A House of Dynamite non convince il Pentagono: “Inesatto e fuorviante”

Sembra che A House of Dynamite non sia piaciuto al Pentagono, che ha criticato la rappresentazione del sistema di difesa missilistica mostrata nel film

Sembra che A House of Dynamite, il nuovo thriller politico di Kathryn Bigelow, abbia acceso una miccia anche fuori dallo schermo. Dopo il suo debutto su Netflix, il Pentagono ha infatti rilasciato una dichiarazione ufficiale criticando la rappresentazione del sistema di difesa missilistica statunitense mostrata nel film, definendola “fuorviante” e “drammatizzata oltre misura”.

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Nel film, che racconta i concitati 18 minuti successivi al lancio di un missile nucleare contro gli Stati Uniti, le autorità cercano disperatamente di scoprire chi sia il responsabile e come reagire. A sollevare la polemica è una battuta del segretario alla Difesa, interpretato da Jared Harris, secondo cui il sistema di difesa americano avrebbe “solo il 50% di possibilità di intercettare un missile”, nonostante i miliardi spesi.

Secondo un memorandum interno della Missile Defense Agency (MDA) ottenuto da Bloomberg, tale rappresentazione “sottolinea correttamente l’importanza della deterrenza, ma riduce la percezione delle reali capacità degli Stati Uniti”. L’agenzia aggiunge che “gli intercettori immaginari nel film mancano il bersaglio per esigenze narrative”, ma nella realtà “i test hanno mostrato una precisione del 100% negli ultimi dieci anni”.

Il dato del 50% non è l’unico a far discutere: un altro personaggio, interpretato da Gabriel Basso, alza la stima al 61%. Lo sceneggiatore del film, Noah Oppenheim, ha difeso la scelta in un’intervista a The Atlantic: “Quel numero si basa su test controllati. Ma anche gli esperti con cui abbiamo parlato hanno definito il 61% un dato ottimistico, considerando che nel nostro arsenale ci sono meno di cinquanta intercettori attivi”.

In una dichiarazione ufficiale a Bloomberg News, il Pentagono ha confermato di non essere stato consultato nella realizzazione del film e ha ribadito che A House of Dynamite “non riflette le posizioni o le priorità di questa amministrazione”.

Da parte sua, Kathryn Bigelow ha difeso la scelta di non collaborare direttamente con il Dipartimento della Difesa, spiegando alla CBS che “era importante mantenere un’indipendenza creativa”, pur avendo “diversi consulenti tecnici che avevano lavorato al Pentagono” presenti sul set.

Nonostante le critiche – e un finale che ha diviso il pubblico – A House of Dynamite continua a far parlare di sé. Dopo un breve passaggio nelle sale, è approdato su Netflix, dove sta riscuotendo un notevole interesse e un punteggio del 79% su Rotten Tomatoes.

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