27 notti: la storia vera che ha ispirato il film argentino Netflix
Dietro il nuovo film argentino Netflix 27 notti (27 noches, nel titolo originale) si nasconde una storia vera di libertà, potere e autodeterminazione.
Dietro il nuovo film argentino Netflix 27 notti (27 noches, nel titolo originale) si nasconde una storia vera di libertà, potere e autodeterminazione. Diretto da Santiago Mitre e ambientato a Buenos Aires, il film porta sullo schermo un dramma umano che attraversa il confine tra la follia e la volontà di restare se stessi, anche quando il mondo decide di rinchiuderti.
Una commedia amara tra follia e libertà

La protagonista, Martha Hoffman, è una donna di 83 anni che ha sempre vissuto secondo le proprie regole. Vedova, indipendente, appassionata d’arte e di relazioni fuori dagli schemi, Martha diventa il bersaglio della propria famiglia. Le figlie, preoccupate dal suo comportamento imprevedibile e dal modo in cui gestisce il patrimonio, chiedono la sua interdizione legale e la fanno internare in una clinica psichiatrica privata.
Lì entra in scena Leandro Casares, un perito giudiziario incaricato di valutarne la salute mentale. Il suo compito è stabilire se Martha sia davvero affetta da demenza senile o se la sua “diversità” rappresenti un’altra forma di lucidità. Il film costruisce attorno a questa indagine una riflessione sulla libertà personale, sull’idea di normalità e sulla sottile linea che separa la cura dal controllo.
Mitre sceglie un tono che alterna ironia e malinconia, collocando la storia in uno spazio sospeso tra realismo sociale e commedia drammatica. La quotidianità di Martha, fatta di piccoli gesti e resistenze silenziose, diventa metafora di una battaglia più ampia: quella per il diritto di scegliere la propria vita fino all’ultimo giorno
La storia vera dietro a 27 notti
27 notti è liberamente ispirato alla vicenda reale di Natalia Kohen, artista e mecenate argentina di Buenos Aires. Negli anni Duemila, Kohen fu internata contro la sua volontà in seguito a una decisione familiare che la dichiarava incapace di intendere e di volere.
Il caso suscitò un ampio dibattito in Argentina sui limiti della tutela legale e sull’abuso di potere all’interno delle famiglie. La stampa parlò di “una donna troppo libera per essere accettata”, evidenziando come l’età e la ricchezza possano trasformarsi in un’arma contro la stessa persona che li possiede.
La scrittrice Natalia Zito ha rielaborato questa storia nel romanzo Veintisiete noches (2021), da cui il film trae ispirazione. La trasposizione cinematografica mantiene il nucleo tematico originale — la lotta per l’autonomia e la dignità nella vecchiaia — ma cambia nomi e contesto, trasformando la vicenda in una parabola universale sulla condizione delle donne anziane e sulla difficoltà di far riconoscere la propria voce.
Il significato profondo di 27 notti
Il titolo 27 notti indica il numero dei giorni trascorsi da Martha in clinica: un periodo che diventa simbolo di sospensione, ma anche di resistenza. Ogni notte rappresenta un frammento della sua identità, un ricordo da difendere contro l’oblio.
La narrazione non si concentra sul giudizio medico o giuridico, ma sul processo umano e psicologico che porta una persona a essere definita “folle” solo perché non si conforma. L’istituzione psichiatrica diventa il microcosmo di una società che tende a ridurre la complessità in categorie rassicuranti: normale o anormale, sana o malata, utile o superflua.
La fotografia di Javier Juliá accompagna questo percorso con toni caldi e intimi, mentre la colonna sonora di Federico Jusid restituisce l’alternanza di quiete e tensione che attraversa la storia. Il film costruisce un equilibrio tra introspezione e critica sociale, lasciando emergere un ritratto collettivo più che individuale.
Una riflessione universale su età, potere e libertà
27 notti affronta un tema che va oltre i confini dell’Argentina: il modo in cui la società tratta la vecchiaia, in particolare quella femminile. La libertà di una donna anziana viene spesso percepita come pericolo, la sua indipendenza come segno di squilibrio.
Attraverso Martha, il film esplora i meccanismi di controllo familiare, le dinamiche di potere e la perdita di autonomia personale che colpiscono molte persone anziane, soprattutto quando le loro scelte mettono in discussione l’ordine prestabilito.
27 notti diventa così un racconto di resistenza silenziosa, una riflessione sul diritto di vivere senza giustificarsi, sull’importanza di preservare la propria identità anche in un mondo che tende a cancellarla. La storia vera che lo ispira continua a risuonare come un monito contro ogni forma di imposizione travestita da protezione.
