The Elixir: recensione dello zombie movie Netflix
Gli zombie di The Elixir nascono dalla paura del tempo che passa.
Quando un film decide di muoversi nel territorio del classico “zombie movie”, l’asticella del confronto tende ad alzarsi moltissimo: non basta solo che ci siano morti viventi, sangue e urla. In questo senso, The Elixir, su Netflix, ha tutto ciò che ci si aspetta — e qualcosa in più — da una pellicola di questo genere, ma anche un paio di limiti che ne impediscono l’elevazione. La storia è un concentrato di sequenze che infondono angoscia: una famiglia benestante dell’Indonesia rurale, che gestisce un’azienda di rimedi erboristici e, a un certo punto, decide di investire sul miracolo della giovinezza eterna tramite un elisir sperimentale. Il patriarca della famiglia ne ingerisce improvvisamente uno e (come per magia) sembra ringiovanire, ma le cose alla fine precipitano in un’epidemia di zombie. Il film esplora quindi non solo la paura dell’infezione e la lotta per la sopravvivenza, ma anche le tensioni interne alla famiglia che si configurano tanto nei in tradimenti quanto nelle ambizioni estreme di potere.
The Elixir: la forza del film è nel suo potenziale hollywoodiano

In The Elixir, viene narrato l’eccesso in tutti i sensi, persino in termini di ambientazione, dato che ci troviamo in su un villaggio sperdutissimo vicino a Yogyakarta, in Indonesia, con ambienti quasi primordiali che contrastano con la tecnologia dell’elisir. Ovviamente, l’eccesso sta soprattutto nelle ambizioni dei personaggi, che paiono non riconoscere -già in fase iniziale- la pericolosità delle possibili conseguenze dell’elisir. I punti di forza del film, diciamocelo, non sono pochi e vanno individuati in modo particolare nella modalità esecutiva. Non a caso, gli effetti speciali dovuti al make-up degli zombie sono molto curati: pelle che si dissolve, occhi che virano al giallo, momenti splatter che sorprendentemente funzionano in un contesto non hollywoodiano.
La regia di Stamboel non ha paura di scatenarsi con un caos visivo che è vicino a un vero e proprio massacro coreografato. Possiamo ammettere che l’idea di partenza — un elisir per l’eterna giovinezza che invece scatena il collasso — dimostri effettivamente una solidità metaforica: il desiderio di evitare lo scorrere del tempo a tutti i costi, come in una grande illusione di massa che finisce, inevitabilmente, per infrangersi contro la realtà. Questo filtro degli “zombie” lo rende sicuramente più interessante di una semplice carneficina, ma con un ritmo troppo lungo per il suo contenuto (circa 116-117 minuti). Infatti, il film accumula tanta carne al fuoco al punto da renderla ridondante. Nonostante la partenza energica, lo stile inizia a ripetersi, e lo spettatore rischia di perdersi nelle scene ripetute piuttosto che nel dramma interiore.
The Elixir: valutazione e conclusione

Anche i personaggi non hanno quella che si definisce esattamente una caratterizzazione eccellente, sebbene la situazione familiare sia molto complessa (con una figlia infelice e un’azienda che va male). La verità è che, in questo contesto, lo schermo non li valorizza a causa della mancanza di tempo sufficiente per farli vivere davvero. Il rischio è che allo spettatore non parta l’imput emotivo per “preoccuparsi” davvero della sorte dei personaggi, almeno di quelli primari. Dal punto di vista tecnico, invece, la fotografia alterna ambienti rurali luminosi a momenti cupi (basati sull’assedio), il che crea una buona tensione visiva. Grazie alla regia, riusciamo a percepire l’energia delle azioni, che si susseguono l’un l’altra, senza tregua.
Essendo sinceri, The Elixir è perfettamente inseribile nel catalogo horror di una piattaforma come Netflix, ma non rende abbastanza da “salire di rango” per un pubblico globale. Se volessimo dare una dimensione concettuale al film, potremmo dire che The Elixir tenta di costruire un discorso più ampio anche sul rapporto tra scienza e superstizione, grazie al fatto che accenna a una riflessione più profonda proprio sul controllo del corpo (che ha il dovere di non cedere al tempo che passa). Ciò che resta è una sottotrama che si dimostra più potente che dispersiva, dove la regia sembra divertirsi a tenere il pubblico sospeso tra disgusto e curiosità. In conclusione, The Elixir non è altro che un film che si muove con sicurezza nella speranza di reinventare un nuovo genere, pur senza mai riuscirci fino in fondo.