Gli Sporcelli: recensione del film per bambini Netflix

Ispirato all’universo irriverente di Roald Dahl, Gli Sporcelli unisce animazione mozzafiato, regia dinamica e sonoro impeccabile per creare un’esperienza tecnica e narrativa che ridefinisce l’eccellenza nell’animazione per famiglie.

Ci risiamo! Con Gli Sporcelli, uscito su Netflix il 17 ottobre 2025, la piattaforma di streaming conferma la propria vocazione a investire in animazione d’autore e non soltanto in prodotti di consumo. Tratto dal celebre romanzo per ragazzi di Roald Dahl, pubblicato nel 1980, il film si è rapidamente imposto al vertice della classifica dei titoli per bambini, ma la sua forza non risiede soltanto nella capacità di intrattenere i più piccoli.

La pellicola, diretta da Phil Johnston (co-sceneggiatore di Ralph Spaccatutto e Zootropolis – di cui attendiamo a breve il sequel) insieme a Todd Demong e Katie Shanahan, riesce a parlare a più generazioni con la stessa efficacia: mescola ironia e critica sociale, umorismo e malinconia, trovando un tono unico nel panorama dell’animazione contemporanea.

Gli Sporcelli, Cinematographe.it

Gli Sporcelli, la trama (senza spoiler)

I signori Sporcelli sono una coppia disgustosa e prepotente, che vive immersa nella sporcizia e nel disprezzo per tutto ciò che li circonda. Attraverso un misto di inganno e manipolazione, riescono a soggiogare chiunque gli capiti a tiro. Ma la loro tirannia trova un limite nel coraggio di due giovani protagonisti e di una famiglia di animali straordinari, che decidono di opporsi alla loro crudeltà.
Il film rielabora liberamente la trama del romanzo di Dahl, mantenendone il tono grottesco e la morale ironica, ma adattando il ritmo e il linguaggio visivo alle esigenze del pubblico contemporaneo. È una storia di ribellione e riscatto, raccontata con un’ironia graffiante che evita il moralismo e privilegia l’intelligenza narrativa.

Gli Sporcelli: un gioiello tecnico e narrativo

Sul piano tecnico, Gli Sporcelli rappresenta uno dei risultati più convincenti dell’animazione recente in casa Netflix. La qualità visiva è straordinaria: l’animazione combina tecnologia all’avanguardia e una forte identità stilistica. Ogni dettaglio è curato, dai movimenti dei personaggi alle texture ambientali, con una particolare attenzione ai contrasti cromatici tra la sporcizia dei protagonisti e la vitalità del mondo che li circonda. La regia non si limita a illustrare: costruisce inquadrature dinamiche, sfrutta la luce e il ritmo per trasformare la narrazione in un’esperienza visiva coerente e immersiva.

Il cast vocale internazionale ne rafforza la solidità, anche se il doppiaggio si fa apprezzare ugualmente. Margo Martindale e Johnny Vegas interpretano con una comicità corrosiva i coniugi Sporcelli, mentre Emilia Clarke, nei panni di Pippa, dona una nota di empatia e umanità. Il risultato è un ensemble vocale ricco di sfumature, capace di sostenere tanto i momenti grotteschi quanto quelli più dolci. La colonna sonora, firmata da compositori emergenti della scena britannica, accompagna la storia con intelligenza e misura. I suoni, spesso volutamente esagerati o distorti, amplificano l’aspetto grottesco del racconto, mentre le musiche orchestrali donano respiro cinematografico alle sequenze più emozionanti. Come già accennato, anche il doppiaggio italiano è di ottimo livello: la resa vocale conserva ritmo, ironia e una certa musicalità che rende il film piacevole anche per un pubblico adulto.

Gli Sporcelli, Beesh

La scrittura, invece, si distingue per equilibrio: riesce a semplificare senza banalizzare. Dietro il divertimento e l’assurdo si cela una riflessione sulla vanità, sull’avidità e sull’abuso di potere, temi che Dahl aveva già saputo tradurre in parabole universali. Johnston e i suoi co-registi aggiornano il messaggio alla contemporaneità, suggerendo che la “sporcizia” più pericolosa non è quella fisica, ma quella morale. La regia alterna sequenze di slapstick brillante a momenti di sincera poesia visiva, costruendo un ritmo costante che tiene insieme ironia, critica sociale e stupore.

L’atmosfera complessiva ricorda le migliori opere di animazione britannica, con un gusto per il grottesco che evoca Fantastic Mr. Fox di Wes Anderson, ma con un’anima più diretta e popolare. Gli Sporcelli riesce a restituire la crudezza e l’assurdo di Dahl senza mai tradirne lo spirito: l’umorismo resta oscuro ma non cinico, e il messaggio di fondo, la possibilità del cambiamento anche nei contesti più degradati, emerge con forza.

Gli Sporcelli: valutazione e conclusione

Gli Sporcelli è, a tutti gli effetti, una delle produzioni animate più riuscite dell’anno. Combina virtuosismo tecnico, scrittura solida e un senso dell’ironia che non teme di sporcarsi le mani, letteralmente e metaforicamente. È un film che diverte, ma anche che interroga: cosa significa davvero essere “sporchi”? E quanto di quella sporcizia vive nella nostra società, tra ipocrisie e piccoli egoismi quotidiani? Netflix firma così un adattamento di Roald Dahl che riesce nell’impresa più difficile: essere fedele e innovativo allo stesso tempo.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4

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