All The Empty Rooms: trama e trailer del cortometraggio Netflix sulle vittime delle sparatorie nelle scuole

Il cortometraggio All the Empty Rooms segue il lavoro del giornalista di CBS News Steve Hartman e del fotografo Lou Bopp

Netflix ha diffuso il trailer di All the Empty Rooms, cortometraggio diretto da Joshua Seftel che affronta uno dei temi più delicati e dolorosi della cronaca americana: le sparatorie nelle scuole e le conseguenze devastanti per le famiglie coinvolte. Dal 1999, secondo i dati del gruppo nonprofit Brady, oltre duecento bambini e adolescenti hanno perso la vita in attacchi armati avvenuti all’interno degli istituti scolastici statunitensi, un numero che continua a generare dibattiti e richieste di cambiamento.

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All The Empty Rooms: trama e trailer del cortometraggio

Il cortometraggio All the Empty Rooms segue il lavoro del giornalista di CBS News Steve Hartman e del fotografo Lou Bopp, impegnati in un progetto durato sette anni dedicato alle vittime più giovani di queste tragedie. I due reporter hanno deciso di documentare le stanze rimaste vuote dopo la morte dei ragazzi, spazi personali che conservano oggetti, ricordi e frammenti di quotidianità interrotta. Le immagini raccolte, insieme alle testimonianze dei familiari, restituiscono l’assenza lasciata da quei giovani e il peso emotivo che accompagna ogni storia.

Le camere da letto diventano simboli tangibili di vite spezzate, offrendo allo spettatore una prospettiva intima che va oltre la cronaca degli eventi. L’intento di All the Empty Rooms è quello di trasformare lo sguardo sulle conseguenze degli attacchi, mostrando ciò che resta dopo l’impatto mediatico iniziale.

All the Empty Rooms arriverà su Netflix a dicembre e ha già raccolto riconoscimenti in vari festival, tra cui il SCAD Savannah Film Festival, il Santa Fe International Film Festival e il Montclair Film Festival. Il cortometraggio è considerato un potenziale candidato agli Oscar, grazie alla sua forza narrativa e all’impatto del tema affrontato.

Seftel ha raccontato di essersi avvicinato al progetto All the Empty Rooms dopo anni in cui, come molti, aveva sviluppato una sorta di assuefazione alle notizie sulle sparatorie. La chiamata del collega Hartman lo ha spinto a tornare su un argomento che, da genitore, trovava difficile anche solo da elaborare. Il filmmaker ha poi spiegato che il viaggio nei luoghi delle tragedie e l’incontro con le famiglie ha cambiato profondamente il suo modo di osservare la realtà, portandolo a considerare questa testimonianza visiva come un passo necessario per mantenere viva l’attenzione pubblica.

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