C’è ancora domani: guida al cast e ai personaggi del film di Paola Cortellesi

Attorno ai protagonisti di C’è ancora domani si muove un coro di figure che arricchiscono l’ambiente sociale del film

Con C’è ancora domani, Paola Cortellesi firma il suo debutto alla regia, riportando il pubblico al contesto sociale della Roma del dopoguerra. Il film, girato in un rigoroso bianco e nero che richiama il neorealismo ma lo reinterpreta con un linguaggio contemporaneo, esplora la condizione delle donne negli anni immediatamente successivi alla guerra, quando la violenza domestica e le dinamiche patriarcali venivano spesso archiviate come “normalità”. Cortellesi interpreta Delia, una donna umile e silenziosa che trova la sua forza non nel gesto eroico, ma nella resistenza quotidiana e nell’ostinato desiderio di dare ai figli un futuro diverso. La sua regia unisce ironia, dolore e speranza, creando un’opera che parla al passato per risuonare nel presente.

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Delia: il cuore resistente della storia di C’è ancora domani

Delia è una figura che incarna la fatica anonima di molte donne dell’epoca. È madre, moglie, lavoratrice indefessa, ma soprattutto un essere umano consumato dalla violenza del marito e dalla rassegnazione sociale che circonda la sua condizione. In C’è ancora domani Cortellesi restituisce al personaggio una grazia tragica, fatta di gesti minuti e di silenzi che raccontano più delle parole. Delia è un personaggio che cresce dall’interno: si apre lentamente a un’idea di futuro che sembrava non appartenerle, fino a compiere un gesto che ribalta i destini e rompe uno schema secolare. .

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Ivano: l’uomo simbolo di un potere malato

Valerio Mastandrea interpreta Ivano in C’è ancora domani, marito di Delia, rappresentazione complessa e inquietante della cultura patriarcale del dopoguerra. La sua violenza non è soltanto fisica, ma strutturale: un modo di esercitare autorità che la società del tempo non solo tollerava, ma spesso giustificava. Mastandrea gli conferisce una dimensione ruvida, fatta di frustrazione e incapacità emotiva. Ivano diventa così la personificazione di un potere che opprime perché non conosce altro linguaggio.

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Marcella: la promessa di un futuro che cambia

Romana Maggiora Vergano porta sullo schermo Marcella, la figlia maggiore di Delia e Ivano. La sua vicenda sentimentale e personale rappresenta il punto di frattura generazionale della storia. Marcella guarda al futuro con un romanticismo ingenuo, ma anche con la determinazione tipica dei giovani che non vogliono ereditare le ombre del passato. Nel suo desiderio di scegliere chi amare e che vita costruire, c’è il seme della trasformazione che Delia vuole proteggere a ogni costo.

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Nino e il richiamo a una vita alternativa in C’è ancora domani

Vinicio Marchioni interpreta Nino, un uomo del passato di Delia che ritorna come promessa di un possibile altrove. Non è soltanto l’ex amante: è la rappresentazione di un’esistenza in cui Delia avrebbe potuto respirare, un percorso che non ha mai avuto il coraggio di intraprendere. In C’è ancora domani, Nino propone un futuro libero dai soprusi e dalla miseria emotiva in cui Delia vive, ma la sua funzione narrativa è ancora più profonda.

Ottorino: il patriarcato che osserva e giudica

Giorgio Colangeli dà vita a Ottorino, il suocero di Delia, un personaggio che non esercita violenza fisica ma incarna un’autorità ancora più radicata: quella del patriarcato “di sempre”, normalizzato e accettato senza discussione. Ottorino è un uomo stanco, segnato dalla vita e dall’educazione ricevuta, che considera naturale la sottomissione delle donne. La sua presenza silenziosa è un costante promemoria di un ordine antico che continua a influenzare ogni gesto e ogni decisione della famiglia. Anche senza alzare la voce, rappresenta una forza che pesa enormemente sulla protagonista.

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Marisa: amicizia e resistenza femminile

Con la sua interpretazione, Emanuela Fanelli porta sullo schermo Marisa, una delle figure più affettuose e luminose del film. Amica sincera di Delia, Marisa è l’unico spazio in cui la protagonista può respirare e sentirsi ascoltata. È una donna che vive le difficoltà del tempo con un’ironia tagliente e un’energia contagiosa, mostrando come tra le donne dell’epoca esistessero legami di solidarietà capaci di alleggerire anche le giornate più dure. Il suo personaggio offre uno sguardo su una femminilità che resiste nonostante tutto, grazie alla forza dei rapporti umani.

I personaggi secondari: un mosaico della Roma del dopoguerra in C’è ancora domani

Attorno ai protagonisti di C’è ancora domani si muove un coro di figure che arricchiscono l’ambiente sociale del film. Nel film compaiono volti come quelli di Priscilla Micol Marino e Gabriele Paolocà, che rappresentano il tessuto popolare della Roma dell’epoca, fatto di solidarietà spontanea, piccoli giudizi e pettegolezzi che riflettono la mentalità collettiva del tempo. I bambini interpretati da Mattia Baldo e Gianmarco Filippini offrono lo sguardo innocente di chi subisce senza comprendere, mentre la coppia benestante dei Moretti, con il loro figlio Giulio, racconta un’altra faccia della società: quella che può scegliere il proprio destino senza dover combattere ogni giorno per la sopravvivenza.

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