Carolina Crescentini alla Festa del Cinema di Roma: “Stiamo permettendo il ritorno del buon costume dell’Italia conservatrice”
Alla 20ª edizione della Festa del Cinema di Roma, Carolina Crescentini non ha usato mezzi termini nel commentare l’attuale clima culturale e politico del Paese:
Un monito, più che una semplice opinione. Alla 20ª edizione della Festa del Cinema di Roma, Carolina Crescentini non ha usato mezzi termini nel commentare l’attuale clima culturale e politico del Paese: “Stiamo permettendo il ritorno della buon costume dell’Italia conservatrice. Io non faccio altro che pensare che, anche prima degli anni ’70, c’erano i manicomi dove finivano non solo le persone con patologie psichiatriche, ma anche le madri single, i bambini vivaci. Persone che non avevano alcun bisogno di stare lì. La cosa più grave è che la società abbia tollerato che esistessero questi luoghi. E oggi sta tollerando altre cose: ospedali che non concedono aborti, e tutto questo mentre li paghiamo con le nostre tasse. Forse è arrivato il momento di rendersi conto che bisogna fare qualcosa. Se 50 anni fa era così, oggi, nel 2025, non è più accettabile”.

L’attrice presenta Mrs Playmen, la nuova serie Netflix firmata da Riccardo Donna, in arrivo il 12 novembre, ispirata alla storia vera di Adelina Tattilo, pioniera dell’erotismo editoriale italiano e fondatrice della prima rivista erotica del Paese. Nel dare vita alla protagonista, Crescentini racconta di aver scoperto un’attualità che non si aspettava: “La sua è una storia di autodeterminazione: è una donna che scopre di essere più forte di quello che le hanno detto di essere. Ho studiato un’epoca pensando che fosse l’epoca… e invece è l’oggi”.
Per l’attrice, il messaggio della serie va oltre la cronaca e la provocazione estetica: “Adelina ci sta dicendo di riprenderci il nostro corpo per farci quello che vogliamo — anche una copertina in mutande e reggiseno, se lo desideriamo. Leggendo i libri su di lei e sul contesto in cui è vissuta, ho scoperto come ci siano tante cose simili al nostro presente.” La serie segue la trasformazione di Tattilo da moglie e madre apparentemente “fuori posto” a direttrice audace e visionaria di una rivista scandalosa per la società dell’epoca, ma rivoluzionaria per il ruolo della donna: “All’inizio non viene accettata come capo perché è una donna, così come le sue opinioni. Ma affronta un viaggio verso la consapevolezza, capisce di essere libera, coraggiosa, capace di fare qualsiasi cosa desideri. Quando lo scopre, sboccia”.
Il discorso di Crescentini si allarga poi a un tema più profondo: quello della memoria e delle vittorie femminili dimenticate. “La rifrangenza con l’oggi non riguarda solo le battaglie di Adelina, ma anche la perdita delle vittorie delle nostre madri e nonne. Possiamo chiamarli femminicidi, delitti d’onore, matrimoni riparatori o stupri, ma se guardiamo al passato e ci accorgiamo che dopo cinquant’anni stiamo ancora così, dovremmo arrabbiarci tantissimo”. Infine, un pensiero sul cambiamento – lento ma reale – nella rappresentazione femminile sullo schermo: “Negli ultimi anni gli sceneggiatori hanno iniziato a raccontare un certo tipo di donne che prima sì, esistevano, ma erano mostrate solo come la moglie, l’amante o l’oggetto del desiderio del protagonista maschile.”
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