazione.

Godzilla

Tanti auguri Godzilla – i 61 anni di Kaiju

Arrivando alla modernità e mettendo momentaneamente da parte tutta la triplice tradizione orientale sui film di Godzilla (ricordiamo rapidamente le tre ere: Era Showa, Era Heisei e l’Era Millennium) andiamo ad analizzare i due film della tradizione hollywoodiana sul mostro più amato di sempre. Nel 1998 il regista di Kolossal catastrofici come Independence Day (1996), Roland Emmerich, decide di sviluppare un film dai tratti prettamente americani dove il mostro potesse creare il più completo caos nientemeno che a New York. Avente tra i protagonisti Matthew Broderick e Jean Reno il film si configura nella più moderna tradizione di blockbuster hollywoodiani dove Godzilla è spogliato quasi totalmente dell’aura tradizionale orientale. Film tutto sommato gradevole anche se Emmerich non è riuscito a ripetere i fasti di Independence Day creando sì un gradevole spettacolo visivo ma con una sceneggiatura abbastanza scontata e banale.

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Il secondo film della tradizione hollywoodiana è Godzilla del regista Gareth Edwards, uscito esattamente a cavallo con il suo 60° compleanno. A differenza del remake del 1998, dove Godzilla era una semplice iguana mutata da esperimenti radioattivi francesi, il Godzilla del 2014 recupera fedelmente l’aspetto del sauro originale così come fu concepito dalla Toho, seppur con delle piccole modifiche: si tratta, come nell’originale, di un Godzillasauro, ma a differenza del film di Honda, qui Godzilla sembra non essere mai stato soggetto a vere e proprie contaminazioni o mutazioni genetiche, in quanto già conosciuto dalle antiche civiltà orientali (si fa solo una vaga menzione ad un’evoluzione della sua specie dovuta alle radiazioni diffuse sulla Terra di quell’epoca): è alto più di 100 metri (ufficialmente 106.8 metri ma dal confronto con il Golden Gate e i grattacieli di San Francisco risulta tra i 150 e 180 metri) e lungo all’incirca 250 metri, ha una corporatura robusta ricoperta di scaglie adamantine ed il corpo ricoperto da cicatrici cheloidee (come il Godzilla del 1954) effetto tipico della vicinanza alle radiazioni nucleari. Il muso, seppur più squadrato, risulta identico all’originale e le scaglie dorsali sono più semplici ma non meno vistose; come la sua controparte nipponica, anch’egli emette il celebre raggio atomico (qui più simile ad una fiammata azzurra che ad un raggio al plasma, probabilmente a causa della sua debolezza al momento dell’uso) e le sue scaglie dorsali si illuminano come nell’originale. Come nei film dell’era Showa, Godzilla, pur essendo una minaccia per l’umanità, alla fine se ne rivela un vitale alleato, sfidando e battendo i due M.U.T.O., rendendolo quindi un eroe del film. I M.U.T.O. Sono due Kaiju, creati apposta per il film come antagonisti principali: si tratta di antiche creature preistoriche che si nutrono di radiazioni: la loro corporatura li accomuna ad altri Kaiju della Toho come Kamacuras e Rodan: il primo ad apparire è un maschio, dotato di un muso affusolato, con occhi bioluminescenti ed ampie ali scure; la femmina è invece più grossa, senza ali e con un’enorme sacca ovipara sul ventre.

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L’accoglienza del pubblico fu tuttavia positiva e il risultato al botteghino fu buono tanto da permettere alla Legendary Pictures e alla Warner Bros. di annunciare, durante il loro panel al San Diego Comic-Con International, un sequel diretto sempre da Edwards e con una sceneggiatura scritta da Max Borenstein. Probabile addirittura un crossover con King Kong, altro film in fase di pre-produzione.

Insomma Godzilla continuerà a vedere la luce per molti anni ancora, figlio di una tradizione orientale e padre di un cinema blockbuster che non cadrà mai nell’oblio.